Parte 19. Bambole

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Sole era stufa di tutto quel rosa che, assieme all'odore di confetti scaduti, le faceva venire voglia di vomitare. Erano lì dentro da parecchio, oramai, ma non avrebbe saputo dire da quanto. Lì il tempo sembrava scorrere in maniera differente. Rammentava ogni evento accaduto, tuttavia non riusciva a collegare ogni cosa in modo logico. Una volta risucchiati, erano caduti in quello strano tunnel buio. Ricordava di aver stretto forte le mani di Vy e Jason, non prima di aver assicurato Starly e Pantu nello zaino, e sentire la presenza del ragazzo accanto a lei, sebbene riuscisse a malapena a vedere le loro dita intrecciate, le aveva dato la forza di continuare a sperare, inducendola a credere che, forse, non erano totalmente spacciati. Poi la caduta era finita, e si erano trovati in un salone privo di finestre, pieno di grosse gabbie per uccelli dorate, illuminata dalla luce di centinaia di candelabri appesi alle pareti. Si erano accorti solo qualche attimo dopo che erano atterrati dentro una delle gabbie, e impiegarono ancora qualche secondo per registrare il fatto che Luna non era con loro. Dove si trovasse, era impossibile dirlo. Sole non ebbe però il tempo di dare troppa importanza alla cosa, perché tutti i candelabri avevano smesso di brillare. Tutti, tranne uno, sotto al quale una bambina dell'età di Vy le dava le spalle. Era incredibilmente pallida e sottile, ed era vestita come una principessa a carnevale. Quando si voltò, la ragazza scoprì con orrore che non si trattava di una bambina, ma di una bambola, di quelle antiche, di porcellana. Da come si presentò, Sole capì subito che era pazza. Aveva detto di essere Bellatrix, la regina del Nulla, ma si poteva essere regine di qualcosa che semplicemente non c'era ? A quanto pareva, sì. La bambola aveva poi aggiunto che loro erano ora suoi ospiti in eterno, e avrebbero giocato per sempre con lei. Il modo in cui parlava, con la vocetta infantile falsamente innocente, inquietava la ragazza più di ogni altra cosa al mondo. Intanto , senza che neppure se ne fosse accorta, si erano ritrovati nella stanza con le pareti rosa confetto, Bellatrix aveva messo i loro zaini dentro uno degli armadi stregati. Ricordava che Vy si era stretta a lei il più possibile, spaventata ma soprattutto preoccupata per i due piccoli amici rimasti chiusi dentro l'armadio. La bambola aveva poi spostato con uno schiocco delle dita tutti e tre attorno a un tavolo rotondo, apparecchiato con caffettiere, tazze e tazzine, dalle quali uscivano delicate volute di vapore, e aveva legato loro i polsi con lunghi nastri dorati. Dovevano essere protetti da un qualche incantesimo, perché Sole aveva tentato più volte di infiammare il suo, senza successo. Aveva poi scoperto che nella stanza i poteri erano andati in tilt, e i legacci non erano affatto stregati in quanto sarebbe stato inutile farlo, dato che lì dentro l'unica a poter usare la magia sembrava proprio essere Bellatrix. Per quanto tempo erano rimasti seduti al tavolo? Non ne aveva idea. Fatto sta che a un certo punto Bellatrix aveva detto che avrebbe accolto l'ultima ospite e poi avrebbero preso il thè. Poi finalmente Luna era arrivata, anche se Sole non sapeva se essere sollevata o preoccupata. La sorella era salva, ma ora erano tutti in trappola.

Sole rimase a fissare il vapore uscire dalle teiere, domandandosi come fosse possibile che continuasse ad essercene dopo parecchie ore da quando si erano accomodati. Guardava il fumo contorcersi in volute sinuose, nascondendo i volti delle persone accanto a lei e rendendo ancora più inquietante il viso di porcellana di Bellatrix. Non le era sembrato strano il fatto che una bambola potesse essere umana, ma non poteva dire che la cosa la facesse sentire tranquilla. Per di più la spaventava l'amicizia che sembrava aver sviluppato con Luna. Le due si trattavano come ottime amiche da lungo tempo.Forse la gemella fingeva, non avrebbe saputo dirlo, dopotutto non riusciva mai a capire quando la sorella era seria e quando scherzava. Non differenziava mai bene le due circostanze. A complicare ancora di più le cose era il fatto che il suo viso era completamente avvolto da tutti quei vapori, tanto che riusciva appena a distinguerne la forma, figuriamoci l'espressione. Le balenò anche in testa un'idea più assurda, cui rifiutò di credere. Che fosse la bambola a far credere a Luna di essere dalla parte dei buoni, e che lei vi fosse cascata? No, era troppo intelligente per essere ingannata in maniere così subdola. Probabilmente era lei che cercava di ingannare Bellatrix, anche se per ora era semplicemente riuscita a farle spostare i nastri dai polsi alle caviglie. Perfetto, ora non avrebbero nemmeno potuto improvvisare una corsa fino all'altra stanza. Per qualche istante il vapore si dissipò, oscurando completamente il profilo di Bellatrix e mostrando a Sole il viso della gemella, che la fissava con i suoi limpidi occhi blu.
-Il pezzo?- mimó con le labbra, senza emettere alcun suono. Con un cenno della testa, Sole indicò il grosso armadio dentro al quale si trovava, insieme a Pantu e a tutte le loro cose.
-Dobbiamo andarcene subito di qui.- disse Luna.
-Non sappiamo dove siano le chiavi- le rispose, un po' muovendo le labbra un po' gesticolando.
Una voce, senza più traccia di ilarità , si levò tra il fumo.
-Non state bevendo il mio thè - disse con rabbia la bambola. Il volto ora visibile aveva perso il suo sorriso, e guardava truce la ragazza, spaventandola a morte. Si immaginò di essere trasformata in un qualche giocattolo, per poi essere rinchiusa dentro uno degli armadi, e probabilmente sarebbe accaduto se Luna non fosse intervenuta in suo aiuto.
-Siamo desolate ma...ecco...volevamo aspettarti prima di cominciare a gustarci questo delizioso thè...ma con tutto il vapore delle caffettiere non siamo riuscite a vedere se avessi cominciato o no, proprio così.-
-Oh, ma potevate dirlo prima- rise la bambola. Schioccò le dita di porcellana, e il fumo sparì, insieme a tutte le cose sparse sul tavolo. Senza più nulla a oscurarle la vista, Sole poté vedere un grosso mazzo di chiavi appeso al collo della bambola, seminascosto dai fiocchi rosa e dai merletti. Dovevano servire per le gabbie dorate e gli armadi. Ma come avrebbero fatto a prenderle? Ancora non lo sapeva, ma vide che anche la gemella aveva notato le chiavi. No, non stava guardando quelle. Seguì il suo sguardo, finché non vide con orrore che Bellatrix possedeva il secondo pezzo del flauto.

-È il momento di giocare!- annunciò la bambola entusiasta. Si alzò dal tavolo, che subito sparì insieme alle sedie, facendo finire Sole e gli altri a terra. Poi, come se se ne fosse dimenticata, tolse con un altro schiocco delle dita i nastri dalle loro caviglie. Finalmente la ragazza poté alzarsi in piedi. Bellatrix li fece sedere a terra.
-A cosa volete giocare?-
-Acchiapparella- rispose sicura Sole, ricevendo un'occhiataccia terrificante da parte delle bambola.
-Lei non può scegliere - disse, indicandola.
-Ma perché?- chiese con rabbia. In realtà conosceva benissimo il motivo per cui Bellatrix ce l'aveva con lei. Per tutto il tempo la ragazza non aveva fatto altro che lamentarsi e dare rispostacce, e la bambola doveva essersi offesa. Si pentì subito del suo comportamento, sperando che non avrebbe influenzato troppo sullo sviluppo delle vicende. Ne dubitava, però. Se c'era una cosa che ormai aveva imparato, era che ad ogni azione corrispondeva una conseguenza. E le sue azioni creavano sempre le conseguenze peggiori.

 E le sue azioni creavano sempre le conseguenze peggiori

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