Quasi una famiglia

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• POVs Sole •

Avevo fatto uno strano sogno: avevo sognato di star per partorire e poi non ricordavo molto.

Apri appena gli occhi toccandomeli subito sentendo un enorme fastidio quasi come bruciore e deglutì appena guardandomi attorno..
Dov'ero? E da quando tempo stavo dormendo?
Feci una smorfia sentendo un leggero mal di testa e cercai di alzarmi dal busto poggiando le mani su qualcosa di morbido.

Misi a fuoco e capì essere in ospedale.
La porta si aprì e alzai subito lo sguardo guardando la figura maschile entrare, Giacomo.

« Amor.. Sole.. hey.. »

Lo guardai avvicinarsi sul letto poggiando il caffè che aveva tra le mani sul tavolino e poggiare le mani sul mio braccio fermandomi.

« Non muoverti aspetta.. chiamo il dottore.. »

Non riuscì a parlare nemmeno, lo guardai uscire dopo pochi istanti guardai Gabriele entrare e farmi domande che annuì soltanto mentre mi visitava.

« Ma che succede..? » sussurrai spostando lo sguardo alla mia pancia, non c'era più..

« Non ricordi niente Sole? »
« No.. ricordo che ero al pc a casa.. e.. »
« Sole hai avuto un emorragia, la piccola aveva il cordone al collo e abbiamo dovuto proseguire col Cesario, avevi bisogno di sangue ma il tuo è raro e l'unico col tuo stesso sanguino è il tuo ragazzo, quindi ti ha donato più sangue possibile e ti sei svegliata dopo due giorni.. »

Alzai lo sguardo deglutendo cercando di voler ricordare ma davvero non ci riuscivo, e sentivo solo stanchezza ma non mi faceva male niente.

« Ma chi ragazzo..? »
« Il tuo fidanzato.. Giacomo il ricciolino.. quello che è appena uscito.. »

Deglutì subito guardandolo e annuì facendo un leggero sorriso e lo guardai annuire:

« Credo che ti abbia fatto proprio del bene quel ragazzo.. passo più tardi okay? Ah.. hai fatto una bambina spettacolare! »

Sorrisi subito guardandolo uscire e guardai entrare dopo pochi istanti Giacomo, non era solo.. aveva con se una culla trasparente di vetro, la stava spingendo.. restai a guardare mentre mi girai ma in quel momento sentì il dolore del Cesario e subito mi toccai sotto la pancia:

« Aspetta Sole.. ti fai male.. » 

Lo guardai deglutendo e lo vidi prendere quella bambina.. Kate, era così piccolina.. aveva una tutina rosa e un cappello dello stesso colore, si avvicinò al mio letto e l'appoggio nelle mie braccia, sentì il cuore battere così forte, avevo qualcosa di mio tra le braccia e sapevo che lei sarebbe rimasta per sempre.

Senti gli occhi lucidi e soltanto dopo mi accorsi di star piangendo, accarezzai il suo viso piccolo:
Era bellissima, a primo impatto somigliava un sacco a Giacomo.. ogni mio desiderio si era avverato su Kate, sembrava che era proprio come l'avevo immaginata..

« È bellissima vero?.. »
« Ti somiglia un sacco.. »
« Si ma ha il suo stesso nasino.. e l'infermiera dice che gli cresceranno sicuramente le lentiggini.. »

Soffiai una risata guardandola e poi alzai lo sguardo a lui restando a guardarlo per qualche istante:

« Tu stai bene..? »
« Ho avuto tanta paura Sole.. sono andato a casa stamattina per lavarmi e sono tornato subito.. pensavo di averti persa.. »
« Va tutto bene Jack.. »

Lo guardai annuire e sorrisi appena chiudendo gli occhi quando le sue labbra toccarono la mia fronte e il suo indice era stretto dalla manina di Kate che era tra le mie braccia.

Apri gli occhi e emise un suono aprendo le piccole labbra, abbassai subito la testa a lei guardando i suoi occhi aperti, li aveva scurissimi.. proprio come lui..

Sorrisi guardandola e poi guardai lui girando subito lo sguardo alla porta che si apri dopo aver bussato:

« Mi scusi Signorina Morrone.. credo sia il momento che questa bimba venga allattata.. »
« Non so farlo.. »
« L'aiuto.. »

L'infermeria si chiamava Giovanna, era quella che era arrivata per ultima, sorrisi guardandola avvicinarsi e aiutarmi come posizionare Kate:

« Io esco... così sei più liber.. »
« Jack.. resta.. »
« Sicura..? »
« L'ho concepita con te.. »

Lo guardai sorridere e quando Kate sì attacco' subito al seno restai a guardarla mentre il mio indice accarezzava la sua piccola guancia calda.
-

Passammo tutto il pomeriggio insieme, forse il giorno dopo Gabriele avrebbe firmato la mia uscita dall'ospedale, la sera all'orario di vista erano venuti i ragazzi, impazziti per Kate ma a dirla tutta ognuno di loro la prima cosa che fecero era abbracciare me..

Per un attimo capì che ci tenevano così tanto a me, che avere una famiglia non voleva soltanto dire essere dello stesso sangue, la vera famiglia era chi ti faceva sentire a casa.

-

Non avere paura, respira...
Non puoi sempre tenerti tutto dentro e non sei obbligata a soddisfare nessuna aspettativa.
Fregatene qualche volta, è necessario.
Non puoi dare importanza estrema a tutto, anche se ti sembra, a volte, che tutto ti faccia male allo stesso modo.
Non è così, scegli le tue priorità.
Prova, almeno un po', a mettere al centro te, il tuo cuore,
quello che ti serve, ciò che vuoi.
Non è egoismo, è salvezza.
Gli altri capiranno
e se non capiranno, per questa volta, peggio per loro.
Respira.
Misura i tuoi passi, rifletti su ciò che ti fa stare bene, non mollare quella idea, non lasciare andare i sogni, non smettere di lottare, non saresti tu.
Non ci sono ostacoli insuperabili, solo giorni che richiedono un po' più di coraggio e a volte una dose di follia.
Forse solo tantissima pazienza.
Attesa.
Non pretendere da te stessa la perfezione, sei già perfetta così.
Sei tu, sei libera, sei vera.
Sorridi, respira, salta.
L'unica cosa importante, in questo tempo, è non fermarsi. L'unica cosa importante è Kate.

𝓟𝓮𝓻 𝓬𝓪𝓼𝓸.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora