Parte 4. Lezioni

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Le ragazze esultarono

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Le ragazze esultarono. Era da poco incominciata l'estate, e con questa finiti gli impegni scolastici, che Sole non aveva mai apprezzato molto, ma fare lezione di magia era tutta un'altra cosa. Avrebbe imparato a evocare  i suoi poteri, ammesso che li avesse davvero, dei poteri,  a leggere le rune o qualche altro alfabeto magico e... In realtà non aveva idea di quello che avrebbero fatto, menchemeno conosceva il luogo in cui si sarebbero svolte le lezioni, così lo chiese.
-Ovviamente qui- rispose Pantu. Sole era scettica. Il  rifugio era abbastanza grande, ma pur sempre un rifugio, e ci si poteva stendere e stare in piedi a malapena, come sarebbero riusciti a fare alcunché lì dentro?
-Ma non c'è abbastanza spazio!-obiettò, esprimendo le sue perplessità.
-Certamente non qui-disse allora il topino.La ragazza ora era proprio confusa.
-E allora dove?- ripeté. Pantu non rispose. Spiccò un salto e agguantò la chiave di Vy, d'oro rosato, e la infilò in un buco presente nel legno, che aveva sempre avuto l'aspetto di una serratura, tuttavia Sole non aveva mai pensato che potesse avere un utilizzo. Il topolino girò la chiave. Si sentirono numerosi cigolii, stridii e altri suoni simili ad ingranaggi che si riassestavano. Lentamente, una sezione della parete, della dimensione esatta di una porta, si spostò verso l'interno, poi iniziò a scorrere lateralmente, lasciando intravedere una grossa stanza dietro di essa. Sole allungò il collo per vedere meglio. La stanza era davvero enorme, grande come una cattedrale, di forma rettangolare, con alti soffitti a volta e colonne greche ai lati, che terminavano con elaborate decorazioni floreali. Il pavimento e le pareti erano di legno, simile a quello all'interno della quercia, con il pavimento più scuro rispetto ai muri, e alte finestre dai vetri colorati lasciavano intravedere il bosco circostante."Aspetta un attimo"penso Sole "da dove spunta il bosco?!". Il salone era, tolte le decorazioni alle pareti, incredibilmente vuoto, fatta eccezione per una lavagna, tre banchi e una cattedra sul lato destro, affiancati da una strapiena libreria addossata al muro. Su ogni banco erano stati disposti ordinatamente un calamaio pieno di un inchiostro nero e vorticante, una penna e un quaderno rilegato, diverso per colore su ogni tavolo. Pantu si diresse alla piccola classe improvvisata e fece cenno alle bambine di seguirlo. Le ragazze erano senza parole e Sole si domandò come facessero a sapere il numero esatto di banchi da posizionare o i loro colori preferiti, perché ogni quaderno era rilegato con il colore che più amavano: rosso fiammante per lei, verdeblu per Luna e viola per Vy. Ormai certe che non ci sarebbe stata fine alle stranezze, si accomodarono, ognuna al proprio posto, e si misero in ascolto. Pantu infatti aveva appena iniziato la spiegazione sul controllo della magia, da quanto poté capire Sole.
-La magia scorre nelle vostre vene, fa parte di voi, della vostra anima. Una volta imparato, potete chiamarla e utilizzarla a vostro piacimento per gli scopi più svariati. Ma è molto importante, in qualsiasi occasione, che non ne perdiate mai il controllo, o le conseguenze potrebbero essere disastrose.- era saltato sulla cattedra e ora camminava avanti e indietro su di essa, fermandosi per scrivere alla lavagna. CONTROLLO scrisse a grandi lettere, il gesso bianco che strideva mentre scorreva sulla lavagna a formare le parole.
-Il controllo è la prima cosa che dovete avere quando utilizzate i vostri poteri. Ma non basta saper governare la magia, bisogna anche non fare pasticci quando cerchiamo di trarne vantaggio.-
Scrisse un'altra parola alla lavagna. MENTE.
-Infine, ultimo ma non meno importante è l'atteggiamento con il quale adoperate la magia. Dovete togliervi dalla testa ogni pensiero e concentrarvi per ottenere dei buoni risultati.-
Aggiunse CALMA e CONCENTRAZIONE alle altre parole già presenti.
-Combinando questi quattro elementi riuscirete a praticare i vostri incantesimi con successo -
Sole non pensava che avrebbero subito iniziato a fare sul serio, non era ancora riuscita a metabolizzare il fatto che un pupazzo di pezza avesse preso vita che il loro rifugio si era trasformato in una stramba scuola-base segreta. Invece Pantu non scherzava quando le domandò se volesse cominciare con le prove pratiche.
-Cosa?- chiese infatti smarrita.
-Ti va di cominciare la dimostrazione?-
-C-c-certo certo-e si alzò titubante dal proprio banco per avvicinarsi alla cattedra.
-L'esercizio è semplice- esordì il topolino e tirò fuori una candela e una scatolina di fiammiferi- ma dove diavolo li aveva trovati quelli?- , la accese e continuò -devi prendere la fiammella fra le dita senza scottarti.-
-Ok...- la fiamma era grande come l'unghia del suo dito mignolo e danzava allegramente sulla punta dello stoppino. Nonostante fosse così piccola, la ragazza non aveva alcuna voglia di ustionarsi ma, al contrario di quello che credeva Pantu, non aveva la minima idea di come evitarlo. Diede un'occhiata a Starly, che saltellava allegramente sul banco di Vy, e fece un bel respiro. Seguendo ciò che Pantu aveva detto durante la lezione, chiuse gli occhi e svuotó la mente di ogni pensiero, concentrandosi sull'obiettivo. Non sapeva se fosse considerato barare, ma decise che la fiamma avrebbe aleggiato a pochi millimetri dalla sua pelle , senza mai sfiorarla ma dando l'illusione di tenerla tra le dita. Si accorse che qualcosa era cambiato, sentiva come se nel suo sangue scorresse il proprio elemento, il fuoco, carico di potere ed energia, rigenerandola e donandole una sensazione di calma sovrannaturale. Lentamente, il piccolo fuocherello si staccò dallo stoppino e fluttuò verso il palmo aperto di Sole, che diminuì gradualmente l'attenzione fino a che riuscì a far passare la fiammella fra le dita senza neppure concentrarsi, in modo naturale come bere un bicchiere d'acqua. Intanto, percepiva sempre meglio la grandezza del proprio potere, si rendeva conto della potenza che le scorreva nelle vene e dell'energia che l'alimentava. Per la prima volta, si sentì in grado di fare qualsiasi cosa, e decise quindi di provare a fare qualcosa di più grandioso di tenere tra la mani un minuscolo fuoco. Stavolta senza neppure concentrarsi, alimentò la fiamma fino ad allargarla alle dimensioni di un pallone da calcio, poi prese a darle una forma di serpente, che cominciò a contorcersi e sibilare strisciando sulle sue braccia senza scottarla. La ragazza poteva sentirne il calore soffocante bruciarle le guancie, tuttavia si sentiva attratta da quel curioso animale che aveva creato, completamente persa nella sua contemplazione, che quasi non si accorse di Pantu e Luna che gridavano. Si riscosse all'istante dal senso di ipnosi che provava fino a un attimo prima, e il serpente così come era stato creato svanì, lasciando al suo posto una piccola quantità di fumo, che in grigie volute andava spandendosi nella stanza. Si era scordata del primo elemento per creare incantesimi senza fare disastri, il controllo. Nonostante il grave errore, però, non riusciva a sentirsi dispiaciuta. Dopotutto aveva fatto qualcosa di incredibile. Oppure no? Poi capì perché Pantu aveva quell'espressione di disappunto sul musetto e le sorelle la guardavano spaventate. Come avrebbero potuto fidarsi di lei o ad affidarle una qualsiasi missione se non riusciva neppure a rispettare qualche semplice regola? In qualche modo li aveva delusi, aveva fatto credere loro di essere inaffidabile, mettendo davanti all'importanza del suo compito la voglia di esibirsi, la superficialità e la vanità. A testa bassa, tornò al suo banco, cominciando a pensare a qualche modo per farsi perdonare.
Fu poi il turno di Luna, che fece passare l'acqua di un bicchiere a una brocca, sollevandola in un'elegante sfera trasparente e rimodellandola poi nella forma del nuovo recipiente. Il tutto si concluse senza il benché minimo schizzo, e sulla faccia della gemella si dipinse un espressione stupita ma soddisfatta. Vy intanto era impaziente di provare anche lei qualche trucco, e si muoveva tutta agitata sulla sedia.
-Quando tocca a me?- chiese.
-Proprio ora-
-Evvai!-esulto, e balzò in piedi raggiungendo la cattedra quasi di corsa.
-Devi fare in modo che questo foglio voli, o perlomeno leviti.-spiegò Pantu, passandole il foglio di carta quadrettato. Vy, si concentrò, stringendo forte gli occhi e gonfiando le guancie per lo sforzo in un'espressione molto buffa, finché il foglio non si sollevò, si piegò fino diventare una barchetta di carta e cominciò a svolazzare per la stanza, con tanto di giro della morte prima di andare a posarsi delicatamente sulla cattedra. Vy tornò al suo posto con un sorrisino soddisfatto sulle labbra.
-Direi che per oggi può bastare - annunciò il loro piccolo professore.
-E quando partiamo per la missione, Pan?- chiese Vy, che era molto
emozionata all'idea dell'avventura che si prospettava.
-Direi che tra una settimana dovreste essere pronte.-rispose il topino.
-Una settimana?! Ma è troppo presto!- esclamò Luna. Era una gran sognatrice, ma sulle parti pratiche ere sempre sveglia e realista.
-Per prima cosa non abbiamo idea di quello a cui andremo incontro, secondo non abbiamo mai fatto pratica con i nostri poteri e terzo dobbiamo trovare una soluzione con Mamma e Papà!-continuò, quasi strillando.
-È proprio per questo motivo che avete una settimana di tempo. Per fare pratica e trovare una soluzione con i vostri genitori, tenendo presente che nessuno, neppure loro, devono sapere dell'esistenza della magia.- le spiegò Pan con calma. Sole era piuttosto agitata, perché il topolino, anche se non lo aveva detto esplicitamente, aveva lasciato intendere che avrebbero dovuto mentire ai loro genitori, le uniche persone cui teneva e delle quali si poteva fidare. Possibile che essere un eroe, o meglio diventarlo dato che per ora aveva combinato solo una gran caos con la fiammella di una candela, dovesse essere così complicato?
Fece un respiro profondo.
-Okay, penso proprio che dovremmo escogitare un bel piano- disse decisa.

-Okay, penso proprio che dovremmo escogitare un bel piano- disse decisa

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