Sconcertata, Sole osservò Alabaster scomparire, mentre lo scintillio dei suoi occhi rimaneva nell'aria come il sorriso dello Stregatto. Si voltò verso Jason, indecisa sul da farsi, ma il ragazzo era immobile, e quell'ombra cupa e rabbiosa che a lungo aveva cercato di scacciare era tornata, prepotente, indurendo il suo sguardo e facendogli tendere la mandibola. Con dita leggere sfiorò il dorso della sua mano, e lui si voltò a guardarla, con quegli occhi color cioccolato che tentavano disperatamente di non sprofondare nel senso di colpa. Sole aprì la bocca per dire qualcosa, ma un sibilo sinistro la fece irrigidire di colpo. I suoi occhi scattarono, fermandosi sbarrati quando incontrarono sottili volute di fumo denso e nero, che penetravano nelle stanza dalle fessure tra i mattoni, quasi cancellando la poca luce rimasta in quel luogo. La ragazza si strinse a Jason, la paura che le contorceva le viscere. Ma neppure il calore del corpo del ragazzo riusciva a calmare i brividi freddi che si arrampicavano con lentezza disarmante sulle sue vertebre, mentre le Ombre li circondavano, facendo scattare minacciose i loro tentacoli vorticanti di buio e osservandoli con i loro inquietanti occhi rossi. Erano ovunque, davanti e dietro di loro, e non c'era via di scampo, considerando che quella stanza era priva di vie di fuga. Le Ombre si avvicinavano piano, come se non avessero alcuna fretta di combattere. Sole fece apparire due sfere di fuoco, soppesandole tra le mani tremanti, anche se sapeva sarebbero servite a poco. Erano in inferiorità numerica, e quegli esseri non potevano essere feriti. Erano spacciati, schiena contro schiena, pronti a difendersi finché il loro cuori avessero continuato a battere. Non sarebbe stato molto eroico, morire a quel modo, senza neppure aver fatto un graffio ad Alabaster. Sole ripensò ai suoi genitori. All'abbraccio fugace che aveva dato loro poche ore prima di partire, e mamma e papà ignari del fatto che le loro figlie forse non sarebbero più tornate. Avrebbe voluto stringerli qualche attimo in più, soffermarsi meglio sui loro visi sereni e amorevoli, dir loro quanto gli aveva voluto bene. Probabilmente non lo avrebbe potuto fare mai più. Ma andava bene così, ora poteva solo andare avanti, e sperare. Strinse i denti, trasformando la paura dentro di lei in rabbia, facendola ardere di una fiamma furiosa, e permise ai suoi poteri di scorrere inarrestabili nelle vene, una forza maestosa e incontrollabile. Se doveva morire, almeno l'avrebbe fatto sapendo di aver combattuto fino all'ultimo respiro.
Le Ombre scattarono in avanti, i tentacoli fendettero l'aria, tutti verso un unico obiettivo. Nello stesso istante, Jason e Sole si mossero, la paura che fino a pochi istanti prima sembrava averli incatenati al suolo sostituita da una determinazione travolgente. Sole schivò le spire di buio, agile e veloce. L'adrenalina acuiva i suoi sensi, facendola sentire stranamente iperattiva. Una lama di buio passò a pochi centimetri del suo viso, ma lei si scansò di lato, evitandola. Lanciò le sue sfere infuocate contro le ombre, ma queste si aprirono per lasciarle passare, uscendo incolumi dal suo debole tentativo di attacco. Altri due tentacoli sopraggiunsero dai lati opposti della sala, ma lei spiccò un balzo e questi si scontrarono pochi centimetri sotto di loro con uno schiocco secco che le fece tremare le ossa. Spire di ogni dimensione, simili ad artigli, provenivano da ogni direzione a una velocità destabilizzante, e presto le energie cominciarono ad abbandonarla. Le ferite inferte dalle ombre erano potenzialmente mortali. Era solo questione di tempo, e poi sarebbe crollata. Il cuore le rimbombava nelle orecchie, dilatando ogni momento. Sole si arrischiò a dare un'occhiata a Jason. Lo vide allontanare da sé le creature che lo assalivano con potenti ventate, ma era stremato quando lei. Ogni loro tentativo era vano, e le Ombre li accerchiavano in una morsa sempre più stretta, avanzando inarrestabili. Ma lei non poteva arrendersi, e continuò a schivare un attacco dopo l'altro, l'odore acre del fumo sempre più forte nell'aria a ogni sfera di fuoco. Continuò a combattere, finché le gambe non si misero a tremare per lo sforzo. Finché i polmoni non iniziarono a bruciarle e macchioline cominciarono a danzarle davanti agli occhi. Sole indietreggiò, senza più forze per combattere. Riuscì a formulare un ultimo pensiero, prima che tutto divenisse buio.Luna, non so dove ti trovi ora, ma ho bisogno di te.
STAI LEGGENDO
Little Star
FantasySole e Luna, due gemelle che più diverse non si può. Una estroversa e luminosa come una fiamma danzante, l'altra timida e a tratti gelida e tagliente. A unirle Vy, lo loro sorellina minore, l'innocenza fatta persona. La loro vita è normale e monoton...