Parte 11. Decisoni

24 5 0
                                    

La signora le fece entrare, e le accompagnò lungo un corridoio con carta da parati a pois alle pareti. Arrivarono a una piccola saletta che fungeva da cucina e sala da pranzo. Un grosso tavolo di legno al centro, elettrodomestici stile vintage ma, soprattutto, un buonissimo profumo di pancake. A Sole venne l'acquolina in bocca. La donna, che disse loro di chiamarsi Teresa, le fece accomodare sul tavolo troppo grande per quella stanza, che ospitava un vero e proprio banchetto di frutta e biscotti. La ragazza agguantó un muffin alla vaniglia, e mentre si gustava quella meraviglia incominciarono a chiacchierare con Jason e Teresa.
-Da dove venite, care?- chiese la dolce signora.
-Italia- rispose fra un morso e l'altro.
-E che ci fate qui tutte sole?- questa domanda era più difficile. Che ci facevano lì? Che cosa pensavano di fare, loro, da sole? Come potevano sconfiggere un nemico invincibile e immortale? Come ormai le accadeva spesso, c'erano tante questioni alle quali non poteva rispondere.
Poi accadde un cosa strana. Teresa guardò Jason.
-Sono come te, vero?-
Un cenno di assenso da parte del ragazzo.
-Devo mostrarvi una cosa- e condusse il trio, sempre più confuso, in quella che doveva essere la sua camera. Era spaziosa, luminosa, al centro un letto con le lenzuola rosse, una scrivania piena di aggeggi strani, mensole zeppe di lego e poster di vecchi film alle pareti. Non sembrava una camera moderna, probabilmente era stata arredata dalla nonna.
Con un po' di imbarazzo da parte delle gemelle fece accomodare tutti sul letto, l'unico posto libero della stanza. Sole non stava capendo nulla, a partire da ciò che stava succedendo fino al motivo per cui era seduta sul letto di Jason. Il sottoscritto cominciò a parlare:-Sono come voi-
Poi rimase in silenzio, gli occhi marroni fissi in quelli smeraldo di Sole. Tutto qui? Aveva fatto quella scena per dire semplicemente che era come loro? E cosa significava esattamente, che era come loro? Forse aveva visto i Raja e Sirio e... Ma no, erano ancora troppo distanti, nessuno poteva averle viste; o forse sì?
-Non so di che parli- rispose Luna. Era timida lei, ma anche acida e severa, e per prenderla in giro la chiamavano sempre "cuore di ghiaccio". Un nomignolo sciocco, che però in momenti come quelli sembrava calzarle alla perfezione. La gemella aveva un carattere sfuggente, come le ombre che uno cerca di afferrare senza risultato.
-Vi ho visto, prima.-
Ottimo, la loro copertura era saltata.
-E sono come voi.-
-Non ci credo- un'altra risposta gelida della gemella.
-Puoi dimostrarcelo?- chiese Vy.
Non ci fu risposta, ma una folata d'aria bollente entrò nella stanza, sollevando le cartacce sparse per la scrivania e formando, insieme alla sabbia proveniente dall'esterno un grosso drago dorato.
-Visto?- Jason sorrise a Sole.
-Ti crediamo- rispose lei.
Luna mise il broncio, non le era mai piaciuto ammettere di aver sbagliato. A quel punto Pan uscì dal suo nascondiglio e con tutta la dignità che può avere un topolino di pezza alto una spanna si presentò. Gli occhi di Jason tradirono l'espressione seria che si era imposto.
-E lui chi è?- chiese divertito
-Una sorta di guida turistica interspaziale- Sole rivolse un sorriso radioso al ragazzo, di quello con cui riusciva a conquistare anche i più scettici, un sorriso dolce e luminoso che forse durò più di quanto lecito: a un certo punto i due si erano persi l'uno negli occhi dell'altra. Fu Luna, leggermente seccata, che li fece uscire da quel buffo stato di trance, sventolando una mano davanti al viso della gemella.
-Non vorrei interrompere nulla, ma abbiamo una missione da portare a termine- cominciò - e io non ho nessuna voglia di rimanere in questo luogo terribilmente caldo!-
Sole sbuffò, qualche volta mal sopportava la gemella.
-Vuoi venire con noi?- chiese Vy a Jason, ponendo al ragazzo la domanda che avrebbe tanto voluto fargli lei stessa se solo ne avesse avuto il coraggio. Ma da quando le mancava il coraggio?!
-No che non vuole- rispose per lui Luna, sottolineando le sue parole con un'occhiataccia al diretto interessato.
-Certo, mi piacerebbe - la contradisse lui, che sembrava non essersi accorto della severità dello sguardo della ragazza -ma non so neppure dove andrete o cosa farete!-
-Andiamo in una piramide a scovare un pezzo di qualcosa che non sappiamo ancora!- disse Vy eccitata.
-Penso che dovremmo fare una bella chiaccherata - propose Pantu al ragazzo, e lo condusse fuori dalla stanza. Nessuno seppe mai cosa si dissero quei due, ma molto probabilmente sarebbe stato spiegato al regazzo il motivo del loro viaggio eccetera eccetera. Le ragazze aspettarono per un bel po'.
-Non mi piace- disse Luna.
- Luna, a te non piace nessuno - le fece notare lei ridendo. Anche la sorella alla fine si arrese, e si fece scappare un piccolo sorriso. Tornò poi subito pensierosa arrotolandosi una ciocca di capelli candidi tra le dita.
- È incredibile - annunciò tutt'un tratto.
-Cosa?- chiese Vy.
-Tutto. Perché è capitato proprio a noi ? Non abbiamo nulla di diverso dagli altri miliardi di persone. Ma soprattutto è strano che mamma non ci abbia mai detto nulla, magari non ne era a conoscenza però...-
-Io sono contenta che sia successo - disse Sole. L'ultima frase rimase sospesa nell'aria, si potevano quasi vedere le piccole lettere di fumo che la formavano, aleggiare tutt'attorno. La ragazza per un po' rimase a contemplare i poster appesi alle pareti della camera, quando a un certo punto lo sguardo le cadde sul collo della gemella. Mancava qualcosa, qualcosa che c'era sempre stato e la cui assenza rappresentava uno sbaglio imperdonabile.
-Luna, dove diavolo hai cacciato la tua collano- domandò con tutta la gentilezza di un cane rabbioso.
-Ecco...- era visibilmente in difficoltà - ... l'ho donata a quelle luci...-
Ma di che stava parlando? Era forse impazzita?
-... è una lunga storia- qualche volta, proprio non la sopportava, quando era così vaga e misteriosa.
-Abbiamo tutto il tempo che vuoi- e la sorella cominciò a raccontare gli strambi fatti che le erano accaduti la notte appena trascorsa. Non appena ebbe finito iniziarono le domande.
-E allora adesso come facciamo a riprendercela?-
-Beh, io pensavo di non andarci proprio, a prenderla-
-Non sappiamo neppure a cosa serva, per ora è completamente inutile andare in giro chissà dove per ritrovarla- disse Vy. Sembrava scocciata, forse perché non le piaceva l'idea di perdere tempo in problemi che non reputava importanti.
Certo che Jason e Pantu ci stavano mettendo tanto...
Nonostante volesse che il ragazzo le seguisse, si sentiva un pochino in colpa. Per lei era stato scioccante scoprire tutto in una volta sola, era come se prima conoscesse solo una parte del mondo e ora lo vedesse invece per intero. Sarebbe quindi stato difficile anche per lui, o almeno, lo sarebbe stato per i primi cinque minuti, perché poi si sarebbe subito trovato davanti a situazioni in cui avrebbe rischiato la vita e di certo la sua attenzione si sarebbe focalizzata su quelle...
Dopo che un'altro interminabile minuto giunse al termine, finalmente Jason entrò nella stanza, seguito dal topolino.
-Vengo con voi-

Little StarDove le storie prendono vita. Scoprilo ora