Inaspettato.

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• POV SOLE •

« Non mi piace.. »
« Dai allora indossa quello che vuoi basta che non sia un jeans.. »

Guardai Ludovica mentre se ne stava seduta sul mio letto con in mano il suo vestito da indossare, la guardai sbuffando appena guardandolo la mia cabina armadio aperta e come solite non avevo nulla da mettermi, anche se mio fratello ogni settimana mi diceva di andare a comprare vestiti, io puntualmente tutti i giorni restavo lì a fissare senza un motivo il mio armadio con la consapevolezza di non aver nulla da mettere quando poi sapevo benissimo che era soltanto una grandissima bugia.

Girai lo sguardo sentendo la voce di mio fratello:
« Solee, sono a casa.. sei sola? »
Alzai un sopracciglio, ma non doveva passare la notte fuori?
Uscì dalla camera avvicinandomi alle scale guardandolo da sopra poggiando le mani sulla ringhiera.

« E tu che ci fai qui?? »
« E anche casa mia.. »
« Eh si questo lo so.. »
« Ho finito prima di lavorare e poi sono le 22:10, ma cosa vuoi.. hai mangiato? »
« Si, ho preso delle pizze, pensavo mangiassi fuori per questo non l'ho preso anche a te! »
« Si infatti ho già mangiato.. »

Si tolse la giacca e poi la cravatta che aveva al collo mentre alzò appena la testa alle scale notando che ad affiancarmi fu Ludovica, restó a guardarla per qualche istante e mi accorsi subito delle cosa perché anche Ludo lo stava guardando quasi come se non avesse mai visto un uomo.

« Oh!! »

Alzai la voce per farmi sentire.
Ludovica tossì appena tornando in camera mia e Michele sospirò appena rumorosamente.

« Ma dovete uscire? »
« Si, abbiamo un compleanno. Quindi non rompere le palle! »
« Sole, il linguaggio, grazie.. »

Sbuffai guardandolo mentre abbandonavo il corridoio e entrai in camera mia chiudendo la porta alle spalle.
La guardai leggermente male, dai, davvero con mio fratello.. era la mia migliore amica e aveva 10 anni in meno a lui.

« Dai ti vesti che tra mezz'ora dobbiamo essere lì? »

Cercò subito di sdeviare l'argomento e annuì appena guardandola, feci la stessa cosa.
Ringraziai di aver fatto la doccia il pomeriggio visto che avevo avuto gli allenamenti e così decisi di mettere un semplice vestiti "tranquillo" e lasciai i miei nascosti amati Ricci che piastravo in continuazione pur di non farli uscire.

E dopo mezz'ora entrambe fummo pronte a lasciare casa

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E dopo mezz'ora entrambe fummo pronte a lasciare casa. 

« Sole.. »

Oh cazzo, mio fratello, era così silenzioso che quasi mi ero scordata di lui, lo sentivo soltanto quando suonava la sua chitarra elettrica ma non lo stava facendo più frequentemente da quando i nostri genitori non c'erano più.

« Si? »
« Mettiti qualcosa addosso, subito. »
« Dai Miki è una festa non una messa.. »
« Sappi che al ritorno ti spezzo le gambe! »
« Ah a fatto compiuto? »
« Dai, prima che lo faccio adesso! Sta attenta e non bere alcolici grazie. »

Sbuffai rumorosamente guardandolo mentre se ne stava in piedi alla soglia della cucina e i suoi occhi caddero su Ludovica prima di farmi la solita ramanzina, cercava con tutto se stesso di farsi valere, avevo un po' timore di lui ma non fino al punto di averne come un genitori, diciamo che io sono sempre stata la "pecora nera" quella che non seguiva mai le regole e sapevo quanto per Michele fosse difficile per questo da quando i nostri non c'erano più forse mi ero calmata un po'.

-

« Mi raccomando non accettiamo niente e se ci perdiamo di vista chiamami subito. »

Sentì quasi strillare la voce di Ludo, riguardo al non accettare niente era fisso, ricordo che l'estate scorsa avevo messo piede in un club per la prima volta e mi avevano offerto da bere, scoprendo dopo poco che c'erano delle pillole all'interno per questo a qualsiasi evento tra Ludo e Michi mi tenevano in continuazione sott'occhio.

Diciamo che il "perderci di vista" duró un pochissimo tempo perché dopo svariati passi il mio sguardo perse quello di Ludo e mi precipitai al bancone appoggiandomi appena tenendo sulla spalla destra la borsetta.

« Ciao, mi fai un gin? »
« Sei almeno maggiorenne? »
« Che simpatico.. »

Urlai per farmi sentire a sua volta guardando il barman ridere e aspettai che il mio gin fosse pronto mentre i miei occhi ispezionavano ogni angolo di quel locale.
C'era gente di qualsiasi posto, Kyshan era abbastanza conosciuta grazie a suo padre e poi aveva quella fissa di diventare un attrice, sapete no? Basta che qualsiasi attenzione cadesse su di lei, ma non era una di quelle antipatiche anzi.

Più in là, mentre il barman mi porgeva il gin c'erano i ragazzi di stamattina al bar, c'era quello ricco e scuro di pelle, l'altro un po' biondino con gli occhi chiari.. ridevano tra di loro.
Alzai un sopracciglio notando che ci mancava qualcuno ma non per molto, perché nel momento in cui il biondino si spostò, seduto sul divanetto c'era lui: il tipo delle foto.
Restai a guardarlo per qualche istante senza accorgermene che il mio Gin fosse finito di già.

Aveva tra le mani un calice con all'interno sicuramente dell'alcol e se ne stava lì fermo mentre i suoi occhi scuri guardavano ogni angolo proprio come avevo fatto io prima di vederlo.
Che strazio, non mi ero mai così tanto soffermata su un ragazzo che quasi mi infastidiva.
Non volevo che qualcuno avesse qualche potere su di me, era il semplice motivo che non mi aprivo neanche con gli altri.

« Hey! E tu che ci fai qui? »
La voce non mi era familiare, mi girai subito con la testa notando Nicolas, sospirai appena e facendo cenno al Barman di darmene un'altro lo guardai.

« Quello che ci fai tu.. »
« Già bevi? »
« Se non bevo per me la festa non inizia.. »
« Si ma, vacci piano.. »
« Sei qui per farmi la morale? »
« Ma perché sei sempre sulla difensiva? »

Sbuffai appena e nel momento in cui il ragazzo al bancone mi porse il gin feci per andare ma la mano di Nico afferrò la mia avvicinandomi appena a lui.

« Volevo dirti che.. per quanto la tua amica fosse interessante tu lo sei di più.. »

La sua mano tocco' la mia guancia destra e le sue dita accarezzarono i miei capelli appena ricci sotto le note di un remix di Liberato, qui a Roma questo cantante si stava sentendo da poco, diciamo che era Napoletano ma aveva davvero gli attributi per restare anonimato.

Girai appena la testa e deglutì appena sentendo il contatto con le sue dita e restai a fissarlo, notai il suo vicino avvicinarsi al mio ma lo spinsi subito:

« Che cazzo fai? »
« Mh?.. pensavo ti andasse.. »
« Nicolas, mettiamolo così.. ho un'amica che stravede per te e io che non voglio saperne niente, quindi per fav.. »

« Ma cre ca? »

Un accento strano arrivò alle orecchie di entrambi, neanche capi..

𝓟𝓮𝓻 𝓬𝓪𝓼𝓸.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora