-Oggi non piove, forse non dovremmo restare in biblioteca- alle parole di Luna, Sole gioì. Finalmente avrebbero trovato un'alternativa a quei vecchi libri. Erano seduti sui divani blu della biblioteca, e Vy era accoccolata tra le gambe di Sole.
-Possiamo andare in esplorazione - disse convinta. Poi dato che di accorse di essere stata un po' vaga e che tutti ora la fissavano insistenti, aggiunse:- Ci dirigiamo verso la città, osserviamo da lontano il castello e magari, che ne so, capiamo di più sulla sua struttura e domani andiamo a rubare il pezzo del flauto-
-Ha ragione- la sostenne Pantu -Ormai siete qui da sei giorni , e anche se avete affrontato centinaia di pericoli, ormai dovreste essere più che riposati-
Su questo, il topolino si sbagliava di grosso: erano tutti forse più stanchi di quando erano arrivati. I mal di testa di Sole erano insopportabili, ma lei si ostinava a continuare ad esercitarsi. Dopotutto, quando sarebbe stata davanti ad Alabaster, avrebbe avuto bisogno di tutti gli aiuti possibili. E conoscere mosse e idee del nemico era... terrificante, ma anche vantaggioso. Luna, che rimaneva in biblioteca fino a tardi, aveva lunghe occhiaie e più volte la gemella l'aveva colta a sonnecchiare sulle pagine di un volume aperto. La faccenda della spalla doveva averla condizionata più di quanto desse a vedere. Vy era annoiata, e forse preoccupata per Starly. La stellina ogni giorno perdeva un po' della sua luce.
-Come sta Starly?- domandò Sole a Vy.
-É rimasta troppo tempo lontano dalla sua casa, non so per quanto ancora resisterà- rispose la sorellina con voce sottile.
Poi c'era Jason, che forse fisicamente era in forma, come sempre, ma che aveva addosso quel velo cupo e grigio che lo rendeva inavvicinabile. E Altair...beh, se possibile, era ancora più pallido e freddo. Un'altra nottata nel congelatore pensò Sole sarcastica.
-In effetti, non vedo perché dovremmo passare qui più tempo del necessario- disse Jason.
-Insomma, rutto quel crucciarsi per il pocho tempo a disposizione e da una settimana siamo fermi qui con le mani in mano- aggiunse il ragazzo.
-Hai ragione- convenne Luna.
-Quindi, che stiamo aspettando, andiamo!- Sole si alzò dal divano, e si diresse a passo spedito verso la porta. Poi notò che nessuno la stava seguendo.
-Vy, è una buona idea andare tutti insieme al villaggio?- chiese Luna alla sorellina.
-Non cambierebbe nulla- rispose lei - per lui questa è come una partita a scacchi. Osserva in silenzio le nostre mosse, sapendo che solo lui conosce le regole. I problemi arriveranno quando sarà il suo turno di giocare- quelle parole, uscite dalla bocca innocente di una bambina di sette anni, suonavano chissà perché ancora più inquietanti. Sole sentì brividi freddi percorrerle la schiena.Qualche minuto dopo stavano uscendo dal faro. Come al solito, l'unica traccia del vecchio guardiano erano solo gli attrezzi da pesca e i grossi stivali, riposti ordinatamente in un angolo dell'ingresso. Per il resto, era come se l'uomo non esistesse, lo incontravano di rado e ci scambiavano soltanto poche parole. E forse era un bene. Sole gradiva il fatto che non si impicciasse troppo nei loro affari, nonostante fossero ospiti probabilmente non molto graditi. Chi avrebbe accettato di ospitare un gruppo di ragazzini sospetti che lo avevano minacciato con armi di vento e fiamme al loro primo incontro? Quell'uomo doveva sicuramente avere un grande cuore per fidarsi così ciecamente di loro. A meno che, ovviamente, non fosse una spia di Alabaster...
Il flusso dei suoi pensieri si interruppe quando si accorse di essere rimasta indietro rispetto al resto del gruppo. Sole si affrettò a raggiungerli.
-Sappiamo dove stiamo andando?- chiese dubbiosa. Stavano percorrendo un sentiero sterrato in mezzo al bosco e una luce fredda e grigia filtrava attraverso le fronde rigogliose degli alberi. In mezzo alle piante il suono delle onde giungeva ovattato, e una nebbia sottile circondava ogni cosa.
-Non esattamente- le rispose la gemella con un sorriso teso. Ombre scure apparivano ogni tanto ai margini del campo visivo di Sole, facendola sobbalzare. C'era odore di foglie morte, che ricoprivano tutto il terreno disponibile e nascondevano le radici sporgenti degli alberi, rischiando di farla inciampare al primo passo falso.
-Però dobbiamo stare attenti alle ombre- disse Vy con gli occhioni sgranati. Non aveva tutti i torti. Il bosco, con il vento che trasformava il frusciare delle foglie in sussurri imploranti e il costante rumore di rametti spezzati e passi ovattati, metteva davvero i brividi.
-Non avere paura- Sole strinse a sé la sorella -se proveranno ad attaccarci Luna farà loro il bagnetto e poi Jason le asciugherà con quell'asciugacapelli invisibile che ha ricevuto al posto dei poteri- bisbigliò alla piccola, che si sbellicó dalle risate.
-Non sono io ad avere paura, comunque- aggiunse Vy dopo poco -É Starly ad essere terrorizzata, anche se non vuole dirmi il motivo-
Istintivamente, Sole cercò lo sguardo rassicurante di Jason, ma il ragazzo, che camminava pochi passi davanti a lei, non sembrava neppure aver notato la sua presenza. Le mancavano i suoi sorrisi sinceri e il calore di quegli occhi color cioccolato.
Rassegnata, Sole si accontentò di stringere forte le manina di Vy, anche se sapeva che era lei quella in cerca di conforto, e non la sorellina. Accelerò il passo, sperando di uscire al più presto da quel luogo inquietante.Dopo un centinaio di lamentele impazienti di Vy e un' ora circa di camminata, finalmente il bosco si diradò. I tronchi nodosi lasciarono spazio a un verdeggiande paesaggio collinare. Anche loro si trovavano sulla sommità di una collina, a valle del quale si trovava il vilaggio, una massa informe di piccole casette marroni appena visibili da quella distanza.
-Finalmente- ansimò Sole. Ancora una volta aveva le gambe a pezzi, e il solo pensiero di dover fare a breve tutto il tragitto a ritroso la faceva impazzire.
-Andiamo- Luna esortò il gruppo, prima di fiondarsi giù dalla collina. Altair la seguì, anche se con più calma.
-Aspetta- la chiamò la gemella in tono lamentoso.
-Penso che dovremmo seguirla- disse Jason.
-Tu lo pensi?- ribatté Sole, acida. Prese per mano Vy e la trascinò via con sé, cosciente dell' ombra infuriata del ragazzo pochi passi dietro di lei.
Si fermò solo dopo essere andata a sbattere contro la gemella, ferma appena fuori dal villaggio.
-Siamo ancora sicuri che sia una buona idea entrare dritto nel territorio del nemico?- chiese. Sole scrollò le spalle.
-Come ha detto Vy, non cambierebbe nulla. Lui sa che siamo qui, e non avrebbe problemi a distruggerci, sia che ci troviamo al faro sia che camminiamo tra le strade della sua città-
-Forse hai ragione, ma allora perché siamo ancora vivi? Perché non ci ha ucciso?-
-Sta solo giocando con noi. Siamo così inutili che non ostacoliamo il suo piano in alcun modo- intervenne Jason.
-Comunque, oramai siamo qui, perciò approfittiamo dell'occasione per scoprire qualcosa su questo vilaggio sperduto in mezzo al nulla. E magari, giusto se ci riusciamo, capiamo dove si trova questo stramaledetto Alabaster, dato che è per questo che siamo arrivati fin qui- il tono della ragazza rasentava l'isterico. Ma era colpa di Sole se Jason la faceva imbestialire?
In ogni caso, le sue parole sembravano aver ammutolito tutti. Silenziosi, si incamminarono sull'ampia strada acciottolata, osservando le case dai tetti spioventi ai suoi lati. Tutto in quel luogo sembrava trasudare tristezza, dalle imposte di legno sprangate, ai vasi di fiori ormai secchi al fianco delle porte, fino alle abitazioni storte e malandate. Ai fili della biancheria che passavano da una finestra all'altra erano appesi pochi stracci consumati, unico segnale che quel posto non era stato abbandonato.
-Questo posto è da brividi, anche peggio del bosco di prima- il tentativo di Jason di smorzare la tensione che si andava creando fallì miseramente.
A un certo punto la strada si interruppe. Davanti a loro, un'immensa struttura di pietra grigia si stagliava in tutta la sua immensità, le guglie del palazzo sembravano fendere le nuvole come coltelli, le torri e le mura imponenti davano alla struttura una solidità malvagia e invalicabile. Erano arrivati al palazzo di Alabaster. Improvvisamente, una paura cieca si impossessò del cuore della ragazza, all'idea che il loro nemico si trovasse lì dentro, ad aspettare con sadica calma la loro fine. In Sole si definì l'impellente bisogno di allontanarsi da quel luogo.
-Okay- disse, accorgendosi che la sua voce usciva fievole e tremante -abbiamo visto il castello. Adesso possiamo andare-
-Sbaglio o eri tu quella che voleva a tutti i costi scoprire i segreti di Orbitron?- la derise Luna, ma si capiva che anche lei non era per nulla tranquilla.
Impazienti di andarsene, si allontanarono a grandi passi dal palazzo, consci dei segreti che quelle mura fredde celavano e dei pericoli che presto avrebbero affrontato.
Sole chiamò Raja, e affondò il viso nella morbida pelliccia dorata del leone.
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Little Star
FantasySole e Luna, due gemelle che più diverse non si può. Una estroversa e luminosa come una fiamma danzante, l'altra timida e a tratti gelida e tagliente. A unirle Vy, lo loro sorellina minore, l'innocenza fatta persona. La loro vita è normale e monoton...