Se chiudeva gli occhi Luna riusciva ancora a sentirle, le labbra fredde di Altair che si scontravano con le sue, combaciando perfettamente come pezzi di un puzzle. Erano tornati al faro, e incredibilmente Sole non si era infuriata con lei, non l'aveva accusata per essere scappata, aver tradito la sua fiducia o chissà che altro. Era soltanto rimasta a guardarla, incuriosita di vedere le mani della gemella e quelle del ragazzo che tanto odiava intrecciate, e alla fine le aveva rivolto un fievole sorriso. Era troppo orgogliosa per scusarsi, ma a Luna quello era bastato. La morsa che fino a quel momento aveva stretto il suo cuore si era allentata, consapevole che la sorella l'aveva perdonata. Con il sapore di quel bacio che sapeva di stelle ancora sulla punta della lingua, aveva ascoltato pensierosa le parole della gemella, mentre le raccontava delle loro esercitazioni mentre lei non c'era, e si dilungava sognante su quanto Jason fosse stato gentile e disponibile in ogni momento. Nessuna aveva anche solo accennato agli eventi della notte precedente, come se si fossero accordate che quell'argomento non fosse altro che un piccolo dettaglio da dimenticare, un ricordo che andava cancellato e chiuso nei recessi più sbiaditi delle loro menti. Avevano finto che fosse tornato tutto alla normalità, e anche se era soltanto un'altra bugia e la tensione era ancora stretta intorno ai loro cuori, a Luna tutti quegli sforzi avevano fatto piacere. Neppure Jason era sembrato avercela con lei, e anzi le aveva rivolto uno sguardo strano, quasi comprensivo, come se condividessero un dolore di cui lei non era a conoscenza, un velo di tristezza che oscurava gli occhi color cioccolato. Avevano passato la serata a oziare, seduti sui divani nella grande biblioteca, e lei non era riuscita a togliersi dalla mente nemmeno per un attimo ciò che era accaduto alla scogliera. Quei ricordi le sussurravano parole dolci all'orecchio, facendola rabbrividire, la cullavano mentre giocherellava con un lembo sgualcito della sua felpa, appoggiata al bracciolo della poltrona, le gambe accavallate e lo sguardo assente.
-So che forse te la prenderai, Luna, ma mentre non c'eri io, Jason e Pantu abbiamo deciso il nostro piano di azione- annunciò Sole. Luna annuì, distratta, mentre la sua mente vagava, toccata da mani così fredde da bruciare, e l'universo collassava una seconda volta, sotto labbra livide che sapeva non sarebbe dovute essere in grado di amare, eppure in qualche modo riuscivano a baciarla spaventosamente bene. Persino le stelle sembravano invidiarla, in quel momento, piccoli astri circondati dal buio, invidiose perché Luna si era dimenticata di loro, creando un nuovo cosmo dove le uniche stelle erano i loro cuori che si rincorrevano, sgraziati e imperfetti.
-Abbiamo deciso di agire di giorno, in realtà non sappiamo ancora cosa Alabaster sia in grado di fare, ma ci sembrava la scelta migliore. E comunque il nostro non è un vero piano, più un'idea che deve ancora essere sviluppata, eravamo sicuri che tu saresti corsa in nostro aiuto per questo dettaglio...- proseguì la gemella, perdendosi in discorsi intricati.
Ma Luna non la stava ascoltando. No, Luna continuava a ripensare alle sue sensazioni sbagliate e insensate, ai brividi di piacere che il tocco di Altair le causava, ai suoi occhi così belli e intriganti, con così tante sfaccettature...-Altair, tu cosa provi per me?- gli aveva chiesto, i loro nasi che si sfioravano, le braccia strette attorno al suo collo.
-Io...- le ciocche candide di Altair le solleticavano le guance.
-Tu mi ami?- aveva chiesto, tremante, spaventata dalla risposta che avrebbe potuto ricevere.
-Ci sono persone che non sono in grado di amare, non nel modo in cui vorrebbero- aveva risposto lui, rivolgendole un sorriso struggente.
-Ma se potessi, mi ameresti?-
-Più di qualsiasi altra cosa al mondo --Poi, visto che conosco il palazzo...insomma, in realtà non è che so esattamente come sia fatto, però l'ho visto, ho percorso parte dei corridoi, perciò sarà più o meno tutto uguale, no?- continuò Sole imperterrita. Luna sentiva le sue parole, ma era come se non riuscisse a trattenerle abbastanza a lungo da coglierne il significato...
Altair l'aveva baciata fino a toglierle il fiato.
-Hey, Luna, ma mi stai ascoltando?- il tono piccato di Sole la fece riscuotere dalle sue fantasie. Con la coda dell'occhio, Luna scorse la sorella rivolgerle uno sguardo irritato. Si mise a sedere più dritta, cercando di nascondere il rossore.
-Sì, certo, vai avanti- minimizzó, nervosa. Si morse il labbro, fino a sentire in bocca il sapore ferroso del sangue, imponendosi di tornare al presente, in cui Sole la osservava con la fronte aggrottata.
-Perció quale sarebbe la tua strategia?- le chiese.
Strategia? Ma di che diamine stava parlando? Poi la realtà le sbatté la risposta in faccia, agghiacciandola. Solo in quel momento assimiló le parole della gemella, che sembrarono incatenare il suo cuore in una morsa di terrore. Tra meno di dodici ore, sarebbero entrati nella fortezza di Alabaster, la loro un'unica arma una bambina di appena sette anni con il suo flauto e la sua incredibile fantasia. Il peso del loro compito le gravó sulle spalle, un fardello che minacciava di schiacciarla...
-Allora?- la incalzó Sole, irritata.
-Cosa? Ah, sì, scusami, ora ci sono- balbettò Luna.
-Ma che ti succede, oggi? Sei più strana del solito...- le lanciò un'occhiata inquisitoria, e lei si mise istintivamente sulla difensiva.
-Non stavamo parlando di Alabaster? Che c'entro io?-
-Nulla, è solo che...sicura di stare bene?-
-Vuoi la tua strategia oppure no?- la troncò lei, secca.
-Eh va bene, parla- Sole le fece un cenno con la mano.
-Non sappiamo quale minaccia rappresenti Alabaster, né conosciamo con esattezza ciò che è in grado di fare, ma abbiamo il flauto dalla nostra parte. Senza, credo che vincere sarà impossibile, perciò dobbiamo assicurarci che non vada distrutto, o che non cada nelle mani sbagliate...-
-Fin qui c'ero arrivata anch'io, grazie tante- la interruppe Sole, seccata. Intanto Jason era arrivato, e aveva preso posto accanto alla ragazza. Luna finse di non averla sentita.
-Inoltre, Alabaster non può davvero controllare le stelle, almeno finché Vy è viva, quindi credo proprio che sarà lei la prima a essere in pericolo. Dovremmo essere tutti sempre pronti a proteggerla, altrimenti...-
-Guarda che io so difendermi da sola!- le fece notare Vy, imbronciata. Chissà da dove era spuntata.
Stupida Luna, eri troppo concentrata sulle tue avventure amorose per accorgerti di ciò che ti accadeva intorno...
-Lo sappiamo, Vy, nessuno mette in dubbio le tue capacità, solo che siamo tutti in pensiero per te- le disse Sole con dolcezza.
-Tanto non mi accadrà nulla- incrociò le braccia convinta, e a Luna sembrò incredibilmente piccola e fragile...sarebbe bastata una parola troppo dura a mandarla in pezzi.
-Ne sono certa- mentì. Poteva mentire a Vy, però non riusciva a credere alle sue bugie. Non era per niente sicura che ne sarebbero usciti vivi, da tutta quella faccenda. Il silenzio scese gravoso sul gruppo. Chissà se anche gli altri, come lei, si domandavano se quella fosse la loro ultima notte insieme. Chissà se anche loro si chiedevano cosa sarebbe successo, se Alabaster si fosse stancato di giocare. Ormai Luna sapeva che il sovrano non li aveva ancora uccisi soltanto perché credeva non fossero una vera minaccia. Perché, se aveva preso il controllo del suo corpo, di certo non gli ci sarebbe voluto molto per distruggerla. Ma la ragazza aveva anche un'altra paura, molto più grande di quella di morire, che come un'ombra malefica stuzzicava il suo cuore, facendola impazzire. Cosa sarebbe successo se, invece, fosse sopravvissuta?
-Appena arriveremo al castello, saremo circondati dalle Ombre- la voce di Altair ruppe il silenzio. Tutti si voltarono verso di lui.
-Alabaster è troppo codardo per farsi vedere, perciò rimarrà nascosto, a meno che non sia necessario uscire allo scoperto, non correrà rischi- continuò.
-E cosa consiglieresti di fare, allora?- gli chiese Jason, serio. Non c'era traccia di rammarico o diffidenza in lui, solo una sincera curiosità. Luna si sentì sollevata, nel sapere che forse gli altri non erano poi così arrabbiati con Altair.
-Le ferite delle Ombre sono potenzialmente mortali, quindi dovete ritrasformarle in stelle prima che ci circondino-
-Chiaro- asserì Sole, determinata.
-Come ci comportiamo con Alabaster? Dovresti sapere qualcosa di lui. In fondo, fino a poco tempo fa collaboravate-
Luna trasalì alle parole schiette di Jason. Il volto di Altair, invece, non tradì alcuna emozione, anche se sembrava che qualcosa, nei suoi occhi, per un attimo si fosse come incrinato. Lei sapeva che non era intenzione del ragazzo, ma Jason aveva riportato alla luce i ricordi più spiacevoli di Altair.
-Dovremmo attirarlo fuori, e sperare che lui si decida a uscire allo scoperto. È più vulnerabile di quello che potrebbe apparire-
-Ottimo, allora. Adesso abbiamo qualcosa che somiglia vagamente a un piano. L'unica cosa di cui dobbiamo preoccuparci, ora, è di riuscire a uscirne vivi- concluse Sole, con una sicurezza e un'allegria che era chiaro non possedesse davvero.
-Speriamo non sia troppo tardi- mormorò Jason, mentre tutti si alzavano. Probabilmente Luna non avrebbe dovuto sentirlo, ma quella frase la incuriosì.
-Che cosa?- chiese subito. Lui si voltò a guardarla come se si fosse trovato davanti un fantasma. Inclinò la testa di lato, confuso.
-Sole non ti ha parlato delle sue visioni?-
-Visioni? Quali visioni- cercò lo sguardo della sorella, mai lei cercò in tutti i modi di non incrociare il suo.
-Nulla, in realtà. Sono solo incubi- cercò di minimizzare lei.
-Che genere di incubi?-
-Sole ha visto la terra in fiamme, l'universo che collassava, e altri scenari apocalittici del genere ma, come dice lei, sono soltanto sogni...- le spiegò Jason, sarcastico.
-E perché me lo dite solo ora?-
-Eri troppo impegnata a essere svenuta...- le fece notare le gemella.
-In ogni caso, sai che quei sogni significano qualcosa- Luna puntò i suoi occhi su di lei. La sorella le rivolse un'occhiata penetrante color verde speranza.
-Ora andiamo a dormire- disse lei, prima di allontanarsi. Luna non riuscì neanche a salutare i ragazzi che fu costretta a seguirla, con Vy alle calcagna.
-Sole, aspetta...-
Ma la ragazza si diresse imperterrita verso la loro camera. Solo una volta seduta sul letto rivolse la sua attenzione a lei.
-Non volevo che Jason lo sapesse- spiegò, leggermente scossa - ma sono quasi sicura che me li abbia mandati Alabaster, quei sogni-
-Come fai a...-
-Perché lui mi ha parlato. Diceva che mi stava mostrando ciò che stava succedendo, mentre noi ce ne stiamo qui con le mani in mano...- la voce le si ruppe, e Sole le apparve stanca e vulnerabile.
-E se davvero avessimo aspettato troppo? Se adesso sulla terra non ci fosse più nulla, se mamma e papà fossero...-
-Sole- Luna si avvicinò alla sorella, le prese la mano e la strinse, forte.
-É questo che cercano di fare i cattivi. Ti fanno credere di aver perso ancora prima che la partita inizi. Ma noi non gliela daremo vinta-
Le bugie, a volte, sono davvero indispensabili. Cerchiamo tutta la vita di essere sinceri, con gli altri e con noi stessi, ma poi ci aggrappiamo alle bugie come se fossero l'unico salvagente in mezzo alla tempesta. E così fecero loro, in quel momento. Vy si avvinghiò alle sorelle, e tutte e tre rimasero strette l'una all'altra, cercando a tutti i costi di credere a quella menzogna, a credere che davvero ce l'avrebbero fatta. Perché sapevano che i sogni di Sole erano più che semplici incubi, ma la verità sarebbe stata troppo dura da accettare.
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Little Star
FantasySole e Luna, due gemelle che più diverse non si può. Una estroversa e luminosa come una fiamma danzante, l'altra timida e a tratti gelida e tagliente. A unirle Vy, lo loro sorellina minore, l'innocenza fatta persona. La loro vita è normale e monoton...