Parte 6. Viaggio

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-Come scusa?- chiese Sole

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-Come scusa?- chiese Sole. Non erano affatto pronte invece, sapevano a malapena ciò che dovevano fare e avevano fatto solamente pochi giorni di pratica con i poteri appena scoperti. Ma Pantu non la stette a sentire.
-Partiremo domenica notte- annunciò.
-Ma oggi è sabato, quindi abbiamo meno di 36 ore e 45 minuti per prepararci!- strillò Luna, che con la matematica era sempre stata un genio.
-Non c'è problema- la corresse invece Sole risoluta. Dopotutto, più tempo passavano a tentennare e più avrebbero trovato lati negativi per non partire, quindi era meglio fare subito ciò che dovevano fare, senza temporeggiare.
-Qual è il piano?- domandò. Inoltre, non aveva ancora capito bene quale fosse il loro obiettivo.
-Lo scopo della missione è fare in modo che il sovrano malvagio non uccida più stelle, perché altrimenti le porterebbe all'estinzione e incrinerebbe i delicati equilibri delle galassie. Il problema è che a quanto risulta è già riuscito a incanalare dentro di sé un po' della loro magia, e quindi non possiamo fermarlo senza un aiuto. Quindi, mie care, per prima cosa ci dirigeremo su Marte, che in caso non lo sapeste già è il pianeta delle profezie, nel quale si trova l'Oracolo di Selash. Dobbiamo consultare l'Oracolo, che ci dirà come proseguire la missione.-
-Facile- commentò Sole sarcastica.

Domenica pomeriggio, la grande casa di campagna era in gran fermento. Le tre sorelle stavano preparando ognuna un grande zaino, che riempirono di vestiti, coperte, matite, quaderni e altri oggetti che trovavano utili per lo scopo, come un piccolo telescopio e una bussola, che Vy stava infilando nella sua borsa in quel momento.
-Non penso che quella funzionerà nello spazio- le disse Sole. La sorellina la guardò con quei suoi occhioni da cerbiatto, sbatté le palpebre un paio di volte e poi rispose convinta:- non si sa mai-
La mamma intanto aveva preparato loro qualche spuntino per il viaggio, ovviamente con l'idea che le sue tre bambine si stessero dirigendo a un divertente campo estivo, certamente non a salvare il mondo in qualche galassia sperduta. Anche i morbidi panini con le gocce di cioccolato e i biscotti alla vaniglia furono infilati negli zaini strapieni. A vedere quelle prelibatezze cucinate con tanto amore, un moto di tristezza invase Sole. Non voleva mentire ai propri genitori, menchemeno partire per mondi sconosciuti senza sapere quando e se sarebbe tornata. Poi però pensò alle terribili conseguenze se non avesse neppure provato a fare qualcosa di buono, e si fece forza. Raccolse tutto il suo coraggio e sorrise, perché era sempre stata una persona radiosa e preferiva affrontare le cose in modo ottimista, anche quando l'ottimismo non corrispondeva minimamente con la realtà. Per l'ora di cena tutti i preparativi erano stati ultimati. Gli zaini erano accanto al letto, insieme a maglietta e pantaloncini sportivi e scarpe da montagna. Anche la faccenda della partenza a tarda notte era stata sistemata, con un'inganno davvero notevole. Avevano deciso che sarebbero andate con un pullman, che passava proprio verso le quattro del mattino a casa loro. In realtà avrebbero lasciato la sicurezza della loro casa molto prima, verso la mezzanotte. Scesero a mangiare, ma il piacevole chiacchiericcio che di solito animava la sala da pranzo era sostituito da un silenzio dovuto alla tristezza e al pensiero di dover lasciare il luogo tanto amato. Solo al momento del dolce il papà parlò:- Io e la mamma abbiamo deciso che domani mattina non dovrete svegliarci quando arriverà il bus. Confidiamo che siete abbastanza mature da poter eseguire un compito così semplice,-disse- e poi non vorrete di certo vedere vostra madre piangere disperata per una gita di qualche settimana!- aggiunse poi ridendo. Le bambine accennarono un sorrisino, poi ritornarono in quello stato un po' apatico di prima. Dopo un tempo che parve loro infinito venne il momento di andare a letto. Come da copione, tutte e tre si misero sotto le coperte e finsero di dormire. Finsero per i primi dieci minuti perché poi, esauste, si addormentarono davvero, finché alcune ore dopo vennero svegliate dai delicati scossoni di Pantu. Pigramente si trascinarono giù dai letti, le palpebre pesanti e le membra indolenzite, raccolsero gli zaini da terra e di soppiatto per non essere scoperte uscirono dalla porta sul retro. Quella notte tirava un vento freddo e avverso, quasi volesse dissuaderle dall'andarsene, che fece rabbrividire Sole nei suoi abiti leggeri. Ora era completamente sveglia, però, soprattutto perché il suo istinto le consigliava che c'era qualcosa di strano nell'aria. Ripensó qualche notte prima, a come erano uscite allo stesso modo per poi udire quel boato fragoroso ed essere catapultate in quella meravigliosa avventura. Le sembrava fosse accaduto un sacco di tempo prima, anche se in realtà erano passati solo pochi giorni. Si riscosse dalle sue congetture. Aveva cose più importanti cui pensare, per esempio come avrebbe fatto a raggiungere un pianeta che distava più di due anni luce da lì. Espresse le sue perplessità ad alta voce, e Pantu non le rispose, ma fece un cenno con la testolina di pezza a Vy. La bambina si mise al centro del campo in cui si trovavano, prese Starly fra i palmi delle mani aperti e chiuse gli occhi. Le piccole figure, illuminate dai raggi della luna, furono percorse da un fremito. Poi Vy sbatté le lunghe ciglia e si mise all'opera : incominciò a muovere le dita e le mani come se stesse guidando un'orchestra, con la stellina che copiava ogni sua mossa. Un nugolo di nebbia si addensò, in un baluginio di brillantini, andando a formare la figura indistinta di una barca, una di quelle che i bambini costruivano con la carta di giornale e facevano poi galleggiare nelle pozzanghere, solo molto più grande, della dimensione di un letto matrimoniale. A un colpo secco della mano di Vy il fumo multicolore si dissipò e la barca rimase sospesa per aria, galleggiando dolcemente da un lato all'altro. Sole capì che la sorellina aveva appena attinto alla magia di Starly, ed entrambe le dolci creaturine la guardavano esultanti, ma si vedeva che avevano esaurito tutte le loro energie. Per quella notte, almeno.
-Vy è stata davvero brava, ma noi dovremmo percorrere milioni di chilometri su una barchetta di carta - disse Luna
-Proprio così, ma sarai tu a condurla a destinazione- rispose il topino.
-E per quale motivo?-chiese.
-Bé, immaginati lo spazio come un' enorme oceano fatto di sogni e magie. Puoi controllare, in piccola parte, queste enormi maree dell'universo, piegarle alla tua volontà e convincerle a guidarci incolumi a destinazione- fu la risposta.
-Penso sia fattibile...- commentò la ragazza, ma le si leggevano sul viso i mille dubbi e perplessità.
Nonostante le incertezze riguardo la positività dei risultati che avrebbero ottenuto, tutti e cinque salirono sul loro barcollante mezzo. La carta non era poi molto rigida, e sembrava di essere seduti su un materasso, quindi decisero di stendere le coperte e i cuscini che avevano portato e crearono tre comodi giacigli in cui passare la notte.
Caricarono prima la sorellina più piccola e Starly, che non avevano neppure la forza di reggersi in piedi dopo il complesso incantesimo, poi salirono anche loro agilmente, aiutando Pantu che con le sue corte zampette non poteva certo saltare così in alto. Sole andò a sistemare il giaciglio di Vy, in modo che fosse caldo e confortevole. Mise meglio il cuscino sotto la testolina addormentata e le rabboccò le coperte. Guardò la sorellina, così piccola e fragile con a fianco la stellina accoccolata tra le braccia sottili, e si chiese se fosse riuscita a sopportare l'enorme fardello che doveva portare. Delicatamente, le spostò una ciocca di capelli color nocciola dietro le orecchie, e per qualche minuto contemplò il bel visino, sereno nel sonno, la boccuccia che esprimeva felicità e il buffo nasino all'insù.
Avrebbe voluto restare sveglia durante tutta la durata del viaggio, ma appena si sistemò nel letto improvvisato un'ondata di stanchezza la inondò e si sentì esausta. Prima di rendersene conto, nonostante tutti i suoi tentativi per non addormentarsi, il sonno arrivò, fece chiudere i suoi occhi e tutto divenne buio. Riuscì a vedere Luna però, concentrata davanti a lei, che fece salire la barchetta in alto, sempre più su, poi finì nel mondo dei sogni.

 Riuscì a vedere Luna però, concentrata davanti a lei, che fece salire la barchetta in alto, sempre più su, poi finì nel mondo dei sogni

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