Sole e Luna, due gemelle che più diverse non si può. Una estroversa e luminosa come una fiamma danzante, l'altra timida e a tratti gelida e tagliente. A unirle Vy, lo loro sorellina minore, l'innocenza fatta persona. La loro vita è normale e monoton...
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Quella sera Sole non riusciva a dormire. Si girava e rigirava nel letto, ma il sonno non voleva saperne di arrivare, e così, come la notte precedente e quella prima ancora, la ragazzina uscì da sotto le coperte e, leggera e silenziosa come la brezza estiva, sfilò accanto ai letti delle sorelle e si diresse verso le scale, con l'idea di uscire poi dalla porta che dava sul grande prato circondato dal bosco. Mentre scendeva cautamente le scale, evitando di posare il piede sul gradino scricchiolante per non svegliare i genitori, Sole non poté fare a meno di pensare alle sorelle, e a quanto poco si somigliassero. C'era Elyvra, soprannominata Vy, che aveva poco meno di sette anni, capelli color del cioccolato al latte e occhi nocciola, circondati da un visino tondo e ridente e un nasino all'insù. Ma quello che più la sorprendeva era Luna, la sua sorella gemella, occhi blu mare, capelli corvini e comportamenti ed emozioni quasi sempre indecifrabili quando lei era sempre solare, aveva splendidi boccoli color del grano e le iridi verdi come i germogli a primavera. Non esistevano persone più dissimili legate da una parentela così stretta, tanto che da piccole avevano spesso immaginato che una fata o un troll le avesse scambiate con altri bambini quando erano ancora in fasce. Intanto Sole era arrivata all' ultimo gradino, si diresse in cucina e aprì la porta della veranda che dava sull'esterno. All'improvviso un venticello fresco le accarezzò il viso e la torrida notte estiva le sembrò per un momento meno calda. Percorse il porticato e si fermò. Lentamente, adagiò i piedi nudi nell'erba, colma di goccioline di rugiada, e finalmente dopo ore insonni si sentì più stanca e tranquilla. Andò a stendersi in mezzo al prato, vicino a una grande quercia che da sempre usavano come rifugio segreto, e lì cominciò a perdersi nella moltitudine di stelle, pianeti, costellazioni e magie che riempivano il cielo notturno. Abitavano appena fuori dalla cittadina, in campagna, e la notte senza l'illuminazione dei lampioni il buio era così totale che se si era fortunati si riusciva a scorgere qualcosa di simile a polvere di stelle, che vorticava ipnoticamente nell'aria di mille sfumature di indaco e viola. ''Quanto sarebbe bello poter volare?'' pensò Sole ''su, su, sempre più su, per poter toccare il cielo con un dito?''. A un tratto la ragazza si riscosse di soprassalto dal suo torpore: un leggero scricchiolio proveniva dalle sue spalle. -Piano Vy,-sussurrò Luna-non possiamo farci sentire da mamma e papà- La sua voce era inconfondibile, seppur fievole come il frullio d'ali di una farfalla, ti faceva pensare al rumore delle onde che si infrangevano sulla costa, al suono che producevano le conchiglie nel secchiello e alle note di una delle canzoni delle sirene. Teneva per mano la sorellina ed entrambe la fissavano curiose. La ragazza ricambió lo sguardo: idossavano come lei pigiami troppo larghi e leggeri, ma si erano premurate di portare un paio di ciabatte. -Che ci fate voi qui?- Sole era un tantino infastidita per la repentina interruzione del suo stato di calma ottenuto con tanta difficoltà. Neppure nella voce somigliava alla sorella: ad ascoltarla venivano in mente le calde giornate assolate, i cerbiatti che correvano, il vento che ululava tra i prati fioriti e il suono squillante dei flauti. -Ti abbiamo sentita scendere, allora ti abbiamo seguito, speravamo di passare un po' di tempo in tua compagnia. Adoro le avventure! Ne organizziamo una giusto? Perché avrei un sacco di idee dato che potremmo andare a raccogliere vetrini colorati al fiume oppure... -No Vy non faremo nulla di tutto ciò - la interruppe dolcemente Sole. Era incredibile l'energia della bambina ad una così tarda ora della notte. -Dovremmo tornare tutti a letto...- aggiunse la gemella-Sole, vieni con noi?- -Assolutamente no!Venite qui a disturbarmi e pretendete pure che vi ascolti?!Non ci penso proprio... -Avanti Sol...non...- Shfoooooooom! Si zittirono tutte all'improvviso allo schianto. Se fossero state meno occupate a bisticciare, probabilmente avrebbero notato il cambiamento avvenuto nell'aria: un soffio di vento, seguito da un'assenza quasi totale di rumori e movimento, salvo per il gesticolio delle due ragazze. La brezza estiva si era placata, così come il fruscio delle foglie. Dopo un attimo di disorientamento Sole cominciò a registrare ciò che era appena accaduto: qualcosa, qualcosa di grosso a giudicare dall' esplosione, si era appena schiantato nel loro giardino, a una decina di metri da loro. Provò un attimo di terrore, subito seguito dal brivido di adrenalina tipico all'inizio di ogni grande avventura. Il cuore le batteva forte, ma nonostante ciò si sentiva euforica: aveva sempre pensato di essere fortunata, con una vita perfetta, ma era sempre stata insofferente alla quotidianità e l'idea di potervi sfuggire la esaltava. Tuttavia fu invasa da un terrore cieco all'idea di quello che avrebbe potuto trovare tra l'enorme quantità di polvere che si era sollevata. -Ora è proprio arrivato il momento di andare a dormire - Luna fu la prima a parlare, interrompendo così il silenzio innaturale che si era creato. La voce le tremava, ma sembrava decisa a far rispettare le proprie direttive. Sole non ebbe nulla da ridire. Dopo l'eccitazione inziale una spossatezza infinita l'aveva assalita, una stanchezza che sembrava aver colpito anche le sorelle. Insieme, si incamminarono verso casa. La ragazza si attardò un attimo a voltare la testa indietro: la polvere si era dissipata, e le sembrò di scorgere un luccichio innaturale proprio al centro dell'esplosione. Scosse la testa. '' È solo un sogno'' si disse, e si affrettò a raggiungere le sorelle. Non si ricordava di aver oltrepassato la porta d'ingresso, ma si ritrovò presto nel letto dove si abbandonò a sogni confusi ricchi di mistero.
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