Luna era a letto, la guancia adagiata sul cuscino, le palpebre che si chiudevano. Tuttavia, nonostante non riuscisse neppure a tenere gli occhi aperti tanto era stanca, non riusciva ad addormentarsi. Aveva sistemato Vy, le aveva preparato un bagno caldo riempiendo la grossa tinozza del bagno con i suoi poteri, poi l'aveva messa a letto, dandole un bacio sulla fronte e coprendola delicatamente con il lenzuolo blu, dopodiché anche lei si era lavata e si era lanciata sul letto, troppo esausta persino per parlare. E nonostante volesse a tutti i costi entrare nel mondo dei sogni, non riusciva a smettere di pensare. Ad Altair, a come il suo sogno fosse divenuto realtà, a come tutti suoi desideri si fossero unificati in quel ragazzo dagli occhi di ghiaccio, i lineamenti privi di qualsiasi traccia di colore e le labbra livide che lo rendevano comunque dannatamente affascinante, di una bellezza struggente, corrosiva, che riempiva il cuore di Luna e allo stesso tempo sembrava voler fare a pezzi la sua anima. E poi il suo sguardo, quelle iridi azzurre con così tante sfaccettature da sembrare diamanti, il modo destabilizzante in cui si incatenavano a quelle della ragazza, la stretta al cuore che provava ogni volta che quei brevi momenti infiniti terminavano, il lieve stordimento e la mancanza di aria nei polmoni che ne seguivano. Altair era diverso, diverso da chiunque altro avesse incontrato prima, e nonostante quello, nonostante non sorridesse mai, nonostante sembrasse il cadavere di un affogato, nonostante la sua pelle fosse gelata e i suoi occhi vuoti, un calore strano scaldava il cuore di ghiaccio di Luna. Era forse quello, l'amore? Una sensazione inebriante, misteriosa, un' attrazione incontrastabile come la marea?
La ragazza non poteva saperlo. Le avevano detto che l'amore era qualcosa di bruciante, passionale, qualcosa che ti faceva sprizzare gioia da tutti i pori e ti mandava nella più totale confusione. Certo, Luna era confusa, ma il suo, di amore, era qualcosa di diverso, delicato, una morbida seta tinta di tristezza che la avvolgeva nel suo abbraccio gelido. E lei adorava tutto quello, anche se era sbagliato, irrazionale e illogico, lei lo adorava. Adorava il modo in cui l'aria sembrava non riuscire a entrarle nei polmoni, adorava i giramenti di testa che provava quando i suoi occhi si fissavano in quelle iridi vuote che nascondevano una tempesta di emozioni. E, forse, era per questo che era sbagliata, perché il suo cuore di ghiaccio non era neppure in grado di amare come tutti gli altri. Perché lei era cattiva, nonostante si sforzasse ogni giorno di essere migliore, proprio non riusciva a diventarla, perché...finalmente le palpebre si chiusero, il respiro si fece più regolare, e Luna cadde nel buio oblio di un sonno senza sogni.Fu svegliata poche ore dopo, dai leggeri colpi sul legno della porta. Si mise a sedere e si guardò intorno, cercando di immaginare chi potesse disturbarla così tardi. O forse presto, non sapeva se fosse già passata la mezzanotte. Subito i suoi pensieri andarono ad Altair, ma neppure il desiderio di rivedere il ragazzo la fece smuovere dal morbido tepore delle lenzuola. Intanto il bussare si faceva più insistente, e Luna non poté far altro che alzarsi dal letto, le membra intorpidite e gli occhi impastati dal sonno. Rabbrividì quando i piedi, scalzi, toccarono il pavimento gelido. Si diresse verso la porta, immaginando con sarcasmo di presentarsi ad Altair con i capelli spettinati che le ricadevano davanti al viso e le guance rigate dalle pieghe del cuscino. Ma quando aprì la porta, non c'era traccia del ragazzo, e la delusione per un attimo superò la sorpresa di trovarsi davanti il guardiano del faro, che la guardava con quegli occhi grigi e acquosi.
-Chiama le tue sorelle - disse l' uomo con voce roca. La ragazza annuì, registrando appena le sue parole. Voleva solo tornare a dormire, infilarsi sotto le coperte e...
Sole si svegliò ancor prima che fosse arrivata al suo letto. In un attimo era in piedi davanti alla gemella, i lunghi capelli ondulati raccolti in un groviglio informe, gli occhi fiammeggianti. Sembrava tesa. Si aspettava forse una qualche minaccia? Luna rammentò solo in quel momento la breve assenza della sorella, poco prima che scivolassero sotto le coperte. O forse era accaduto quando erano arrivate nella loro nuova stanza? Non aveva prestato molta attenzione alla cosa.
-Che succede?- la sorella la fissava impaziente.
-Non lo so- rispose Luna con una scrollata di spalle.
-Mi hai svegliato nel bel mezzo della notte e non sai neppure il perché?- chiese Sole indispettita.
-Tecnicamente ti sei svegliata da sola, io non ho fatto nulla- rispose la gemella mettendo su una faccia imbronciata. Sole fece per ribattere, sicuramente con qualche cattiveria pronta, proprio sulla punta della lingua, quando una vocina sottile la interruppe.
-Cosa fate sveglie? È già mattina? E come può essere mattina se c'è ancora buio e nel cielo brillano le stelle? Forse...- Vy si stava stropicciando gli occhi, seduta sul letto.
-No sorellina,-la bloccò Luna - è ancora notte-
La bimba la guardava, i grossi occhi marroni spalancati, cercando di reprimere uno sbadiglio. Starly e Pantu dormivano accanto lei, la stellina che emetteva un debole bagliore dorato. Solo dopo qualche istante si ricordò della presenza del guardiano, ad attenderle appena dietro la porta socchiusa.
-Forza andiamo- incitò le sorelle. Insieme raggiunsero la porta. Nonostante cercasse in tutti i modi di restare sveglia, gli occhi di Luna cominciavano a chiudersi, e solo il pavimento gelido sotto i piedi riusciva a tenerla vigile. Girò la maniglia e l'anziano guardiano sorrise.
-Seguitemi- sussurrò.
Le condusse su per la lunga scala a chiocciola del faro, sempre più in alto, superando numerose porte e attraversando pianerottoli avvolti nella semioscurità, addolcita soltanto dai caldi bagliori delle candele. I passi delle ragazze erano silenziosi e leggeri, grazie alle notti passate a sgattaiolare fuori di casa per osservare le stelle, tanto che il povero guardiano dovette voltarsi più volte, per assicurarsi di essere seguito. Finalmente arrivarono alla fine della scalinata. Si trovavano su uno stretto pianerottolo, sopra il quale Luna notò esserci una piccola botola. Le dita ossute dell' uomo tirarono l' anello di ottone attaccato ad essa. Una scaletta di legno si dispiegò sotto agli sguardi curiosi delle sorelle con uno scricchiolio.
-Ho una cosa da mostrarvi- il guardiano cominciò a salire seguito dalle ragazze. Luna andò per ultima. Quando salì, e si guardò intorno nella stanza in cui si trovava, per più di un'attimo rimase senza fiato. Le ampie pareti circolari erano interamente fatte di vetro, intervallate da sottili giunture di ottone, cosicché sembrava di trovarsi all'esterno, con la pioggia che sferzava sulle lastre in una sorta di ipnotica melodia. Se si avvicinava ai vetri, Luna poteva scorgere il mare incresparsi impetuoso sotto di lei, e per un assurdo momento la ragazza ebbe l'impeto insensato di tuffarsi tra i flutti. Sapeva quanto le correnti potessero essere pericolose, ma era sicura che l'acqua non le si sarebbe mai rivoltata contro. Non poteva certo controllare una tale forza, non del tutto, almeno, ma poteva comunque essere assecondata con facilità. Scosse la testa. Non era lì per perdersi in pensieri assurdi. Si trovava in cima al faro perché...? Ah, vero. L'anziano signore che aveva deciso di ospitarli, nonostante fossero completi sconosciuti, doveva mostrar loro qualcosa. Luna si guardò intorno nella stanza. Non c'erano luci accese o candele a rischiarare l'ambiente, cosicché tutto era avvolto nella semioscurità. Al centro si poteva comunque notare un'ampia colonna, più larga che alta, di un qualche materiale opaco. Per il resto lo spazio era vuoto, tranne che per una grossa leva metallica, a un lato della colonna. Il guardiano la tirò, ed a un assordante rumore metallico ne seguirono altri di minore intensità, tanti piccoli click che riecheggiavano tra le pareti di vetro, in un'intricante melodia metallica. I suoni, che sembravano provenire dalla grossa colonna al centro, improvvisamente divennero deboli sussurri di sottofondo, e l'intera colonna si illuminò, di una luce calda e accecante, rivelando qualcosa, qualcosa di meraviglioso, un mondo meccanico fatto di rotelle e ingranaggi dorati. Tante piccole figure, non più grandi del palmo della mano di Luna, danzavano e si esibivano in mirabolanti acrobazie all'interno del pilastro, ognuna con un' ancor più minuscola torcia in mano. Era da lì che proveniva la luce, anche se la ragazza dubitava che quelle piccole lanterne riuscissero a produrne una così grande quantità. Le piccole personcine erano fatte interamente di metallo, eppure sembravano così...vive. C'erano piccole fanciulle dai vestiti sontuosi che si rincorrevano leggiadre, piccoli uomini con le spade nel fodero che sembravano discutere animatamente nei loro completi eleganti, giullari e acrobati che si esibivano in ogni anfratto.
-É meraviglioso...- sussurró Vy, le manine appiccicate al vetro che ora era tutto fuorché opaco.
-Jason lo adorerebbe- sussurró Sole a mezza voce, lo sguardo sognante. La voce della sorella era strana. Luna notò che aveva un timbro strano, più...dolce. Lo stesso tono che usava quando coccolava un cucciolo o trovava un uccellino con l'ala spezzata al limitare del bosco. La stessa delicatezza che riservava solamente alle rare occasioni in cui leggeva storie alla sorellina per farla addormentare, priva di qualsiasi traccia di arroganza o acidità. In pratica, la voce che mai avrebbe usato per parlare di un ragazzo. Anche se si trattava di Jason. O forse, era proprio quello il punto. Che quel ragazzo, che agli occhi di Luna non era altro che un amico, forse per Sole era qualcosa di più. Cos'altro le teneva nascosto la sorella? Avrebbero dovuto parlare al più presto e... Il guardiano del faro picchiò qualche colpo sul vetro della colonna, interrompendo il fiume di pensieri della ragazza. Tutte le testoline dorate dietro al vetro si girarono di scatto, minuscole espressioni sorprese dipinte sui volti, i corpicini rigidi, in attesa. Dopo qualche istante, improvvisamente, ognuno tornò a dedicarsi ai propri affari, ma qualcosa era cambiato. Ora le fiaccole che tenevano in mano erano tutte rivolte verso un punto indefinito all'esterno, e le figure avevano cominciato a spostarsi all'unisono, chi correndo, chi volteggiando e chi saltando, producendo così un grosso fascio di luce che girava attorno alla colonna, la luce tipica dei fari, quella che serviva alle navi per non incagliarsi contro gli scogli o andare a sbattere contro la terraferma. Era proprio come la luce di un qualsiasi faro Luna avesse mai visto, eppure c'era qualcosa di meraviglioso in quelle personcine meccaniche. E se rifletteva con attenzione, qualcosa di incredibilmente sbagliato.
-Aspetta un momento. Io credevo che... com'è possibile che la mag...- farfugliò.
-Come fa a esistere ancora un briciolo di magia in questo mondo sperduto?- il guardiano la interruppe -Ricortatelo bene. Fissatevelo bene in testa, tutte e tre. È forse questa la chiave di tutto. Possono toglierci i nostri poteri, ridurre a brandelli le nostre anime straziate, ma non potranno mai, e dico mai, privarci della magia del nostro cuore. State attente, lui sa che siete arrivate. E lui adora le sfide... finché non creano troppi problemi. Diffidate di chiunque, siate scaltre, non lasciate nulla al caso e, soprattutto, state attente alle Ombre. Sono ovunque, e lui le controlla...- il guardiano parlava, ma Luna non riusciva più a prestargli attenzione. Le palpebre sembravano volersi chiudere contro la sua volonta...e nonostante tutti i suoi sforzi sentì a malapena le ultime parole dell' uomo...
-girano voci, in città... sussurri oscuri nelle giornate ventose...che Alabaster abbia trovato un alleato...dicono che non abbia un cuore...che la sua anima sia fredda come la più gelida giornata d'inverno... lo chiamano cacciatore di...- Luna si addormentó, e si ritrovò cullata dolcemente in un mare denso e lattiginoso, dita lunghe e gelide che le accarezzavano dolcemente la fronte.
STAI LEGGENDO
Little Star
FantasySole e Luna, due gemelle che più diverse non si può. Una estroversa e luminosa come una fiamma danzante, l'altra timida e a tratti gelida e tagliente. A unirle Vy, lo loro sorellina minore, l'innocenza fatta persona. La loro vita è normale e monoton...