Odiavo il fatto di non aver ancora la patente, seppur stessi cercando di prenderla in tutti i modi l'università prendeva metà del mio tempo e nella mia testa non entrava nemmeno un po' la voglia di prenderla anche se dovevo perché Michele voleva che avessi un autista personale e per far sì che non capitasse allora volevo la mia auto.
Mezza Roma quasi intasata di Taxi in quel momento non c'è ne era uno, sembrava che quasi la sfortuna in quei giorni era dalla mia parte.
In un certo senso credevo al non "MAI UNA GIOIA"« Principessina.. sei a piedi? »
Girai subito lo sguardo e sbuffai appena guardandolo mentre si avvicinava ad un Audì nera, lo guardai alzando un sopracciglio.
« Cosa c'è non hai più la lingua? »
« Credo di aver passato già troppo tempo con te »
« Non sembra ti dispiaccia.. »Lo guardai sospirando appena e rimasi zitta.
« Chi tace acconsente.. »
« Ma la smetti? »
« Dai vieni, pranziamo insieme.. »
« No Ludo mi aspe.. »
« Ma se Ludovica ha rimorchiato Domenico in discoteca e oggi avevano il pranzo insieme.. »Lo guardai e gli alzai appena il dito medio guardandolo ridere, non avevo scuse, mi piaceva stare con lui ma era tutto così strano in così poco tempo.
« Quindi è un si? »
« Soltanto perché devo tornare a piedi.. »
« E chi t crer.. »Feci una smorfia sentendolo parlare in napoletano e entrai in auto dopo di lui guardando fuori dal finestrino e poi mentre lui prese a guidare d'istinto mi girai verso di lui col corpo mormorando:
« Ma perché sei qui a Roma? »
« Diciamo che ci vivevo già da un paio di anni per gli studi, poi sono tornato a Napoli perché a casa la mia famiglia aveva bisogno di me.. poi quando sono riuscito a sistemarli sono tornato qui.. »
« Hai ancora casa qui? »
« Si, poi con l'aiuto di Kyshan ci siamo ambientati un po' tutti qui.. »Annuì appena guardandolo e girai lo sguardo alla strada mentre lui faceva la stessa cosa.
« E invece tu perché sei così acida? »
« Io non sono acida.. »
« Okay, allora perché sei così? »
« Così come? »
« Sembra che non t'importi di niente.. »
« A me non importa di niente. »Lo guardai sospirare e dopo poco scendemmo ad un ristopub dove facevano dei panini e quando iniziammo a mangiare lui iniziò a parlare:
« Non sapevo che tu fossi la sorella di Morrone »
« Meglio così, di solito mi conoscono solo per quello.. oppure per.. la tipa che ha perso i genitori in un nubifragio.. »Giacomo mi rivolse lo sguardo tenendo tra le mani il suo panino e deglutì appena, qui tutti conoscevano quella storia, i miei genitori erano usciti persino dal telegiornale, infatti lui abbassò il panino pulendosi le mani e mormorò:
« Sono i tuoi genitori quelli della barca di Eva? »
« Si ma.. »
« Scusami.. io non lo sapevo.. »
« Di che ti scusi, l'ho detto io.. »Lui Poggio' le dita sulle mie che avevo appoggiato sul tavolo, ma stavolta non mi allontani, non come le altre volte. Abbassai lo sguardo sulle sue dita che accarezzavano il dorso della mia mano che aveva preso tra la sua e sospirai appena ricordandomi subito dopo di non voler essere una vittima ne tanto meno fare di questo un privilegio, tolsi la mano e poggiai la schiena alla sedia guardando il panino mezzo pieno nel piatto.
« Okay, senti.. ci sei mai stata a Napoli? »
« No.. cioè si, ma ero piccolissima, mio padre e' Napoletano ma vive qui a Roma da anni.. »
« Ma davvero? »
STAI LEGGENDO
𝓟𝓮𝓻 𝓬𝓪𝓼𝓸.
RomanceE se ad un certo punto della nostra vita, per caso, si presente qualcuno e cerca di amarci così incondizionatamente tanto da farci del male senza nemmeno rendermene conto, quale sarebbe la vostra scelta? Continuare ad amare o mollare ogni cosa? Tant...