La pietra sotto ai suoi piedi si spaccò in centinaia di pezzi, e per un momento Luna pensò che fosse finita, che sarebbe morta seppellita da un cumulo di macerie. Cercò di non precipitare, mentre i blocchi di pavimento s'inclinavano, scricchiolando in maniera angosciante, rompendosi insieme ad ogni sua pallida speranza. La pietra sotto di lei cedette, e lei chiuse gli occhi, neppure in grado di provare un briciolo di paura mentre tutto attorno a lei crollava. Rimase pietrificata qualche attimo, in attesa di sentire le ossa rompersi al momento dello schianto. Pensò a quanto la sua morte sarebbe stata infelice e squallida, senza neppure il piacere di aver quantomeno tentano di combattere. Ma forse si sbagliava, perché a quel punto il suo cervello sarebbe dovuto essere già spiaccicato al suolo e non più in grado di piangersi addosso. Luna socchiuse le palpebre. Il frammento di pavimento su cui era in piedi, poco più che un metro quadrato di superficie, ondeggiava pericolosamente, e lei dovette impiegare tutte le sue forze per rimanere in equilibrio. Si guardò attorno, stupita di essere ancora viva. Nuvole dense e nere si erano addensate sopra le loro teste, e il suo cuore saltava un battito ogni volta che queste venivano squarciate da potenti fulmini violetti. Sembrava di essere finiti in un incubo, ed ogni sensazione era tremendamente amplificata da quella paura crudele e agonizzante che ora era tornata a farsi sentire, e le stritolava le ossa in una morsa ferrea. Era sola, sospesa nel vuoto, e intorno a lei regnava il caos più assoluto. Schianti, boati e clangori assordanti riegheggiavano nell'aria, accordandosi al battito frenetico del suo cuore. Ciò che era rimasto in piedi delle pareti gemeva come fosse dotato di vita propria, e sotto i suo occhi angosciati le fiamme divoravano la metà di pavimento che ancora era rimasta intatta. L'altro lato, invece, quello dove si trovava lei, non era crollato come aveva creduto, ma i frammenti di pavimento erano rimasti sospesi a diverse altezze, come se il tempo si fosse fermato. La ragazza non fece in tempo a riflettere sulla questione che frecce infuocate sibilarono a pochi centimetri dal suo naso, e lei si abbassò per scansarle. La piccola porzione di terra a cui si teneva s'inclinó maggiormente, e lei rischio di scivolare. Nonostante tutto, però, una piccola parte di lei fu sollevata di vederle. Significavano che Sole era ancora viva, e in grado di combattere. Una volta ritrovata la stabilità, Luna notò un guizzo di luce parecchio lontano da lei. Vy era rinchiusa dentro a una gabbia di vetro, sospesa a mezz'aria, i piccoli pugni che battevano invano sulle pareti trasparenti, grida mute che uscivano dalla sua bocca. La ragazza impallidì. Se Vy era lì dentro, allora la musica del flauto non avrebbe potuto essere di alcun aiuto. Doveva farla uscire, prima che fosse troppo tardi. I frammenti di pavimento erano sparpagliati ovunque, a diverse altezze, e Luna si costrinse a respirare, mentre si metteva in posizione. Sotto di lei, il buio l'attendeva, pronto ad inghiottirla al primo passo falso. Non aveva idea di quanto profonda fosse quella voragine, ma aver sfidato la morte più volte in un periodo di tempo così ravvicinato la faceva sentire terribilmente intrepida. Saltò, e atterrò malamente sul blocco successivo, rischiando di scivolare. Continuò ad avanzare, incerta e malferma, mentre folate di vento bollente la investivano con foga e schegge di buio le sfrecciavano accanto. Proseguì, un salto dopo l'altro, Vy sempre più vicina intanto che lei cercava di ignorare la preoccupazione e la paura che le scuotevano il petto. Ansimante, si accorse che ora mancavano solo un paio di metri alla gabbia in cui la sorella era rinchiusa. Si preparò all'ultimo balzo, più lungo degli altri, e per poco una stretta al petto non la fece cadere. Un terrore gelido e irrazionale s'impossessò di lei, facendola irrigidire. Istintivamente, i suoi occhi corsero per la sala distrutta, e Luna capì ciò che stava cercando solo quando il suo sguardo venne calamitato da un lampo bianco fin troppo familiare. Altair si muoveva veloce, passando in volo da una roccia all'altra, provando a sfuggire al nugolo di Ombre che sembravano dargli la caccia. Ben presto, però, le creature lo raggiunsero, accerchiandolo, schioccando i tentacoli con fare minaccioso. Il ragazzo era circondato, ora, e Luna si sentì sprofondare, mentre le Ombre lo sopraffacevano. Vy era a pochi metri da lei, sarebbero bastati pochi passi per raggiungerla, ma il suo cuore aveva già preso una decisione. Disperata, Luna si allontanò dalla sorella, per andare a salvare il cacciatore di stelle.
***
C'era rosso, tutt'intorno a lei. Un calore insopportabile che la circondava, minacciando di soffocarla. Quando la voragine si era spalancata, Sole e Jason erano stati sbalzati in malo modo da un lato della stanza, quasi una forza invisibile li avesse spinti via, e non c'era stato modo di tormentarsi su dove fossero gli altri. Le fiamme li avevano circondati, un muro bollente che impediva loro di vedere cosa stesse accadendo dall'altra parte, e neppure i poteri della ragazza erano serviti a placarle. Quel fuoco non era come il suo. Era più scuro e rabbioso, quel tipo di fuoco che distruggeva villaggi e faceva bruciare l'inferno. Sole era vicina al ragazzo, la fronte imperlata di sudore e il respiro affannoso. Era tutto caldo, caldo, caldo. Troppo. Si guardava intorno, incapace di capire appieno cosa stesse succedendo. Che cosa voleva fare Alabaster? Si chiese, mentre il panico e il senso di claustrofobia prendevano le redini del suo cuore, torturando la sua spina dorsale con brividi freddi e angoscianti. Davvero a quell'uomo senza un minimo di lucidità sembrava una buona idea arrostirli vivi?
-Che facciamo, ora?- chiese Sole, cercando di moderare la voce perché non somigliasse a quella di un uccellino impaurito. Jason la guardò con quegli occhi da sogno che i riflessi delle fiamme rendevano dorati.
-Siamo in trappola. Tu che faresti?- le chiese.
Urlerei a scuarciagola, mi rintanerei tra le tue braccia. Chiuderei gli occhi e aspetterei di svegliarmi da questo incubo che si traveste da sogno. Pregherei Alabaster di fermare tutto questo. Ti bacerei, perché penso sia l'ultima volta che potrò farlo.
-Se ci fosse Luna, potrebbe aggiustare tutto con un po' dei suoi poteri- Sole si prese la testa tra le mani, ansiosa di scoprire quanto il caldo avrebbe impiegato a darle alla testa.
-Ma Luna non c'è-
-Lo so. Senza di lei non so fare nulla- si scusò. Che cosa poteva combinare, a parte una marea di guai? Jason voleva forse che alimentasse le fiamme con altro fuoco? In quel momento non poteva essere d'aiuto.
-Penso che tu sia più che capace di eguagliare tua sorella- ribatté Jason.
-Ti sbagli- ribadì lei, fissandosi le suole delle scarpe consunte. Stavano solo perdendo tempo. Lei era...una mano la fece girare con delicatezza la testa, e il ragazzo la costrinse a guardarlo negli occhi. Ma Sole non gli diede il tempo di parlare. Si scostò bruscamente.
-É tutta colpa mia. E se avesse avuto ragione Alabaster?- piantò il suo sguardo verde speranza in quello di Jason.
-Forse vi ho soltanto delusi tutti- mormorò, la voce rotta. Le lacrime le pizzicarono gli occhi, e lei si perse tra le fiamme, sconfortata. Passò il dorso della mano sulla fronte, cercando di calmarsi, ma quel senso di inadeguatezza che percepiva mordeva la sua anima, lasciandola sola e impaurita.
Un battito secco di mani attirò la sua attenzione.
-Ma che bel teatrino, complimenti. Davvero, è sorprendente quante emozioni discordanti voi ragazzini possiate provare. Insomma, quanto dramma per nulla! Devo dire che il retroscena fa la sua parte...- Alabaster sogghignò, il volto illuminato dai bagliori sinistri delle fiamme che minacciavano di divorarli.
-Peccato che ora la pietà non vi servirà a nulla. Non ditemi che pensavate seriamente di poter entrare industurbati nel mio palazzo più volte, senza poi pagarne le consegne- continuò l'uomo con voce fasulla. Poi il suo sguardo folle si spostò sul viso della ragazza.
-Mi dispiace molto, Sole. Ma dovresti saperlo, che ogni azione ha una conseguenza- il sorriso scintillante si aprì sul volto del sovrano.
-Questa è la tua ultima possibilità, Sole. Arrenditi-
Le parole uscirono dalla bocca della ragazza, taglienti e incontrollabili come il fuoco che li circondava.
-Preferisco morire piuttosto che arrendermi a te- pronunciò, inesorabile.
Alabaster continuò a sorridere, con una calma innaturale. Una punta oscura, simile a una lama di buio, si formò sopra la sua mano.
-Desiderio esaudito-
La punta scattò, dritta verso il cuore di Sole. Ma poi la sua direzione cambiò.
-Jason, no!-
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Little Star
FantasySole e Luna, due gemelle che più diverse non si può. Una estroversa e luminosa come una fiamma danzante, l'altra timida e a tratti gelida e tagliente. A unirle Vy, lo loro sorellina minore, l'innocenza fatta persona. La loro vita è normale e monoton...