Luna uscì di soppiatto dal faro. Trasalì, quando la porta di legno scricchiolò mentre lei la chiudeva. Altair non si era fatto vedere per tutto il resto della giornata, ma sperava di trovarlo, alla scogliera. Come tutte le altre notti. Percorse veloce il breve tratto che la separava da quello che era diventato il loro luogo d'incontro, senza neppure accorgersi delle pietre acuminate che graffiavano i suoi piedi nudi. Il vento sibilava, soffiando gelido, facendola rabbrividire nella felpa leggera che indossava. E, finalmente, eccolo, Altair, seduto ai margini del precipizio. Il cuore le batté forte al pensiero di ciò che era successo la notte scorsa, quando aveva condiviso il suo segreto con lei. Il ragazzo le dava le spalle e il suo viso era rivolto lontano, verso l'orizzonte, dove le onde del mare sembravano fondersi con dense nuvole di tempesta. Al buio, i riflessi azzurro argentei dei suoi capelli erano ancora più affascinanti. Luna si avvicinò piano, senza osare fiatare. Si sedette cauta al suo fianco, osservando i suoi lineamenti spigolosi ma angelici, e quelle iridi di ghiaccio che sembravano più tristi che mai. Altair si girò verso di lei, ma nessuna luce illuminò i suoi occhi, nessun accenno di emozione sfiorò la sua espressione imperturbabile. Solo quel vuoto sempre più profondo nei suoi occhi, una voragine in cui, per un attimo, temette di sprofondare.
-Luna- sussurrò il suo nome così piano da essere appena udibile sotto il frastuono delle onde, ma lei sobbalzò ugualmente. Per un secondo gli angoli della bocca del ragazzo si incurvarono verso l'alto, ma poi subito si riabbasarono.
-Non volevo spaventarti- disse ancora Altair.
-Io non ho paura di te- ribatté Luna. Anche lei stava sussurrando.
-Dovresti averne-
Lei non osò controbattere. Sapeva che c'era qualcosa che non andava, ma non riusciva a capire cosa.
-Ho trovato la chiave- annunció invece.
-Non avevo dubbi che ce l'avresti fatta-
-E allora perché non sembri contento?-
Altair aprì la bocca per risponderle, ma prima che potesse farlo cominciò a tossire. E ogni colpo di tosse sembrava scuoterlo dentro, uno schiocco secco che riempì le orecchie di Luna, finche non ci fu più nient'altro, se non quel suono orribile che le risuonava nelle costole.
Poi la tosse se ne andò, e Altair si ricompose.
-Stai bene?- domandò, preoccupata.
-Certamente- rispose lui, la voce roca. Ma c'era qualcosa che non andava, lo capiva nel modo in cui il ragazzo cercava di non incrociare il suo sguardo, in quel velo di tristezza che sembrava circondarlo.
-Che cosa sta succedendo?- chiese Luna, spaventata.
Il ragazzo evitò il suo sguardo.
-Io ti avevo avvertito-
-Cosa significa?-
-Ti avevo detto che alla fine sarebbe successo, ma non mi hai voluto ascoltare-
-Successo che cosa, esattamente?-
Lui però non l'ascoltava.
-Forse un giorno mi perdonerai, ma io mi merito tutto il tuo odio, Luna-
-Altair, cosa succede?- ripeté, il panico che già si insinuava nella sua voce.
-Mi dispiace- le disse soltanto, guardandola negli occhi. E lei stavolta in quel vuoto tanto profondo si sentì annegare, trascinata in una pozza scura e senza fondo.
-Ti dispiace? Cosa stai di...- farfugliò, ma lui la interruppe.
-Io non vado bene per te-
Quelle parole le spezzarono qualcosa dentro. Allarmata, osservò Altair alzarsi in piedi. Rimase per qualche secondo immobile, mentre quelle parole rimbombavano nella sua mente, tanto a lungo che cominciarono a perdere significato. Poi finalmente, riuscì a mettersi in piedi.
-Cosa vuoi dire? Non riesco a capire...-
-Ci ho provato, Luna. Ho provato a cambiare, ma non posso. Io sono cattivo-
-Non è vero...- protestò lei, ma la sua voce era troppo flebile e incerta.
-E invece sì. Guarda. L'unica cosa che sono riuscito a fare è stata spezzarti il cuore- sembrava disperato, ma Luna non riusciva a coglierne il motivo.
Ma cosa stava dicendo? Perché era tutto così impossibile, così sbagliato, così...
-Tu non mi hai spezzato il cuore. Non potresti fare una cosa del genere, perché tu sei...-
-Smettila, ti prego- la implorò lui. Luna lo vide prendersi la testa tra le mani, come se stesse per crollare, ma non riusciva a capire...
-Altair, per favore. Permettimi di aiutarti-
-Rendi sempre tutto più difficile, lo sai?- il tono di Altair si addolcì. Ma lei era troppo confusa, ora, non riusciva a comprendere cosa stesse accadendo.
-Forse se mi spiegassi...-
Un dito freddo si posò sulle sue labbra.
-Vorrei poterti spiegare, ma non posso- sussurró lui, scivolandole accanto come un'ombra, e posizionandosi alle sue spalle.
-Credimi, Luna, è meglio così- disse Altair, e la ragazza sentì il suo fiato sul collo. Percepì anche qualcos'altro, un filo freddo e metallico che sfiorava con delicatezza la sua pelle, ma era troppo scombussolata per accorgersi delle collana che lui le aveva appena fatto indossare.
Luna si girò verso di lui, e i loro occhi si incrociarono, prima che Altair distogliesse lo sguardo. E in quel momento capì. Mentre il ragazzo le voltava le spalle, si rese conto di ciò che stava per accadere.
-No, Altair, ti prego. Non farlo-
Lui si voltò verso di lei.
-Non ho altra scelta-
-Ma se te ne vai, morirai. Io lo so, e non dirmi che non è vero- Luna proseguì, la voce che le si incrinava -non so perché, ma morirai di questo sono sicura. Perché solo chi sta per morire è freddo come il ghiaccio-
Mentre il ragazzo la guardava, per un attimo potė scorgere la disperazione nei soui occhi, prima che quel vuoto freddo si impossessasse di ogni cosa.
-Tu morirai, e mi lascerai sola- singhiozzò Luna, mentre le lacrime le bagnavano le guance.
-Vorrei che tutto questo non fosse mai accaduto-
-Ti prego, Altair...- si sentiva annegare, il pianto che le offuscava gli occhi, il cuore che si frantumava in un centinaio di pezzi.
-Io...- Altair, sembrò sul punto di dire qualcosa, ma poi scosse la testa -...tu non meriti un mostro come me- sussurró, prima di mettersi a correre. Luna avrebbe voluto seguirlo, ma le sue gambe si rifiutavano di muoversi. L'unica cosa che riuscì a fare, mentre Altair scompariva tra le ombre del bosco, fu crollare. Si strinse le ginocchia al petto, mentre il mondo attorno a lei collassava, e tutto si faceva confuso. Tutto, tranne quel dolore vuoto e freddo all'altezza del petto.
Poi non dirmi che non ti avevo avvertita
Altair sapeva ciò che sarebbe accaduto, e aveva provato a farglielo capire. Ma Luna non l'aveva ascoltato. E ora si sentiva precipitare in un'abisso oscuro e senza fine, ma non ci sarebbero state mani fredde a tirarla fuori e occhi di ghiaccio a consolarla.
-Ti prego, no, no, no...-
Ma era troppo tardi. Altair se ne era andato. L'aveva lasciata sola.
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Little Star
FantasySole e Luna, due gemelle che più diverse non si può. Una estroversa e luminosa come una fiamma danzante, l'altra timida e a tratti gelida e tagliente. A unirle Vy, lo loro sorellina minore, l'innocenza fatta persona. La loro vita è normale e monoton...