Parte 54. Marea

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Luna ritornò al faro, ancora scombussolata dallo scambio avuto con Altair. I segreti del ragazzo... perché continuava a ostinarsi di essere cattivo? Altair era freddo, rigido, come un blocco di marmo o una statua di ghiaccio, ma Luna era sicura che sotto ci fosse qualcosa di più. L'aveva visto, nella profondità tormentata che neppure il vuoto nei suoi occhi riusciva a nascondere, nei suoi sorrisi sghembi e malinconici, eppure terribilmente sinceri. Ma allora perché, nonostante lo avesse implorato più e più volte, lui non voleva credere di poter essere buono?
Era come se ci fosse qualcosa di rotto in lui, questo non poteva negarlo, ma avrebbe comunque voluto aiutarlo. Perché tutto si può aggiustare, non era così? Dopotutto, quando Luna era vicino ad Altair sentiva la corazza del suo cuore di ghiaccio andare in frantumi. Lei con Altair poteva essere sé stessa, la ragazza gentile e piena di sogni che aveva sempre voluto essere, come se il ragazzo, semplicemente standole vicino, facesse battere più forte il suo cuore. Perché Luna non avrebbe potuto fare lo stesso per lui?

Mentre pensava, salì fino in camera loro, dove Starly era adagiata sul letto di Vy, con la sua luce che era ormai più grigia che dorata. La sorellina stava al suo fianco, sussurrandole parole incomprensibili, che dovevano essere di conforto. La bambina aveva gli occhi colmi di preoccupazione, le labbra morbide piegate all'ingiù.
-Vy- la chiamò piano, sperando di non disturbarla. Vy subito si diresse verso di lei.
-Cosa c'è?- chiese.
-Potresti prestarmi la tua barca di carta?-
-Dipende. A cosa ti serve?-
Vy strinse gelosamente il ciondolo della barchetta che portava al collo.
-A riprendermi la chiave. Sarà una cosa veloce, promesso-
Lei la guardò ancora diffidente per qualche attimo, prima di staccare il ciondolo e passarglielo.
-Grazie, Vy- disse lei, dirigendosi già verso la porta. Era ormai quasi alle scale, quando la vocina sottile della sorella la richiamò.
-Riusciremo a salvarle?- ripeté Vy.
-Chi?-
-Le stelle-
Luna, intenerita, sorrise con dolcezza.
-Ma certo che le salveremo- disse, abbracciandola.
-Starly, le stelle, e anche Tess, Bellatrix, e tutti i mondi che ancora non abbiamo esplorato- la rassicurò.
Bugiarda.
In realtà, la loro missione sembrava così impossibile che era difficile mentire su di essa. Ma a volte le bugie erano necessarie, se davano a Vy qualcosa in cui sperare. Anche se il loro sogno era impossibile quanto contare tutte le stelle del firmamento.
-Ti voglio bene, Luna-
Vy era piccola, e in quel momento aveva bisogno di conforto. Luna si sentì terribilmente in colpa per averla trascinata in quell'operazione suicida.
-Anch'io ti voglio bene-
E quella non era una bugia.
-Tanto io sono sicura che tornerai-
-E perché?-
-Perché se tu non torni, allora verrà Altair a salvarti-
Luna corrugò la fronte.
-E per quale motivo dovrebbe farlo?- chiese.
-Perché non sarebbe la prima volta. E perché Altair è l'acqua, e tu la luna dal quale si sente terribilmente attratto. Voi siete come la marea. Se tu ti muovi, lui ti seguirà. Sempre. Proprio come l'acqua e la luna, che si rincorrono all'infinito-

Poco dopo Luna era sola, fuori dal faro, il ciondolo freddo di Vy in una mano. Le sue parole le risuonavano ancora nella testa come una strana cantilena, un monito, una promessa, non avrebbe saputo dirlo con certezza.
La ragazza lanciò in aria il ciondolo, e la barca si dispiegò sotto ai suoi occhi, galleggiando a mezz'aria. Non aveva detto nulla a Sole o Jason, non era necessario. Sarebbe tornata prima che si accorgessero della sua assenza. Sempre che avesse capito veramente l'indovinello e che la sua interpretazione fosse corretta. Svelta, salì sulla barca di carta. Chiuse gli occhi, mentre sentiva la magia scorrerle nelle vene, e si allontanò dal faro, salendo sempre più su, fin quando Orbitron non divenne altro che un puntino azzurro lontano. Solo a quel punto si decise a cercare le luci luminose, mentre si dirigeva il più velocemente possibile verso la luna. Provò a chiamarle, ma poi si ricordò che non avevano un nome. Cercò di parlare con loro, ma visto che probabilmente le luci esistevano solo nella sua testa non funzionò. Intanto superava scie di polvere di stelle, astri luminosi, pianeti variopinti e sciami di meteore vorticanti. Tentò più e più volte di mettersi in contatto con le luci, sempre più spazientita man mano che la sua destinazione si avvicinava. Proprio quando stava per rinunciare, però, le luci apparvero, precedute dalle loro risatine irritanti, e cominciarono a danzare indisciplinate nel buio delle sue palpebre abbassate. Luna sorrise soddisfatta.
-Ho risolto il vostro indovinello- annunciò.
-L'hai risolto, l'hai risolto, l'hai risolto! Ma la tua risposta sarà esatta?- ridacchiavano le luci. La ragazza si era dimenticata di quanto le loro vocette acute fossero irritanti.
-Non lo so, e per questo che ve lo sto chiedendo- rispose infastidita.
-E allora? Qual è la tua risposta?-
-Luna. La vostra regina, alla quale avete dato la mia collana, si trova sulla luna-
-Quanto tempo è passato, troppo tempo, chissà se la nostra regina ha ancora con sé il nostro dono, ho lo ha perduto da qualche parte? Non sarebbe la prima volta, dopotutto, non sarebbe affatto la prima volta- le risatine continuarono.
Luna esasperata, le osservò mentre vorticavano e saltellavano come impazzite.
-Sarebbe una sfortuna, una vera sfortuna-
-Ma quindi ho indovinato oppure no?- chiese ancora, supplicante. Ma le luci non la stavano ascoltando-
-Ragazza innamorata, ragazza sfortunata- ripeterono, come una cantilena, mentre una alla volta sparivano, lasciando dietro di sé soltanto le loro risatine irritanti.
Luna riaprì gli occhi, angosciata. Almeno, ora sapeva di aver trovato la risposta corretta all'indovinello. Preferì non pensare a quello che avrebbe fatto, se la regina non avesse più avuto la chiave con sé. Sconfortata, si sedette sul fondo della barca, aspettando impaziente di arrivare.

 Sconfortata, si sedette sul fondo della barca, aspettando impaziente di arrivare

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