-Altair- aveva sussurrato Luna, mentre le forze l'abbandonavano e i suoi occhi zaffiro si fissavano in quelli azzurro ghiaccio del ragazzo. Altair, gridava muta, mentre le ginocchia cedevano e la ferita alla spalla pulsava. Altair, Altair, Altair, urlavano i suoi occhi, mentre le facce confuse dei suoi compagni si facevano sfocate e la testa girava. Altair, sussurrò un'ultima volta, mentre due braccia gelide le cingevano la vita e tutto intorno a lei divenne buio.
La ragazza non riusciva a vedere nulla, ma riuscì comunque a udire le parole di Sole e Altair.
-Chi sei tu? Lascia stare mia sorella - ringhiò, e Luna immaginò le sue iridi infuocate ricolme di odio.
-Tua sorella sta male, permettimi di aiutarla-
Non ci furono risposte, e Luna capì che si stavano allontanando velocemente. Il dolore rendeva confusi i suoi pensieri, bruciava nelle ossa, finché a un certo punto divenne insopportabile. Sentì le energie abbandonarla, e nonostante tutti i suoi sforzi per rimanere sveglia svenne.
Brancolò nel buio per un tempo interminabile, finché finalmente riuscì ad aprire gli occhi. Tutto il dolore sembrava sparito, ne era rimasto solo un vago ricordo nel punto in cui l'Ombra l' aveva ferita. Sbatté le palpebre un paio di volte, e mise a fuoco i meravigliosi occhi azzurro ghiaccio, così gelidi ma che in qualche modo riuscivano a guardarla con un intensità che non aveva eguali. Altair era chino su di lei, e dalle garze sporche di sangue doveva aver incominciato a medicarle la ferita. Senza timore, ricambiò il suo sguardo con tutta la sincerità di cui era capace. In quel momento accadde qualcosa di strano. Tutto intorno a loro sembrò svanire, rimanevano solo lei e Altair, e i loro occhi sembravano dire tutto ciò che ancora non si erano detti, scambiandosi ricordi mai condivisi ma di cui erano a conoscenza l'uno dell'altra. Luna capì subito che, in qualche modo, anche Altair l'aveva sognata, perché lui la osservava non come fosse una sconosciuta, ma una persona persa da tempo e ritrovata. Chissà se...
Altair distolse lo sguardo e l'attimo di magia che si era creato tra loro svanì.
-Come ti senti?- chiese Altair sembrava preoccupato per lei, ma cercava di non darlo a vedere.
O non riusciva a darlo a vedere.
-Bene- rispose Luna, la cui riservatezza era tornata. Si sedette e portò le ginocchia al petto. Il ragazzo si alzò, rivelando la piccola grotta di pietra rosa in cui si trovavano. Dovevano trovarsi molto vicini al lago, perché dall'apertura della caverna entravano costantemente piccole onde, che andavano a formare una sorta di sorgente coperta che li separava dall'esterno.L'acqua e i raggi del sole creavano giochi di luce sulle pareti della grotta, dando l'idea di trovarsi sott'acqua. Luna osservò meravigliata quel luogo ricco di mistero, finché non si ricordò di Altair. Il ragazzo stava cercando qualcosa dentro a una sacca di pelle che portava a tracolla. Luna osservò le ciocche di capelli bianchi, dai riflessi azzurro-argentei, cadergli davanti agli occhi, la bocca che formava una smorfia concentrata. La ragazza notò quanto fosse pallido. Ripensò ai sogni che aveva fatto su di lui. Aveva sempre avuto una carnagione chiara, ma ora ogni traccia di colore era sparita dal suo viso. Il suo colorito, insieme alle labbra livide, lo facevano somigliare al cadavere di un annegato. Un cadavere maledettamente bello, così affascinante da farle girare la testa. Luna lo guardò, studiò il suo volto privo di difetti, osservò i suoi vestiti, in condizioni peggiori persino dei suoi. Notò che era scalzò, e si soffermò su un dettaglio che nessuno avrebbe mai notato. Legata attorno alla caviglia sinistra stava una sottile cordicella di spago che se guardata con la coda dell'occhio emanava un debole bagliore bluastro. Si accorse solo qualche istante dopo che Altair si era di nuovo inginocchiato accanto a lei. Nel pugno stringeva una manciata di polvere luccicante.
-Che cos'è?- chiese Luna.
-Qualcosa che ti farà stare meglio- rispose vago il ragazzo. Luna lo lasciò spargere senza opporsi la polvere sulla ferita, che all'istante si richiuse, lasciando solo una sottile cicatrice a forma di mezzaluna. Tutte le energie ritornarono, e la ragazza si sentì per la prima volta dopo giorni in forze.
-Grazie- sussurrò Luna, un lieve sorriso sulle labbra.
-Non c'è di che- rispose Altair. Gli occhi luccicavano, tuttavia non sorrise. -Le ferite inferte dalle Ombre sono mortali alla maggior parte delle persone, è stato un miracolo che tu ti sia salvata- aggiunse. Quelle parole galleggiarono nel silenzio che si protrasse fra i due. Come faceva a sapere che aveva combattuto contro le Ombre? Luna stava per chiederglielo, quando Altair la interruppe.
-Penso che dovremmo andare. I tuoi amici ti staranno aspettando.-
-Tu...vieni con me, vero?- chiese lei titubante.
-Solo se tu lo vuoi- rispose lui, fissandola con tanta intensità che Luna distolse lo sguardo, mentre le guance le diventavano di fuoco.
-A proposito come facciamo a uscire di qui?- chiese con finta curiosità. In realtà, voleva solo superare quel momento di grande imbarazzo.
-Te lo mostro- la prese per mano, una mano incredibilmente fredda, un'ombra di divertimento sul volto. Si avvicinarono all'uscita, finché l'acqua del lago le arrivò alle ginocchia, poi il ragazzo spiccò un balzo, trascinando Luna con sé. Poi rimasero sospesi in aria. Salirono ancora un poco, sospinti da chissà quale forza invisibile, finche non si ritrovarono sulla strada di poco prima.
-Wow- esclamò a mezza voce Luna. Aveva fatto fluttuare la loro barca di carta centinaia di volte, ma non aveva mai volato davvero. Chissà quante altre cose nascondeva il ragazzo dietro quegli occhi di ghiaccio. Voltò la testa per guardarlo, e un po' si deluse a non vedergli un sorriso sulle labbra. Forse non erano solo i suoi occhi a essere di ghiaccio. Forse Luna aveva trovato qualcuno con un cuore messo peggio del suo.
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Little Star
FantasySole e Luna, due gemelle che più diverse non si può. Una estroversa e luminosa come una fiamma danzante, l'altra timida e a tratti gelida e tagliente. A unirle Vy, lo loro sorellina minore, l'innocenza fatta persona. La loro vita è normale e monoton...