Parte 20. Gioco

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-Non sarebbe poi una brutta idea giocare ad acchiapparella, ora che ci penso- meditava la bambola.
-E va bene, giochiamo!- li fece alzare tutti in piedi.
-Ecco le regole: io scappo e voi dovete provare a prendermi. E se ci riuscirete...-
-Ci farai uscire da qui?- chiese Sole speranzosa. La risata meccanica di Bellatrix risuonò nella stanza.
-Ma certo che no. Cosa fareste poi, una volta scappati, in un castello pieno di trappole e orrori nascosti, e cosa fareste, se nel tragitto vi capitasse di perdere voi stessi?-
La risposta la lasciò completamente spiazzata. Non aveva assolutamente pensato al fatto che non sarebbero usciti mai più da quel luogo terrificante. Tuttavia rubare il pezzo e il mazzo di chiavi le sembrava ancora la miglior opzione. Magari sarebbero riusciti ad aprire il grosso portone che li separava dalla stanza delle gabbie, dove Sole sperava che i suoi poteri funzionassero, in modo da poter combattere ad armi pari. Era il piano più semplice da attuare o, almeno, sperava che lo fosse.
Intanto Bellatrix aveva superato il dilemma del premio, sicura che nessuno sarebbe riuscito a prenderla. A quel punto il gioco iniziò. La bambola cominciò a correre così veloce che era impossibile prenderla, o anche solo vederla, e nel frattempo ridacchiava e ripeteva:- Non mi prendete mai, mai, MAI!-
Sole, dopo un attimo di sconcerto cominciò a rincorrerla. Corse per chissà quanto tempo, accorgendosi stupita che riusciva benissimo a stare dietro alla bambola. Era una cosa soprannaturale, lo sapeva, ma in un primo momento non vi diede importanza, anche quando notó che era l'unica umana nella stanza a poterlo fare. Corse, corse fino a non avere più fiato, i lunghi boccoli dorati che svolazzavano, come mossi dal vento, finché non fu così vicina a Bellatrix da poterla toccare. Allungò la mano, sfiorando la cordicella cui erano attaccati il mazzo di chiavi e il cilindretto di metallo, la prese e tirò con forza. La corda si strappó e allora lei si precipitò a liberare Pantu e Starly, poi veloce ad aprire il portone, gridando alle sorelle e Jason di occuparsene, per poi rivolgere tutta l'attenzione alla serratura d'argento che aveva davanti. Proprio mentre prendeva la chiave, grossa e argentata, con una grossa corona sulla sommità, sentì la bambola gridare -No!-
Fu un urlo così forte e disperato che per un secondo dovette fermarsi, disorientata, poi però ricominciò forsennata ad aprire il grosso portone. Era parecchio pesante, ma insieme a Jason riuscì a spalancarlo. Insieme, si fiondarono nella sala delle gabbie. Il primo pensiero di Sole fu che non la ricordava così lunga, invece non riusciva neppure a vederne la fine. I candelabri erano nuovamente tutti accesi, proiettando ovunque le ombre delle gabbie, formando una prigione sinistra sulle pareti. Evocò Raja, mentre luna fece lo stesso con Sirio, poi si mosse in groppa assieme a Jason, mentre Luna salì con Vy. Poi sfrecciarono così velocemente che la ragazza dovette aggrapparsi con tutte le sue forze alla criniera dorata del leone per non essere sbalzata via. Il cuore le batteva così forte da farle male, forse per la paura, forse perché sentiva la presenza del ragazzo appena dietro di lei. Poteva sentirne il respiro, ansimante quanto il suo, e il fiato caldo sul collo, come una carezza. Scosse la testa con decisione. Doveva pensare a scappare. Luna e Vy erano lì accanto, e Sirio ce la metteva tutta per star dietro al suo leone, che era dannatamente più veloce. Nonostante questo sembravano aver percorso al massimo qualche metro. Se si voltava poteva vedere chiaramente il portone dal quale erano usciti, ma la fine della stanza ancora non si vedeva. Era l'adrenalina che giocava brutti scherzi, allungando incredibilmente i secondi? No, no, era assolutamente sicura che in tutto quel tempo avrebbero già dovuto essere fuori da lì. Quando si voltò indietro, vide Bellatrix avanzare veloce verso di loro, fermandosi a pochi metri dal punto in cui si trovavano. Raja si girò ad affrontarla, e un ruggito le uscì dalla gola, così potente e assordante che le pareti della stanza tremarono e le gabbie cominciarono a dondolare con un cigolio metallico, e per un attimo Sole pensò che sarebbero morti tutti, Bellatrix compresa, schiacciati dalle macerie di quel luogo. Invece non accade nulla, ma le gabbie continuarono a produrre cigolii sinistri, ondeggiando ritmicamente e producendo inquietanti bagliori dorati. La bambola la fissava, il volto di porcellana occupato da un sorriso esageratamente gentile, gli occhi di vetro due specchi di disperazione.
-Cosa fate? Non è carino da parte vostra, andarsene in questo modo senza neppure avvisare, e per di più nel bel mezzo di un gioco!- diceva scuotendo la testa, con l'espressione rassegnata di una madre delusa dal figlio rumoroso.
-Il gioco è finito, ti abbiamo presa- le rispose Sole. Voleva sembrare aggressiva, o quanto meno coraggiosa, ma la voce le tremava.
-Ah sì? A me non sembra - disse con una risata stridula la bambola - io sono qui e voi siete lì, quindi come fate ad avermi presa. Come puoi vedere, sono ancora libera- continuava.
-Voglio però darvi una seconda possibilità - aggiunse in un sussurro. Il cuore di Sole batteva all'impazzata. Non aveva mai provato così tanta paura, nemmeno dentro la piramide. Si strinse accanto a Jason.
-Avanti, provate prendermi-
Altra macabra risata, altra partita. Il gioco era cominciato.

 Il gioco era cominciato

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