Marta.

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Credo di essere rimasta sotto scock tutta la serata. Non avevo detto niente a nessuno e avevo supplicato con tutta me stessa Gabriel di non dire niente a nessuno.

Ero tornata a casa e la caposala dell'ospedale mi aveva dato almeno una settimana per riprendermi, ma non potevo, dovevo prendermi cura di Francesco..

Ero così incredula, per di più continuavo a fissare quel qualcosa in quella piccola ecografia..

« Sole guarda che è già quasi formato.. le manine.. il nasino.. le labbra.. i piedini.. e ha un cuore che batte forte forte.. com'è possibile che non ti sei accorta? Sei quasi al quarto mese.. »

Non riusci a smettere di pensare a quelle parole, e quell'enorme paura che avevo nel mio cuore..
Giacomo era andato via da ore e non mi aveva nemmeno avvisato che era arrivato, l'avevo contattato io ma ancora non c'era stata risposta.

Cosa dovevo fare? Avevo così tante domande senza una risposta.

Giacomo non so nemmeno se sarebbe stato felice, era nel fiore della sua carriera e io non potevo fargli questo.. non potevo obbligarlo a restare al mio fianco perché conoscendolo avrebbe lasciato tutto, ma allo stesso tempo forse sapevo che sarebbe stato al mio fianco ugualmente.
Abortire? No.. ero quasi al quarto mese e avevo finito il tempo a disposizione senza nemmeno accorgermene.
-

Credo che quella sia stata la settimana più difficile della mia vita, non perché odiassi tutto ciò, ma perché dovevo nascondere l'evidenza agli occhi di tutti. Volevo che Giacomo tornasse e avrei parlato prima con lui e poi magari se le cose erano giuste per entrambi farlo sapere almeno alle persone che ci volevano bene.

« Sara hai sbagliato.. »
« Ma qui non ci vuole la vocale »
« Si che ci vuole! »

Ero a casa di Marta la mamma di Giacomo, stavo aiutando Sara nei compiti e di tanto in tanto sorseggiavo il caffè e latte caldo che Marta mi aveva preparo sapendo che era la mia cosa preferita.

« Vado un attimo giù okay? »
« Va bene ma non metterci molto »

Le sorrisi soltanto e camminai fino alle scale guardandomi attorno: quella casa doveva essere la mia e del mio futuro marito, la mia mamma e il mio papà l'avevano comprata a me quando avevo 10 anni.. però donarla alla famiglia Giorgio era una delle cose più belle che avessi mai potuto fare, non solo per Giacomo ma anche per me, che Marta ormai sembrava una madre per me.

« Ue, ma o sai che hai proprio un viso pallido? ma stai mangiando a casa? »

La guardai sorridendo appena sedendomi sullo sgabello vicino alla cucina mormorando:

« Si.. soltanto che non mi faccio la pasta o cose così visto che sto da sola! »
« Ma le tue amiche c fin ann fatt? »
« Ludo tra un po' si sposa e Ky è alle riprese con Giacomo, lavorano insieme.. »
« Ma pecchè nun te ne vieni ca da me finché Giacomo non torna? »

Guardai Marta che stava preparando del brodo napoletano con delle carote ecc. Marta parlava quasi sempre napoletano, più di Giacomo, e avevo ringraziato quest'ultimo per avermi insegnato qualcosa anche se non ero brava nel parlarlo.

« Eh? No non voglio disturbare.. »
« Sole.. ma che è casa tua! »
« Marta.. »

La guardai lasciare il coltello dove stava tagliando il sedano e si avvicinò alla tavola appoggiandosi con le braccia fissandomi per un po':

« Si a ragion pecchè figlim sta ancor ca.. io devo ringraziare solo e soltanto a te.. Sole.. »

Guardai la sua mano sulla mia poggiata sul tavolo e deglutì appena sentendo gli occhi lucidi, non era da me, spesso non mi emozionavo per niente e adesso mi bastava soltanto un film della Disney.

« Sole.. ma cre .. »
« Eh? Niente.. mi manca solo Giacomo.. »
« E allora scendi a Napoli no? »
« Non posso.. sto soffrendo un po' con il vomito in questi mesi e.. »

Non era vero, semplicemente il ginecologo o meglio Gabriel dopo una visita mi aveva detto che era meglio stare a riposo in questi giorni e che non dovevo fare cazzate.

E lei forse nemmeno si bevette questa stronzata, restó a guardarmi negli occhi e prendendomi anche l'altra mano nella sua mano mormorò:

« Che mi stai nascondendo Sole? Hai litigato con  mio figlio? Ti fa soffrire? »
« Nono.. niente di tutto ciò.. »
« E allora non mentire a me, che quando piangi senza lacrime riesco a sentire il tuo cuore.. »

Era proprio vero, questa donna era davvero una madre, una donna eccezionale.. spesso sembrava di rivedere mia madre in lei.
Nemmeno parlai la vidi aprire appena gli occhi quasi come per spalancarli:

« Vuoi lasciarlo?? »
« No macche.. se lascio Giacomo la mia vita finisce, non lo farei mai e poi mai.. »

Suonò la sveglia che avevo sul cellulare poggiato al tavolo "Gynefam mamma" il nome che avevo segnato per ricordarmi di prendere le pillole che mi aveva segnato Gabriele.

Marta spostò gli occhi al mio cellulare e io poggiai subito la mano sopra spegnendo la sveglia ma.. troppo tardi:

« Gynefam? Sole ma io li prendevo per Sara.. »
« Cosa?.. »
« Sole sono le pillole che prendevo in gravidanza a Sara. Mi dici la verità o no..? »

Non volevo più dirle bugie, portavo questo segreto da quasi più di una settimana, sospirai appena sentendo gli occhi pizzicare poggiando i palmi sopra facendomi lasciare le mani e mi alzai dallo sgabello mettendomi di profilo e alzando il mangione di Giacomo che avevo addosso..
Avevo una piccola pancia ben evidente ma anche ben nascosta dai miei vestiti..

Guardai Marta sussurrare "mamma mi.." e toccarsi le labbra mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime, non mi fece nemmeno aprire bocca, mi avvolse il corpo con le sue braccia e dopo pochi minuti si stacco guardandomi.

« Pecchè nun m le itt? »
« Marta.. non lo sa nemmeno Giacomo sei l'unica a saperlo per favore.. »
« Ma commè.. lo deve sapere.. »
« Non posso rovinargli la carriera Marta.. lui sta appena iniziando e lo conosco.. lascerà tutto per stare qui a Roma e non voglio spezzare i suoi passi.. e poi non so nemmeno se lo vuole.. »

Marta forse riuscì a capire, infatti annuì appena sedendosi di fronte a me toccandosi con la mano il pancino appena evidente:

« Hai ragione ma Giacomo sarebbe troppo felice.. ne sono sicura e poi è una grandissima gioia anche se state insieme da tre anni.. Sole l'ho sempre detto che tu sei la sua donna ideale »

La guardai deglutendo appena facendo una smorfia per trattenere le lacrime e poggiai la mano sulla sua che continuava Ad accarezzare:

« Di quanto? »
« Quattro questa settimana.. non lo sapevo, l'ho saputo una settimana fa.. »

Afferrai la borsa che era appesa alla sedia e presi l'ecografia che portavo sempre con me porgendogliela. Lei l'apri e quando vide il piccolo bimbo iniziò a piangere come un qualcosa che non aveva mai visto così tanto amore..

D'istinto sorrisi guardandola piangere e accarezzai il suo braccio ascoltandola:

« O nepot mij.. »

Capi e sorrisi guardandola, era strano condividere ciò con qualcuno.. perché per quanto volevo che non fosse accaduto una parte di me si stava affezionando a quell'idea..  a quel piccolo scricciolo nel mio ventre che non sapevo nemmeno se sapevo essere una madre.

𝓟𝓮𝓻 𝓬𝓪𝓼𝓸.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora