Parte 80. Disfatta

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Sole assistette impietrita alla scena. Alabaster strattonò Vy per un braccio, e lei gridò. Le sue mani persero la presa sul flauto, che cadde a terra, spaccandosi nei pezzi che tanto avevano impiegato a cercare e distruggendo ogni loro speranza. I pezzi rotolarono via, e il cuore della ragazza si allontanò con loro. Il sovrano sorrise, mentre la bambina lo fissava terrorizzata, senza via di scampo. Vy singhiozzò, quando l'uomo la prese per i capelli e le tirò indietro la testa, lasciandole scoperto il collo. Fece apparire un pugnale, e glielo avvicinò alla gola. Luna, atterrita, fece un passo in avanti, pronta a combattere.
-Fermi!- ringhió Alabaster -fate anche solo un passo, e potrete dire addio alla vostra amata sorellina-
C'era un'ombra febbrile nel suo sguardo, come se avesse ormai perso il lume della ragione. Sole rabbrividì, tentando di non lasciarsi sopraffare dalla paura. Il sovrano aveva appena ribaltato l'esito della battaglia, e ora loro non avevano più alcuna arma per sconfiggerlo. Erano senza speranze. Lo erano sempre stati, fin dall'inizio. Erano solo stati molto bravi ad illudersi. E ora Vy avrebbe pagato per la loro stupidità. Non era giusto. A Sole sembrò di essere entrata in un tunnel senza via d'uscita. Poteva solo andare avanti, e aspettare che il destino facesse il suo corso. E il suo, di destino, era tutto nelle mani di Alabaster.
-Ora, metteremo fine a tutta questa storia. Siete stati dei piccoli eroi a sufficienza, ma adesso è arrivato il momento di farvi da parte- proseguì l'uomo.
Era arrivato il momento di agire, ma Alabaster era stato chiaro. Se si fossero mossi, Vy sarebbe stata uccisa. E se invece non avessero fatto nulla, sarebbe morta comunque. Lei era l'ultimo ostacolo che gli impediva di raggiungere il pieno dei suoi poteri. In quel momento, Sole invidiò le stelle che, al sicuro nella loro galassia, li osservavano dall'alto con il fiato sospeso. Che cosa avrebbe potuto fare lei, invece? Erano state solo pedine nel gioco di Alabaster, sacrificabili alla prima occasione. Non avevano alcuna possibilità di impedire al sovrano di distruggere l'universo, e questo lui lo sapeva. Sole aveva i nervi tesi allo spasimo, il terrore incatenava il suo cuore, combattuta tra ciò che era giusto e ciò che era letale. Cercò la mano di Jason, stringendola fino a fargli male. Tutta la fatica che avevano fatto per arrivare fin lì, fino a quel momento, era stata vana. Avevano combattuto, e avevano perso. Avrebbero deluso tutti. O forse nessuno si sarebbe accorto di loro. L'universo probabilmente sarebbe stato distrutto prima che qualcuno potesse incolparli. Angosciata, osservò il faccino terrorizzato di Vy, una bambola di pezza nelle mani di Alabaster. La pelle pallida e sottile del collo della bambina era l'unica cosa che ancora impediva al sovrano di raggiungere l'apice dei suoi poteri. Aveva fatto una promessa, ricordò, lo strazio che le lacerava il petto. Aveva promesso a Vy che sarebbero tornati a casa sani e salvi. Ma aveva mentito.
Fu in quel momento che scorse un movimento con la coda dell'occhio, una lucina brillante che sgusciava veloce ai margini del suo campo visivo. Una cosina piccola come la mano di un bambino, e lei avrebbe riconosciuto quella figurina puntuta in qualsiasi occasione... sgranò gli occhi confusa.
Starly.
Che ci faceva lei lì?
Tentò di rimanere impassibile, per non far cogliere al nemico il suo sgomento. Alabaster, d'altro canto, continuava a parlare, ma lei non riuscì più a cogliere fino in fondo il significato delle sue parole.
-Finalmente, ogni mio sogno si è avverato. E tutto grazie a voi...- li ringraziò con sorriso diabolico il sovrano.
-Senza il vostro aiuto, come avrei potuto capire che tutto ciò che mi impediva di realizzare il mio piano era una bambina?- pronunciò le ultime parole con disgusto e incredulità. L'attenzione di Sole però, era tutta per Starly, che si avvicinava all'uomo silenziosa, nascondendosi tra le gambe di Vy. La stellina non sarebbe dovuta essere lì. E allora per quale motivo invece vi si trovava?
-É un vero peccato che non vogliate unirvi a me. E per cosa, poi? Perché non riuscireste a sopportare il senso di colpa? Siete solo dei deboli. Avete combattuto per il bene, avete giocato con me credendo di sacrificarvi per una giusta causa- continuò. Starly, intanto, aveva catturato l'attenzione di Vy. La bambina, con circospezione, la fece saltare sulla sua mano, e la chiuse a pugno per impedire alla luce di distrarre Alabaster. Sole non aveva idea di cosa avessero in mente di fare, ma pregò che l'uomo non si accorgesse di nulla.
-Adesso, però, è chiaro chi sia il vincitore - Alabaster sorrise, e Sole fu sicura che il suo sorriso sarebbe diventato il suo peggior incubo. L'avrebbe perseguitata per sempre, se fosse uscita viva da quella storia.
-Scacco matto, ragazzini- disse il sovrano, accecato dalla follia. Con una risata da far stridere i denti affondò la lama nel collo di Vy. Ma il pugnale non la raggiunse mai, perché lei fu più veloce. Sole faticò a capire cosa stesse accadendo, quando una luce dorata esplose nella stanza, illuminando ogni cosa. Era come essere entrati in un raggio di sole. Schermandosi gli occhi per vedere qualcosa, la ragazza trattenne il fiato, incapace di spiegare il miscuglio di emozioni che sentiva dentro. Starly brillò, e mai come in quel momento somigliò a una stella, con quella luce sfolgorante in grado di accendere qualsiasi cuore. Vy la teneva tra le mani, le sussurrava qualcosa mentre le lacrime luccicavano sul suo viso, simili a perle. E sì, forse alla fine erano tutti come stelle, piccole e insignificanti, capaci solo di osservare in silenzio e formare costellazioni. Ma ne valeva la pena. Se potevano illuminare gli altri, allora valeva persino la pena di spegnersi. Perché non era il tempo che sarebbero rimasti accesi a fare la differenza, ma l'intensità con cui erano in grado di brillare. Poi, in fretta come era cominciato, tutto finì, e lei faticò a riabituarsi alla penombra della stanza. Impiegò qualche istante a capire cosa fosse accaduto. Poi vide Alabaster, inginocchiato a terra, le mani tra i capelli come a volerseli strappare.
-Cosa avete fatto?- mormorò, la voce resa roca e distorta dalla disperazione.
-Avete rovinato tutto, tutto... - Sole lo osservò. Non riusciva ad odiarlo, per ciò che aveva fatto. Provava semplicemente tanta pena per la crudeltà cui aveva deciso di abbassarsi. Vy corse verso di lei, rifugiandosi tra le sue braccia. Sole la strinse forte, accarezzandole i capelli. Un'altra volta, la sorella era riuscita ad aggiustare la situazione.
-Sei stata bravissima- le sussurró -la bambina più coraggiosa del mondo... -
Non aveva ancora capito cosa fosse successo, ma non le importava. Se Alabaster non faceva più nulla per fermarli, allora doveva essere finita. Il sollievo si allargò nel suo petto, come se avesse l'opportunità di respirare aria fresca dopo anni immersa sott'acqua. Altair e Luna corsero verso di loro.
-Qualcuno sa spiegarmi cos'è successo?- chiese la gemella.
-Non lo so, in realtà. Ma sai una cosa? Credo...credo che Vy ce l'abbia fatta- le spiegò Sole.
Le pareti attorno a loro cominciarono a tremare. L'intero palazzo sembrava sul punto di crollare.
-Non vorrei interrompervi, ma credo proprio che dovremmo uscire di qui- fece notare Jason, ancora appoggiato sui gomiti. Il sudore gli imperlava la fronte, facendo intuire quanto stesse soffrendo.
-Ha ragione- disse Altair.
-E Alabaster?- domandò Luna, dubbiosa.
-Non farà più male a nessuno per un po' - mormorò Vy con una vocina triste. Sole seguì il suo sguardo fino al sovrano che, disperato, si teneva la testa fra le mani.
-I miei poteri, li avete rubati... mi avete tolto tutto, sudici piccoli umani- ripeteva. Li guardò con gli occhi scintillanti d'odio, mentre si alzava in piedi, stringendosi nel mantello blu notte.
-Tornerò, state certi che lo farò. Questo non è un addio- li avvisò. Nessuno di loro gli diede ascolto, o si soffermò a guardarlo mentre si allontanava. Davvero ce l'avevano fatta? Era troppo stanca per esserne felice. La sua attenzione ritornò alle fondamenta piene di crepe del palazzo. Dovevano uscire di lì al più presto.
-Forza, andiamo. Jason, ce la fai a metterti in piedi?- chiese Sole. Lei ed Altair lo sorressero mentre cercava di rialzarsi. Jason li usò come sostegni, appoggiandosi alle loro spalle e cercando invano di trattenere le smorfie di dolore. Era pesante, notò Sole, e fu felice che ci fosse Altair ad aiutarla. Era ancora diffidente riguardo al ragazzo, ma da quando era tornato con Luna qualcosa era cambiato. E poi, quello non era il momento adatto per farsi domande. Insieme, cominciarono a percorrere scalinate e corridoi, cercando in fretta un'uscita da quel dedalo. Con una corsa un po' zoppicante a causa di Jason, che a stento si reggeva in piedi riuscirono a trovare la sala del trono.
-Laggiù! La porta!- indicò Luna, trascinando Vy verso il grosso portone d'ingresso. I primi calcinacci cominciavano a cadere dal soffitto, e Sole era certa che la struttura non avrebbe retto ancora a lungo. Così, racimolò le ultime energie e, insieme ai due ragazzi, si fiondò verso l'uscita.

 Così, racimolò le ultime energie e, insieme ai due ragazzi, si fiondò verso l'uscita

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