Parte 47. Finalmente

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Jason la guardava, e l'unica cosa che Sole riuscì a pensare era che la sua bellezza le toglieva il fiato. Lì, con i capelli scompigliati dal vento, la pelle bronzea e luminosa, i tratti duri ma affascinanti, sembrava un angelo ribelle. Si perse nel sorriso che le venne rivolto, splendente come una stella nel buio, e sperò con tutta sé stessa di sprofondare in quelle iridi di pagliuzze dorate tanto tormentate. Cosa le importava se Jason si era comportato in maniera sbagliata con lei, se l'aveva fatto per proteggerla? Nulla, non le importava niente di quello che era accaduto. Le interessava soltanto lui, Jason, perfetto anche con tutte le sue colpe, i suoi difetti, i suoi vuoti, che Sole amava con tutta sé stessa e avrebbe in tutti i modi cercato di colmare.
Ricambiò quello sguardo malinconico con un sorriso radioso. E fu a quel punto che il ragazzo fece una cosa impensabile, che fino a qualche minuto prima Sole si era rassegnata al fatto che non sarebbe mai accaduta. La sua vita sottile venne circondata con delicatezza dalle sue braccia forti, e lei sentì nascere una sicurezza dentro di lei che non aveva mai creduto di possedere, come se il suo cuore avesse aspettato quel momento da tutta la vita.
La distanza fra loro si annullò, e non ci fu bisogno di parole.
Qual è il tuo sogno, Sole? Si domandò, mentre tutta la sua anima gridava la risposta a squarciagola.
Era così vicina che il profumo di Jason le inebriava i sensi, ma non abbastanza da non rendersi conto di quello che sarebbe successo. Il ragazzo chinò il viso, avvicinandolo al suo, i loro nasi che quasi si sfioravano, e il suo cuore prese a battere così forte che temette che lui potesse sentirlo. L'unica cosa che riuscì a pensare, era che il ragazzo era più alto di quanto si era aspettata, tanto che lei doveva stare in punta di piedi per arrivare all'altezza giusta, mentre le loro labbra si incollavano.
E poi ci fu solo luce, fuoco, un vento infernale e le loro labbra premute l'una contro l'altra. Nient'altro, a parte loro due e la loro passione bruciante, così pura e sincera da fare impazzire. Ed era come la più bella delle magie, e il sogno di Sole finalmente si avveró. Dischiuse le labbra, e il respiro di Jason si mischiò al suo, sfiorandole la gola come una carezza calda e inondandole i polmoni. Sole mise le mani attorno alle sue spalle, mantre Jason le accarezzava i capelli, e lei poté solo pensare, con una punta d'angoscia ad offuscare quelle magnifiche senzazioni che la circondavano, a quanto dovessero essere crespi e spettinati. Ma al ragazzo non sembrava importare, e le loro bocche continuavano a rimanere attaccate, come se fossero una cosa sola. Perché forse era davvero così. Forse erano solo piccole stelle, minuscole e insignificanti, ma insieme erano così forti che nulla averebbe potuto fermarli. E Sole in quel momento si sentiva così, una stella sul punto di esplodere, in grado di distruggere qualsiasi ostacolo grazie all'amore bruciante che sentiva dentro.
Si staccarono per un attimo, ansimanti, e lei appoggiò, la testa sul suo petto.
-Ti amo- sussurrò.
Ed era possibile amare in una maniera tanto definitiva a quattordici anni? Sole credeva di sì, che certe emozioni non hanno età, sbocciano quando il cuore si sente pronto, come un fiore che apre la sua corolla variopinta ai primi raggi del sole.
-Anch'io- le rispose Jason, prima di tornare a baciarla. E quella miriade di emozioni riesplose nel suo petto, diffondendo il loro calore travolgente in tutto il corpo, facendola sentire euforica, viva e piena di luce. In quel momento, pensò che nulla sarebbe mai più riuscito a dividerli, lei non l'avrebbe permesso neanche al più atroce dei dolori. Avrebbe colmato i vuoti di Jason, rattoppato gli strappi del suo cuore distrutto dal senso di colpa, avrebbe fatto tutto, si sarebbe spenta, per lui.
Fu in quel momento che Sole la percepì, una consapevolezza che prendeva pian piano forma nella sua anima. E la parte di cervello che non era impegnata a cercare le labbra morbide di Jason la immaginò. Tess, la Tessitrice di Sogni, che nella sua casa di legno prendeva la cordicella del suo sogno, di un rosso fiammante, e la faceva dissolvere nell'aria, per informarla che il suo sogno era stato realizzato.

Dopo un tempo interminabile, ma che a Sole sembrò comunque troppo poco, i loro visi si allontanarono, ma Jason non le stacco gli occhi di dosso nemmeno per un attimo. Sole sorrise, senza traccia di imbrazzo, e lui ricambiò, il suo sorriso che contaminó anche i lineamenti rendendolo ancora più irresistibile.
-Certo che ce ne hai messo di tempo- commentò lei ridendo.
-In che senso?- la sua faccia confusa la fece divertire ancora di più.
-Lo sai, in che senso- disse, cercando, di sembrare severa. Gli tirò una gomitata nel fianco, e Jason cercò di trattenere una smorfia di dolore.
-Sei tremenda-
-E tu sei un idiota- Sole gli fece la linguaccia.
-Non è vero-
-Sì, invece-
-E comunque il cesto è ancora vuoto, dovremmo sbrigarci se vogliamo tornare prima che faccia sera-
-Hai assolutamente ragione, oggi non mi va di subire l'ira di Luna, è meglio non farla arrabbiare se si vuole rimanere asciutti- disse lei scherzosa, scoccandogli un bacio sulla guancia mentre si incamminavano nel bosco. Si sentiva felice e serena come non mai.

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