Luna atterrò di mala grazia nella fortezza di Alabaster. Per un attimo il buio fu totale, ma poi le ombre sgusciarono via sibilando, lasciandola sola. Si guardò attorno nel corridoio male illuminato in cui si ritrovava. Le pareti di pietra grezza irregolare, unite all'odore di chiuso del luogo e all'umidità che sembrava penetrarle nelle ossa le fecero subito capire di trovarsi nei sotterranei. Alcuni candelabri arrugginiti gettavano la loro luce tremolante sulla roccia nuda, facendole provare uno strano senso di gelo. Senza sapere bene dove fosse diretta, Luna si incamminò, rabbrividendo ogni volta che bisbiglianti spifferi sinistri le alitavano sul collo, facendole venire la pelle d'oca. L'eco dei suoi passi l'accompagnava, e per molto tempo il rumore fu quasi insopportabile se paragonato al silenzio di quel posto. Chissà se Alabaster si sarebbe accorto della sua presenza, e se fosse venuto a cercarla. Al solo pensiero alla ragazza venne la pelle d'oca. Se davvero quell'uomo voleva farle del male, non c'era neppure bisogno che arrivasse da lei, visto che Luna si era già rivelata un'ottima marionetta...Senza neppure accorgersene, accelerò l'andatura. Doveva trovare Altair al più presto. Sempre che non fosse arrivata troppo tardi. L'idea che il ragazzo potesse essere ferito, se non addirittura morto, era inconcepibile. Una nuova energia la costrinse a proseguire, finché dopo quello che le parve un tempo interminabile un'altro suono non si unì a quello dei suoi respiri tremanti. Il rumore di catene che sbattevano l'una contro l'altra, come se dovessero tenere a bada un'animale furioso...
Altair. Luna si mise a correre, così felice che il ragazzo fosse ancora vivo...ma dovette fermarsi, il cuore in gola, quando si accorse che non era solo. Una dozzina di Ombre si muovevano attorno a lui, pungolandolo con tentacoli di buio, e il ragazzo si divincolava, un'espressione di dolore e terrore dipinta sul viso...Da quanto tempo andavano avanti in quel modo? Altair stava soffrendo terribilmente, e Luna si senti come se le ombre stessero attaccando lei, azzannandole l'anima e soffocando il suo cuore, avvolgendola in spire di oscurità.
-Ferme! State lontano da lui!- urlò. Solo in quel momento si ricordò dell'assurdo potere che esercitava su quelle creature demoniache. Le Ombre si allontanarono meste, e Altair si accasciò al suolo. Luna corse da lui, angosciata. Gli si inginocchiò accanto, prese le sue mani ghiacciate tra le sue, e la preoccupazione era così tanta che quasi non si accorse dei brividi elettrici che quel contatto le causava. Sfiorò con dita tremanti le profonde escoriazioni sui suoi polsi, nei punti in cui le catene avevano sfregato contro la pelle del ragazzo.
-Altair, Altair ti prego, svegliati...- mormorò. Il suo sguardo stravolto si spostò sui lineamenti angelici del ragazzo, sulla sua pelle di un pallore mortale, e mentre Luna lo guardava cercò con tutta sé stessa di non mettersi a piangere. Non c'erano altre ferite visibili sul suo corpo, e questo fece aumentare ancora di più la sua ansia. Cosa poteva avergli fatto Alabaster?Luna stava ansimando, i respiri le uscivano veloci e strozzati, come per compensare la totale immobilità del petto del ragazzo. Forse era davvero troppo tardi. Si lasciò sfuggire un singhiozzo. Altair giaceva ai suoi piedi, aveva un terribile bisogno di aiuto, ma lei non sapeva cosa fare. Si era davvero illusa di poter semplicemente andare da lui e aspettare di trovarlo esattamente come lo aveva lasciato? Luna gli scostò un paio di ciocche candide dalla fronte, e si sorprese che fossero così lisce, quasi argentee nella stanza semibuia. In quel momento, il ragazzo si mosse, e lei indietreggiò, sorpresa e spaventata. Altair cominciò a tossire, e quei colpi secchi furono quasi un sollievo per lei. Per un secondo aveva creduto che il ragazzo potesse essere morto. E invece era vivo. Malridotto, ma vivo. Le iridi ghiacciate si voltarono verso di lei, e ci misero un'istante a riconoscerla.
-Luna...- sussurró il ragazzo, il solito timbro dolce ora rauco e spezzato. Altair faceva fatica persino a respirare. Il ragazzo si risollevò, ma poi ritorno ad accasciarsi al suolo, stremato. Luna lo vide dirignare i denti. Sembrava furioso, anche se aveva appena le forze per parlare. Il suo sguardo magnetico ritornò su di lei, e per qualche motivo il ragazzo sembrava terrorizzato.
-Luna, che ci fai qui? Devi andartene...- Altair ricominciò a tossire, e lei si sentì incredibilmente impotente di fronte alla sua sofferenza.
-Altair, dobbiamo andarcene di qui- disse lei, ma lui non la stava ascoltando. Scuoteva la testa, contrariato.
-Perché sei venuta? Perché vuoi ancora salvarmi, dopo tutto quello che ti ho fatto passare?- le chiese.
-Perché tu dici di essere cattivo, ma non lo sei, e io...-
-No, Luna. Basta. Ti prego- Altair si prese la testa tra le mani, e la sua voce traboccava disperazione.
-Io ti ho abbandonata, ti ho lasciata sola, ti ho spezzato il cuore, come puoi non odiarmi?-
-Non potrei mai odiarti-
-Luna, non sai quello che dici, hai già visto ciò che sono in grado di fare, e porterò solo dolore nella tua vita. Ogni cosa che faccio e sbagliata, ed è così insopportabile vederti soffrire a causa mia...-
-Allora non farlo. Non farmi soffrire- disse lei con dolcezza.
-No, forse per un po' sembrerà che le cose andranno per il verso giusto, ma poi ti pentirai di non avermi lasciato qui a morire. Me lo merito, Luna, merito tutto questo, perché sono un mostro- insistette Altair.
-Non è vero. Se fossi davvero malvagio, non mi avresti mai salvata-
-Ma quella è una cosa diversa-
-No, non la è-
-É solo che...con te riesco...non so...ad essere umano...ma tu ne paghi le conseguenze. E questo proprio non posso accettarlo- alzò il viso a guardarla, e i suoi occhi di ghiaccio si incatenarono a quelli di Luna.
-Altair, tu non meriti nulla di tutto questo-
-E invece me lo merito. Tu non capisci- il ragazzo sembrava sul punto di spezzarsi.
-Io capisco benissimo-
-No, invece- Altair si alzò in piedi, e le rivolse uno sguardo straziato.
-Se non fosse stato per me, nulla di tutto questo sarebbe mai accaduto. Non ci sarebbe stato nessun universo sul punto di collassare, nessuna stella strappata dal firmamento, nessuna vita da sacrificare-
Quelle parole la colpirono come lame.
-Ma non è stata davvero colpa tua...- provò a obiettare.
-Io ho scelto di aiutare Alabaster. Io ho preso tutte quelle stelle. Sai quante persone hanno perso l'unica cosa per cui valeva la pena vivere, a causa mia? Hai idea di cosa significa passare la tua intera esistenza senza un briciolo di speranza, essere condannati a una vita senza la possibilità di sognare?-
Quelle parole la colpirono come lame, e ora il ragazzo le faceva quasi paura. Non l'aveva mai visto così arrabbiato.
-No, non lo so. Hai ragione. Ma non m'importa-
Altair la guardò come se non potesse credere alle sue parole. Luna gli prese con delicatezza le mani, attenta a non toccare le ferite sui polsi.
-Non ti interessa se sono cattivo, non mi odi per tutto quello che ho fatto?-
-No-
Lui fece un mezzo sorriso.
-Ancora una volta, rendi ogni cosa più difficile. Ma ormai mi sono arreso. E io sono un'inguaribile egoista-
-In che senso?-
-Nel senso che sono così orribile da non riuscire a non godere della tua presenza- disse con voce suadente, e quelle parole le accarezzarono le guance, facendola arrossire. Luna non seppe cosa rispondere.
-E ora dobbiamo andare. D'accordo?-
Il ragazzo si morse il labbro poi annuì. Forse perché non aveva più le forze per proseguire quella discussione. Forse per qualche altro motivo che Luna non comprendeva.
-A quanto pare, non ho altra scelta-
-Ottimo, allora- Luna gli rivolse un sorriso timido. Fece apparire la sua spada, che baluginò nell'oscurità.
-Aspetta, e con questa che vuoi fare?- le chiese Altair nervoso. Lei trattenne una risatina nervosa, mentre faceva roteare la lama e recideva le catene attorno ai suoi polsi.
-E ora andiamo- disse, prendendolo per mano e trascinandolo fuori da quella stanza.
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Little Star
FantasySole e Luna, due gemelle che più diverse non si può. Una estroversa e luminosa come una fiamma danzante, l'altra timida e a tratti gelida e tagliente. A unirle Vy, lo loro sorellina minore, l'innocenza fatta persona. La loro vita è normale e monoton...