Parte 49. Giraluna

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Per Altair e Luna incontrarsi ogni notte sulla scogliera era diventata una sorta di abitudine. Per lo più rimanevano in silenzio, a contemplare la volta celeste, e a volte parlavano. Le loro chiacchierate, però, non erano altro che inutili tentativi di Altair per convincerla a lasciarlo perdere, o confuse interpretazioni dei loro sogni-ricordi, che non portavano mai ad alcuna conclusione. E, intanto, ogni volta il ragazzo sembrava essere più freddo, privo di emozioni, vuoto e tormentato allo stesso tempo. Tranne che con Luna, ovviamente, che trattava con una delicatezza impensabile.

Così, anche quella notte, la ragazza lo raggiunse, fermandosi a osservarlo da lontano, in modo che lui non potesse notarla. Era di una bellezza tremenda e sovrumana, ma allo stesso tempo emanava una tale tristezza da farle spezzare il cuore. Nonostante Luna fosse molto più minuta rispetto a lui, il suo fisico asciutto, unito al suo pallore mortale, la facevano sentire in dovere di aiutarlo. Anche se, si rese conto, era più che altro Altair ad aiutare lei, che il contrario.
Si avvicinò, ansiosa di stargli accanto e sentire ancora una volta il suono basso e suadente della sua voce, osservandolo preoccupata mentre cercava di soffocare un accesso di tosse. Quando la vide, però, ogni traccia di dolore o malinconia che aveva visto da lontano svanirono dal suo viso, e i suoi magnetici occhi azzurro ghiaccio si incastrarono nei suoi.
Luna lo salutò, mentre si sedeva con grazia al suo fianco.
-Va tutto bene?- gli chiese subito.
-Niente di diverso dal solito- rispose lui con un pizzico di amarezza, e Luna si sorprese del fatto che, nonostante il ragazzo le avesse rivelato di non dormire quasi mai, non ci fosse la minima traccia di occhiaie sul suo volto.
-Perché non mi dici la verità?-
-Te l'ho già detto, non ti farebbe bene-
-E questo chi lo dice?-
-Lo dico io- la guardava, risoluto e irremovibile.
-Non è giusto, però. Tu mi hai aiutato, senza neppure chiedermi il permesso, perché ora non posso fare lo stesso per te?-
-Luna, non ce n'è bisogno. Io sto bene- le sue parole somigliavano incredibilmente a una supplica.
-Menti-
-Non è vero-
-Sì, invece- ma si stava già arrendendo. Se Altair non voleva dirle nulla, certo non poteva obbligarlo. Eppure come poteva permettere che si facesse del male in quel modo, anche se non capiva come e perché?
-Altair, tu non stai bene. E non mi permetti di aiutarti-
-Credimi, Luna, se potesse servire a qualcosa, te lo direi. Ma tu mi stai già aiutando, più di quanto non creda-
-Ma se non sto facendo nulla...- protestò.
-Shh...- la zittì lui, sfiorandole le labbra con dita fredde e morbide. Fu un attimo, ma basto perché Luna provasse un brivido lungo la spina dorsale, e le ricordasse la stessa meravigliosa sensazione di qualche sera prima, nel suo letto.
-Ti ho portato una cosa- le disse, le mise tra le mani un fiore dal profumo inebriante: sarebbe potuto sembrare un girasole, ma i petali erano più numerosi e arricciati, di un indaco brillante, e al centro sembrava che vi fosse disegnata una mezzaluna. Era veramente bellissimo, e unico.
-Grazie. È meraviglioso- disse, ammirata e riconoscente. Gli rivolse un sorriso.
-Noi lo chiamiamo giraluna. Assurdo come nome, visto che non gira e che tu sei l'unica luna che io abbia mai incontrato- spiegò lui a mezza voce.
-Mi piace un sacco-
-É una bella cosa- il sorriso sghembo riapparve sul volto del ragazzo, lasciandola annaspare in cerca d'aria. E, cosa alquanto insolita, non fu come al solito una fugace apparizione, ma rimase ad illuminargli il viso, facendolo apparire più umano.
Luna inclinò il capo, divertita anche se non avrebbe saputo spiegare perché.
-Che succede?- domandò al ragazzo. C'era una scintilla nei suoi occhi di ghiaccio che non riusciva ad identificare.
-Non mi lasci altra scelta-
-Eh?-
-Mi sono arreso, hai vinto tu-
-Cosa intendi dire, Altair?-
-Che tu sei più testarda di quanto immaginassi, e smuoverti dalla tua posizione è stato pressoché impossibile. E allora ho pensato che sarà meglio assecondarti. Se tutte le cose belle devono finire, allora farò in modo di godermele, finché posso- era terribilmente serio mentre diceva queste parole, e Luna esultó dentro. Intendeva forse dire che avrebbe smesso con la storia del cattivo? Che aveva capito quanto fosse importante per lei, e che avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere per renderla felice?
-Ottimo, allora- stava dicendo, mentre Altair si alzava.
-Ehi, ma cosa...-
-Vieni- disse, porgendole una mano, con un'aria divertita a cui non era abituata e che le fece battere il cuore. Luna si mise al suo fianco, e con mano tremante afferrò la sua, fredda come pietra.
-Dove vuoi andare?- chiese, curiosa e confusa.
-Quando ormai hai raggiunto il fondo, basta saltare per tornare in superficie- rispose lui, enigmatico. Erano proprio sul bordo della scogliera, e le onde imperversavano sotto di loro, cariche di odi e tempesta, nascondendo scogli affilati sotto i loro spruzzi.
-Altair, che vuoi fare?-
-Te l'ho detto, saltare- rispose lui, e vedendo la sua faccia sconvolta aggiunse, quasi implorandola:-Fidati di me-
E Luna come avrebbe potuto rifiutare qualcosa ad Altair, solo proprio come lei, che la osservava con quegli occhi pieni di emozione celata sotto un velo di tristezza? Erano due anime infrante, gelide e pungenti, eppure quando erano insieme le barriere attorno ai loro cuori si frantumavano e sgretolavano come il più sottile degli specchi.
E così, seppur terrorizzata, strinse più forte la mano del ragazzo e, insieme, saltarono.

Subito cominciarono a precipitare, e a Luna si bloccò in bocca un grido di terrore. Cadevano a una velocità folle, come fossero sulle montagne russe, e se non fosse stata terribilmente spaventata dagli scogli acuminati che si avvicinavano sempre più in fretta forse sarebbe persino stato piacevole. Era come se la loro vita fosse attaccata a un filo sottilissimo, e Luna strinse più forte il gambo del fiore che ancora aveva in mano, mentre i capelli le svolazzavano intorno, mossi dal vento. E intanto cadevano, ma dopo pochi attimi lei si accorse di non avere davvero paura. Dopotutto con lei c'era Altair, di cui si fidava incondizionatamente. Il mare si faceva sempre più vicino, tanto che guardando in basso si potevano scorgere vortici di corrente tra i flutti. L'adrenalina le scorreva nelle vene, facendole battere il cuore all'impazzata. Ancora pochissimi secondi, e l'impatto con l'acqua sarebbe probabilmente stato fatale. Poi, proprio quando erano a un passo dalla superficie burrascosa del mare, si fermarono a mezz'aria, come se fossero di colpo diventati senza peso. Luna si voltò a guardare Altair che sembrava avere l'intera situazione sotto controllo. Era incredibilmente calmo, come se si buttasse ogni giorno da scogliere impervie sfidando la sorte. Lui ricambiò il suo sguardo, divertito dalla smorfia atterrita sul suo viso. Con delicatezza, le prese il giraluna dalla mano, che ancora  stringeva con forza, e glielo mise tra i capelli. Luna arrossì timidamente, dimenticandosi per un attimo della situazione in cui si trovavano. Quando si ricordò della realtà, però, si guardo attorno, eccitata, osservandosi i piedi che galleggiavano nel vuoto.
-Stiamo...volando?-
-Più o meno- le rispose Altair. Poi le prese il viso, guardandola negli occhi.
-Hai paura?- le sussurró.
-Dovrei averne?- la sensazione della sua pelle contro la sua era qualcosa di impagabile, e Luna dovette concentrarsi per cercare di respirare.
-Sarebbe logico-
-Mi dispiace, deluderti, allora, ma non sono affatto spaventata-
Ed era vero. Ora che la sorpresa iniziale era passata, si sentiva piuttosto tranquilla. Forse era folle pensarlo, dopo essere stata a un passo dalla morte, ma anche se una piccolissima parte della sua mente le urlava di scappare terrorizzata, il suo cuore le impediva di ascoltarla. Avrebbe voluto dire ad Altair che la sua presenza bastava a farla sentire al sicuro, ma si trattenne.
Lui la osservò ancora un attimo, malinconico, come si guarda un sogno proibito, prima di lasciarle il viso, con grande dispiacere di Luna.
I suoi occhi però non si staccarono un secondo da lei.
-Promettimi che non ti staccherai da me neppure un secondo- le ordinò. Non era una richiesta poi così spiacevole, dal suo punto di vista, ma dalla faccia che aveva il ragazzo sembrava che Altair le stesse chiedendo di gettarsi nel fuoco.
-Promesso- sorrise incoraggiante, e la sua espressione si ammorbidì.
-Ottimo, allora-
-Dove stiamo andando?-
-É un segreto-
-Dimmelo, o mi rimangio la promessa-
-Lo scoprirai-
Nonostante le sue proteste, Altair non cedette.

-Ottimo, allora--Dove stiamo andando?--É un segreto--Dimmelo, o mi rimangio la promessa--Lo scoprirai- Nonostante le sue proteste, Altair non cedette

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