Alberto.

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• POV SOLE •

« Cosa cerchi di fare?
A volte mi respingi perché alla fine ti somiglio..
E io so che con una così o ci fai guerra oppure ci fai un figlio!
Sai mi chiedevo come ho fatto a convincerti quando non ti conoscevo perché la paura nel grosso dei casi può esser motore o può esser freno. »

La gara di canto tra me e Ludovica era appena iniziata, l'auto di quest'ultima era a tutto volume nelle strade di Roma, mentre noi urlavamo quasi a squarciagola come i vecchi tempi.

Si, da quella terribile settimana erano passati 3 mesi, diciamo che con l'aiuto di Giacomo ero riuscita a perdonare questa grandissima stronzata fatta dalla mia migliore amica e da mio fratello, ero fidanzati adesso, o almeno ci stavano provando, un po' mi dava fastidio ma l'altra parte di me sapeva che era inutile, perché se c'era amore non potevo frenarli.
Sicuramente il rapporto tra me e mio fratello si era raffreddato un po' e di questo un po' forse ne pativo ma andava bene così.
Alla fine meglio la mia migliore amica che un estranea pronta a mangiare i soldi di famiglia.
E poi Ludo era davvero presa, in giro non faceva nemmeno più commenti sui ragazzi ed era abbastanza diversa, però mi piaceva così.

« Non sono l'unico che attiri
Ma io so dar valore a quei sospiri
C'è dell'altro di te che non descrivi
Quindi fammi varcare quei confini
Si inchinano re, cadono i peri
Perché una così non si può avere
E per quanto mi vaghi nei penseri
Sembra tu mi abbia drogato il bicchiere!! »

La guardai farmi segno di continuare a cantare e ridendo continuai alzando la voce mentre eravamo ferme al semaforo rosso:

« Con la macchina nuova, colazione a Cova
In pubblico adori far la signora
Con gli occhi divori chi appena ti sfiora
E in privato giochi a far Pretty Woman
Sparisci per giorni e non chiami più
Così io ti penso ma pure tu
Mentre tuo padre urla
Tu esci di casa che ti aspetto giù. »
« Si vuo me dice si ma je vulesse cchiu nu no
Stamm a cena, te faje 'e foto
Nun saj l'ammore se more
Nun saje l'ammore che provoca
Nguoll' a me staje comoda
Nguoll' 'a n'ato staje scomoda
Nun me dice maje no »

Alzai subito lo sguardo a lei sentendola  cantare in napoletano e abbassai subito il volume della canzone guardandola:

« Ma da dove cazzo hai imparato a parlare così bene napoletano? »
« Doti nascoste e poi tuo fratello è più bravo di te col napoletano.. »
« Ma che stronzi.. »

La guardai ridendo e fece la stessa cosa guardando avanti.

La mattina avevo avuto il penultimo esame e l'ultimo l'avrei avuto il lunedì, l'estate si stava avvicinando e io ero quasi una dottoressa.. Chirurgia per la precisione.

La guardai abbassare ancora di più la canzone e girai il viso subito a lei guardandola:
« Come va con Giacomo? »
Sospirai appena mordendomi le labbra:
« Non ci sentiamo costantemente però scambiamo spesso messaggi, lui è impegnato con gli stage fotografici e io con l'università quindi.. »
« Quindi sono tutte scuse tesoro bello.. »

La guardai sbuffando appena e girai il viso al finestrino, non lo sentivo da un paio di giorni, anche se in quei 4 mesi avevamo passato più o meno due weekend insieme a casa sua.
Avevo una fottuta paura, e credo che Ludo se ne era accorta, perché prima che arrivassimo al nostro solito bar mi fermò prima che potessi lasciare l'auto:

« Hai davvero così tanta paura di innamorarti? »
« Io non ho paura di niente.. »
« Sole quando qualcuno nomina Giacomo i tuoi occhi brillano.. e non capisco perché tu non gli apri il cuore.. »
« Non voglio essere vittima dell'amore.. »
« Essere innamorati è una delle cose più belle di questo mondo, se tutti aprissimo il cuore al prossimo magari il mondo sarebbe migliore, invece ci obblighiamo di non amare per non essere deboli ma la verità è che.. Sole a te piace Giacomo e anche tanto, ma hai troppa paura di restarci sotto. »
« Lo sai come la penso.. »
« Lo sai vero che non sono tutti Alberto? »

Alzai subito lo sguardo sentendola dire quel nome e abbassai subito lo sguardo.
Alberto.. non so quante promesse mi aveva fatto prima di partire per Parigi, però poi non ne ha mantenuta neanche una.
Non ero innamorata di lui, però qualcosa era legata a lui e seppur avesse deluso i miei sentimenti non stava a significare che doveva essere sempre così.

« Non parliamo di Albe per favore.. »
« Già, perché adesso dobbiamo incontrarlo.. »
« Lo incontriamo dopo quasi un anno, non capisco perché c'è l'hai tanto con lui.. »
« Perché se n'è andato quando tu avevi bisogno di lui? »

Non glie ne facevo una colpa, era voltato via per aprirsi una sala discografica di canto, forse aveva sbagliato il tempo perché l'aveva fatto quando vanimmo a conoscenza dell'uragano che colpì i miei genitori, ma non glie ne facevo una colpa.

« Lascia stare, davvero.. »
« Sole.. cerca Giacomo.. »

La guardai deglutendo e sospirai appena pensando che entrambe quest'estate saremmo partire per la Spagna visto che avevamo rifiutato il viaggio a Londra siccome avevamo avuto discordie e quindi Kyshan ci aveva proposto di andare in estate con loro, e stavolta non potevamo dirle di no per questo sapevamo che il 25 giugno saremmo partire per la Spagna con lei e i suoi amici.
Non sapevo se lui ci sarebbe stato ma comunque una parte di me sperava che si, ci sarebbe stato.

Lasciai l'auto prima di Ludo e quando arrivammo al bar Alberto era già seduto al tavolo con Josè un nostro amico che vedevamo soltanto quando Albe era di ritorno da Parigi.
Si accorsero subito entrambi di noi e quest'ultimo non perse tempo ad abbracciarmi, sembrava diverso.. lo strinsi e sorrisi appena quando le sue labbra baciarono la mia guancia e poi abbracciarono Ludo e la stessa cosa facemmo con Josè.

« Cazzo sembra di non vedermi da una vita »
« Albe è passato un anno eh.. » Ludo
« Sembra na vita, come state? »

Lo guardai sorridermi mentre lo sguardo di Alberto cadde nel mio e gli sorrisi appena annuendo come per dirgli bene, erano le 10:30 del mattino di sabato, fuori al nostro solito bar, e infatti tra chiacchiere 10 minuti dopo Fabrizio si presentò con la cioccolata calda e cornetto al cioccolato di Ludo e il mio solito cappuccino con una treccia vuota che spesso lasciavo in quel periodo.

Passammo un bel po a parlare tra di noi, Ludo si alzò andando con Josè dentro al bar sicuramente a prendere in giro Francesco l'altro barista come facevano di solito loro, e rimasi fuori seduta con Alberto che giocava con l'aggeggio per girare lo zucchero nel caffè, restai a guardarlo per qualche istante e poi lo sentì parlare:

« Come stai Sole? »
« Sto bene, tu? »
« Sto bene.. »

Guardai i suoi occhi e poi lo guardai sorridere.
Non sorrisi, restai a guardarlo e poi girai gli occhi sentendolo:

« So di essere stato egoista.. ma se non partivo perdevo la mia unica occasione.. »
« Nessuno te ne fa una colpa Albe.. »
« Non sono stato al tuo fianco quando dovevo.. »
« È passato ormai, sono passati quasi tre anni »
« Non hai saputo niente? »
« Diciamo che il consolato continua a dire che c'è stato un nubifragio e la nave e stata portata via ma i corpi non si trovano e quindi c'è solo d'aspettare.. »
« Ma se fosse non troveranno niente dopo tre anni.. »
« Io comunque credo che sia una cazzata, una barca di 20 metri o più non può essere scomparsa nel nulla.. »
« Credi ancora in un loro ritorno vero? »

Alzai gli occhi ai suoi mentre il mio sguardo lascio la mezza brioche vuota che era nel piatto e sospirai appena annuendo.
Era vero, ci speravo ancora, la speranza era un po' come la fede no? Seppur di fede non ne avessi allora mi arrampicavo sulla speranza, spezzoni di qualcosa che non si vedevano ma che sentivi dentro, allora io li avrei aspettati sempre.

Spostai gli occhi sulla sua mano che accarezzò la mia e lo guardai allungarsi e baciare la mia guancia calda, alzai gli occhi ai suoi:

« C'è qualcun altro vero? »

Non risposi, restai zitta per qualche istante e poi annuì leggermente con la testa spostando le dita dalle sue.

« Come si chiama? »
« Giacomo.. »
« Ma e' di qui? »
« No.. è Napoletano.. »

𝓟𝓮𝓻 𝓬𝓪𝓼𝓸.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora