La casa dei ricordi

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« Ma non è normale quello che fai.. »
« Sole, ma quanto stai diventando pesante.. »
« Ma vaffanculo.. »

Sospirai appena lasciandolo in cucina.

Eravamo in montagna con Ludo e Michi, molto spesso i nostri litigi erano basati sul fatto che lui viziava in modo troppo esagerato Kate, cosicché quando io gli dicevo che quella cosa non si faceva lui glie la faceva fare lo stesso, così la mia parola nel cercare di educarla sempre detta invano.
Questi erano i litigi nostri, per il resto andava tutto bene.

« Oh ma perché state litigando? »
« Perché è uno stupido; io gli dico di non farla vincere e lui continua.. »
« Sole ma non prendertela, è la sua bambina.. »
« Ludo.. questo non vuol dire che se io gli dico "Kate non infilare le dita nella pasta" lui glie li fa infilare.. »

Sospirai appena guardandola mentre mio fratello Michele se ne stava seduto col suo bambino di appena un mese in braccio, era un maschietto, Giovanni, l'aveva chiamato come papà, penso che adesso eravamo abbastanza al completo e che i nomi potevano finire lì.

« Ma non è che sei un po' esaurita? »
« Michè pensa a te.. »

Uscì dalla casetta di legno guardandomi attorno e poggiai le mani sulla ringhiera che era lì presente, mi ricordava così tanto quand'ero piccola quel paesino.. avevo sempre amato quel posto e volevo tanto che i miei bambini potessero vivere questa casetta.

• POVs Giacomo •

Mio padre mi diceva che per far felice una donna non ci vuole molto, ma ci vuole molto.
Cioê, si spiegava meglio, non ci vuole molto impegno, ma ci vuole molta passione.
Non ci vogliono molti soldi, ma ci vuole molta creativita.
Per vedere se
la donna che hai accanto sta bene, tu portala a passeggiare, mi diceva.
Portala nei vicoli della città, portala a guardare le cose piccole, come le vecchiette che annaffiano dai balconi.
Che poi le passeggiate aiutano pure ad innamorarsi di più, mi diceva.
Perché quando si cammina i pensieri stupidi scorrono via, e rimane solo il presente, la bellezza del giorno, voi due.
Poi, portala a fare un aperitivo, mi diceva;
quella sarà la prova del nove.
Fate un bell'aperitivo insieme, riposatevi dalla passeggiata, bevete e mangiate, ridete,
diamine falla ridere.
E se dopo l'aperitivo ti dice: io ho ancora fame, andiamo a cena?
Allora significa che quella persona sta davvero bene con te.
E felice, mi diceva.
Perché una donna quando sta bene ha sempre fame.

Sole però.. è stata davvero una grandissima battaglia per me, Sole non era come le altre, a lei non bastava tutto questo, lei non voleva assolutamente nulla, se non il mio amore.

E seppur spesso litigavamo che sia mio o sbaglio suo, lo facevamo semplicemente perché alla fine ci toccava farlo o sarebbe stato monotono tutto.

« Kate.. vai da zia papà arriva subito.. »

La guardai annuire. Lo so, l'ammetto, spesso sbagliavo ma io davvero volevo che Kate avesse ciò che fosse mandato a noi due, a me soprattutto, e senza farlo apposta facevo cose che non dovevo fare ma io Kate non volevo vederla piangere nemmeno per un capriccio.

« Per quanto mi terrai il broncio adesso? »
« Finché non la smetterai di far diventare un mio rimprovero una stupidaggine.. » 
« Senti mi dispiace okay, ma non voglio vederla piangere.. »
« Jack è una bambina, cosa ti aspetti? Piangere ma poi gli passerà e poi lo rifarà.. »

Era appoggiata alla ringhiera, quella casetta era bellissima.. quando ero arrivato la prima cosa che avevo che avevo visto erano le foto sparse per casa, una bimba bellissima con dei capelli lunghissimi.. come quelli di Kate, col suo stesso nasino.
C'ero già stato qui, quando seppellimmo i suoi genitori ma non mi ero soffermato sulla casa.

« Sei abbastanza stressata o mi sbaglio? »
« Non sono stressata sei tu che non capisci.. »

La guardai alzando un sopracciglio e capendo che qualcosa non andava mi avvicinai ancora a lei poggiando le mani ai fianchi sulla ringhiera quasi per bloccarla guardandola negli occhi:

« Che ti succede? »

Lei alzò le spalle è sospiro' appena guardandola poi guardare la casa dietro me.. capi forse, abbassai lo sguardo alla sua altezza sussurrando:

« È questo posto..? »
« Mi piace l'idea di essere qui ma è strano.. »
« È giusto così.. hai tanti ricordi.. se non ci riesci possiamo tornare a casa Sole.. »
« Nono.. voglio che Kate frequenti questa casa.. »

Sospirai appena e l'abbracciai baciandole la fronte, eravamo così da ormai prima che ci sposassimo, piccolo litigio e poi come se non fosse successo nulla.. era così anche l'essere sposati no?

La strinsi sentendo le sue braccia attorno al mio busto e capì che forse dopo anni non aveva ancora accettato la perdita dei suoi, infondo neanche io avevo ancora accettato quella di papà..

« C'è ne torniamo dentro? »

La guardai annuire e sorrisi appena sussurrando:

« Mi lasci un raggio di sole per favore..? »

Sapeva cosa stesse a significare, glie l'ho chiedevo sempre quando la vedevo giù di morale.. lei alzò lo sguardo, lo stesso sguardo da bambina che aveva da quando i nostri occhi si sono scambiati Per Caso quella domenica mattina fuori al bar in piazza.

La guardai alzare gli angoli delle labbra e mostrarmi un sorriso, le baciai proprio quel sorriso più e più volte accarezzandole gli zigomi con le lentiggini appena evidenti mente il sole stava andando via.

« Ti amo tanto.. »
« Anch'io.. assai.. »

Soffiai una risata sentendola dire "assai" glie l'ho dicevo spesso io, la strinsi entrando dentro dopo di lei e guardai Kate guardare i cartoni con Michele e suo figlio Mattia..

Era strano vedere Michele Morrone.. imprenditore più famoso a di Roma, tipo tosto.. guardare cartoni animati con due bambini.

La vita non finiva mai di stupirmi e non avrebbe smesso di farlo sicuramente, perché non vedevo l'ora che il mio bel bambino nascesse e che Sole.. mia moglie.. mi regalasse un'altra ragione di vita.

𝓟𝓮𝓻 𝓬𝓪𝓼𝓸.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora