Parte 67. Visioni

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Sole urlava, cercando di sfuggire alle fiamme che la circondavano. C'era caldo, troppo caldo, un'esplosione di rossi e arancioni ruggenti tutt'intorno a lei. La sua pelle bruciava. Il fuoco la lambiva con braccia incandescenti, stringendola in una morsa soffocante. Sole cominciò a tossire, ma i suoi polmoni erano pieni di fumo bollente...
poi il fuoco si spense, e al suo posto comparvero alti grattacieli grigi, sotto un cielo del medesimo colore. La terra cominciò a tremare, e gli edifici crollavano in un frastuono assordante, e altre grida terrorizzate si mischiarono alle sue. La città collassava come fosse fatta di carta, e le scosse continuavano, e la ragazza si sentì dilaniare mentre spaccature frastagliate e profonde si aprivano nel terreno sotto ai suoi piedi, e lei era ad un passo dal precipitare...
la scena cambiò ancora una volta. I suoi genitori apparvero dalla nebbia che nascondeva ogni altra cosa, e Sole corse loro incontro, attendendo con ansia di stringersi tra le loro braccia. Ma quelli la guardavano come se li avesse delusi, come se lei non fosse altro che un peso, una ragazza buona soltanto a combinare pasticci...Sole si bloccò, affranta, e avrebbe pianto, se una voce non l'avesse fatta raggelare.
-É troppo tardi, Sole- la canzonò Alabaster, con quel suo timbro ammaliante e pericoloso.
-Arrenditi, e forse li risparmieró. Inginocchiati a me, e non dovrai veder morire nessuno-
No, no, no...
-Li hai delusi, Sole. Li hai già delusi tutti. Lo sai, sai che non sarai mai all'altezza del compito che ti è stato assegnato- continuò l'uomo, e la sua voce le rintronò nella testa, offuscó i suoi pensieri come un velo oscuro e soffocante.
-Ma se ti arrendi, li salverai. Nessuno merita di morire a causa tua, non trovi?-
Sole era paralizzata, non riusciva a muovere un muscolo.
-É inutile combattere contro un destino che è già stato scritto, ma io ti sto offrendo una seconda possibilità. Se cercherai di sconfiggermi, tutte le persone a cui tieni moriranno. E anche tu farai la stessa fine. Ma se accetti la sconfitta... forse potremmo avere entrambi ciò che vogliamo-
Stai zitto, ti prego, stai zitto, non ce la faccio...
-Tu te ne tornerai a casa con i tuoi sciocchi amichetti, e io diventerò il padrone indiscusso dell'universo...-
Bugiardo. Da qualche parte, Sole ritrovò le parole.
-Non mi arrenderò mai- ringhió.
E Alabaster rise, rise finché quel suono secco e delirante non le rimase incastrato alle ossa, rise fino a farle battere i denti, fino a che il sangue non divenne ghiaccio e i brividi percorrevano la sua spina dorsale come serpenti dal ventre gelido. Rise, e le Ombre apparvero dal nulla, accanendosi su di lei con i loro tentacoli di buio...

Sole si svegliò urlando, madida di sudore. Il cuore le martellava nel petto, e il tocco delle Ombre che bruciava sulla sua pelle come un marchio. La risata da incubo di Alabaster le riecheggiava come un'eco oscura e delirante nella mente, sconcertandola. Tremante e sconfortata, si mise a sedere. Si strinse le braccia al petto, svuotata, osservando la stanza immersa in un'oscurità soffocante. Il fatto che Alabaster potesse controllare i suoi sogni era... destabilizzante. La faceva sentire piccola e indifesa, neppure al sicuro de sé stassa. Forse aveva ragione Luna, quando diceva che la telepatia era un'arma a doppio taglio? Sì, Sole poteva conoscere i pensieri degli altri, ma ora era come se tutti i suoi segreti fossero più esposti, meno protetti, alla mercè di chiunque. E se il sovrano avesse trovato il modo di usarli contro di lei?
Lo ha già fatto sussurrò una voce nella sua, testa, ma lei la scacció con forza. Se solo fosse stata meno influenzabile, e più coraggiosa...aveva sempre creduto di essere forte. Di poter superare qualsiasi cosa stringendo i denti e affrontando i problemi di petto, ma forse si sbagliava. Forse aveva ragione Alabaster, quando diceva che avrebbe deluso tutti coloro a cui teneva. Forse sarebbe stato meglio arrendersi, per permettere agli altri di sopravvivere. D'altro canto, però, finché Alabaster fosse esistito, nessuno poteva essere al sicuro.
Incrociò gli occhi della sorella, nel letto accanto al suo.
-Ancora un'altra visione?- le domandò in un sussurro.
-Solo uno stupido sogno- mentì lei, ma Luna non le credette.
-Devi chiuderlo fuori, non permettergli di entrare. Qualsiasi cosa stia cercando di dirti o farti, sappi che è soltanto una trappola, una bugia per indebolirti- le disse dolcemente.
-Ci riesce anche troppo bene, allora- borbottò lei, sistemandosi il cuscino sulla faccia, rendendo il mondo più bianco e ovattato, come se questo potesse tenere lontani gli incubi. Voleva tornarsene a casa, ritornare nel suo piccolo mondo assolato, dove gli unici pensieri erano rivolti ai compiti della vacanze e alle faccende domestiche. Niente sovrani folli, niente pericoli, niente dubbi e bugie né mostri sotto al letto. Che cosa sarebbe accaduto, se quella notte non fosse uscita di nascosto nel cuore della notte? Se Starly non fosse mai entrata nelle loro vite?

 Che cosa sarebbe accaduto, se quella notte non fosse uscita di nascosto nel cuore della notte? Se Starly non fosse mai entrata nelle loro vite?

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