Magia

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Altair era seduto a terra, il fiato corto, i polmoni doloranti che, dopo essere stati troppo a lungo senza aria, ora sembravano non averne mai abbastanza. Sentiva dolore ovunque. Al petto, ai polsi scorticati dalle catene, ma soprattutto al cuore, nei punti in cui le parole di Alabaster lo avevano colpito,  lacerandolo, distruggendo quel poco che ne era rimasto. Sapeva che l'uomo aveva ragione, eppure non poteva, non voleva credere a ciò che aveva detto. Solo non riusciva a capire, perché, dopo tutto ciò, fosse ancora vivo. Il sovrano voleva ucciderlo, giusto? Ma allora perché non l'aveva ancora fatto?
Lo squadrò dal basso, con occhi freddi pieni di odio, ma nulla poteva scalfire la figura che si stagliava sopra di lui. Alabaster lo fissò con disprezzo.
-Forse mi sbagliavo, su di te. Forse non sei così insensibile come credevo, non è così?-
Altair non rispose.
-Ma non mi piace avere dei dubbi, dovresti saperlo. Perciò che ne dici se facessimo un esperimento? Ferire un'anima per torturarne un'altra. Mi sembra un'idea allettante- concluse vittorioso. Altair sbiancò, a quelle parole, e un'ira cieca prese possesso del suo corpo stremato.
-No- disse.
-Oh sì, invece- gli sorrise Alabaster. Altair scattò in piedi, strattonando le catene che lo tenevano prigioniero. Quell'uomo voleva fare del mare a Luna. Quell'uomo voleva torturarla, ucciderla, se fosse stato necessario, per il solo gusto di vederlo crollare. Non glielo avrebbe permesso.
-Non puoi farlo, non puoi...- disperato, cercò in ogni modo di liberarsi, ma era impossibile.
-Strano, perché è proprio quello che farò-
-Cosa? Che cosa le vuoi fare?-
-Nulla che ti riguardi più, oramai. Dopotutto, devo ricordarti che sei stato tu ad abbandonarla-
Altair si sentì come se lo avessero appena preso a schiaffi. Il mondo si riempì di odio e buio e senso di colpa.
-Tutto questo è  colpa tua...- lo canzonò Alabaster. Il ragazzo crollò in ginocchio, mentre tutto intorno a lui perdeva significato.
-Ti prego- gemette -lei è tutto ciò che ho-
Tutto ciò che gli restava.
Che gli impediva di arrendersi.
Che lo aiutava a non andare in pezzi.
Che gli faceva provare un barlume di tutta la felicità che aveva perso.
Luna lo faceva sentire vivo.
Luna era la sua stella.
Alabaster rise, una risata da far spezzare le ossa.
-Ma non capisci? È proprio per questo che lo faccio-

-Ma non capisci? È proprio per questo che lo faccio-

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