Parte 61. Marionetta

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Luna riaprì gli occhi. O, meglio, desiderò di aprire gli occhi, ma le palpebre non si mossero, rimasero placide a coprirle la visuale. E tutto rimase buio. Provò a muoversi, provò a respirare, ma si accorse di non avere più il controllo del proprio corpo. Era come se stesse galleggiando, intrappolata in un'angolino oscuro della sua stessa mente, e l'unica cosa che ancora riusciva a fare, era pensare. Ma anche quello era difficile, quasi impossibile, perché il panico cominciava ad annebbiarle il cervello, ed era tutto troppo. Troppo difficile, troppo insopportabile, non riusciva a muoversi
non riusciva a gridare
non riusciva più a a fare nulla...
Calma. Doveva restare calma. Ragionare lucidamente, trovare una soluzione, capire come e perché...

Ciao, Luna.

La voce profonda e suadente di Alabaster le rimbombò in testa. Luna cercò di tapparsi le orecchie con le mani, per tenere quella voce fuori da sé, prima di ricordarsi che non aveva più mani con cui farlo. Disperata, attese.

È un vero piacere conoscerti.

I suoi occhi si spalancarono di colpo, ma non era stata lei a volerlo, stavolta. Il corpo di Luna si alzò in piedi, muovendosi con movimenti rigidi e meccanici, e lei non riusciva a capire cosa stesse accadendo...voleva urlare, ma non aveva più le corde vocali. Avrebbe voluto mettersi a piangere, disperata, ma le lacrime non avevano più un viso sul quale scorrere...

Ora, credo proprio che noi due abbiamo qualche faccenda da sbrigare.

Oh, no. No, no, no. Luna provò a ribellarsi, mentre Alabaster, in qualche modo, prendeva il possesso del suo corpo, ma non riusciva a fare nulla. E così, terrorizzata, l'unica cosa che poté fare fu restare a guardare.

***

Sole si svegliò di soprassalto, il cuore che batteva all'impazzata nel petto, l'adrenalina che le scorreva nelle vene, la fronte grondante di sudore. Come se si fosse appena svegliata da un brutto sogno. Solo che così non era stato. E lei aveva una brutta, bruttissima sensazione, un'inquietudine ingiustificata che si era presa il possesso della sua mente, annebbiando tutto il resto. Era ancora notte, eppure non si era mai sentita così vigile e all'erta come in quel momento. I suoi occhi scandagliarono frenetici la stanza, alla ricerca di un mostro, un'ombra, un dettaglio fuori posto. Un comodino, un'armadio, i loro zaini addossati alla parete. I raggi lunari illuminavano la stanza di luce argentata, rischiarandole la visuale. Un letto dalle lenzuola disfatte accanto al suo, le lenzuola stropicciate e gettate di lato. Una sagoma accanto al letto di Vy, strumenti di navigazione sopra l'armadio. Al buio ogni ombra sembrava farsi più minacciosa. Una porta socchiusa, le sue scarpe abbandonate sotto al letto...Un attimo. Il sangue si geló nelle vene della ragazza. Una sagoma era in piedi davanti al letto di Vy, una figura estremamente familiare. Sole impiegò qualche istante a riconoscere la gemella.
È soltanto Luna, sciocca. Era solo Luna che controllava che la loro sorellina stesse bene, proprio come ogni notte. Ma quella strana sensazione ancora non l'abbandonava. C'era qualcosa che non andava, ma non riusciva a capire cosa...E poi qualcosa attirò la sua attenzione. Un bagliore argentato proveniente dall'oggetto sottile che la sorella teneva tra le mani. Luna non andava mai a controllare che Vy stesse bene, perché la bambina dormiva sempre come un sasso. Sole si sentì prendere da un panico silenzioso, il terrore le irrigidì tutti i muscoli. Perché la verità davanti ai suoi occhi era qualcosa di troppo crudele e agghiacciante per essere vero. Non poteva essere, non poteva essere, non poteva... eppure era proprio così. Luna stava puntando un pugnale dritto alla gola di Vy.
Sole reagì d'istinto, le sue mani si mossero prima che lei avesse il tempo di riflettere su cosa stesse facendo. Intorno a lei il tempo sembrò andare a rallentatore. Una sfera di fuoco si creò tra le sue mani, e lei la scagliò dritta verso il petto di Luna. Nello stesso istante, la mano della gemella si abbassò. Il pugnale era troppo vicino alla gola di Vy, la sfera troppo lontana...
-Luna, ferma!- gridò Sole, disperata.
La sorella si girò verso di lei, il braccio immobilizzato, osservandola con occhi vacui,  come se non la vedesse veramente. C'era qualcosa di strano e terrificante in lei, dalla posizione rigida del suo corpo alla totale inespressività del volto, quasi fosse una marionetta. La sfera infuocata si scontrò con un boato contro al petto della ragazza  mandandola a sbattere con violenza contro al muro, gli arti scomposti come quelli di una bambola di pezza. Luna rimase accasciata al suolo, priva di sensi, e Sole si precipitò dalla sorellina,  ora sveglia e con gli occhi sbarrati. Aveva il visino terreo, gli occhi pieni di lacrime, e il petto minuto era scosso da violenti singulti. La ragazza si avvicinò a lei, tremante, il cuore che batteva così forte nel petto che temeva le sarebbe esploso. Non riusciva a ragionare lucidamente. Sentiva le gambe molli, un urlo che premeva per uscire dalle sue labbra. Accarezzò incerta i capelli delle sorella, cercando di calmarla. Si sedette sul bordo del letto e la strinse al petto. Vy non si era resa conto di cosa era successo. Non del tutto, almeno. Sole, invece, aveva vissuto ogni istante, e ora si sarebbe voluta strappare i capelli, annegare nelle sue stesse lacrime. Perché non avrebbe mai creduto che Luna avrebbe voluto uccidere sua sorella. Al solo pensiero si sentì inondare dalla nausea. Aveva bisogno di aria fresca, i suoi polmoni annaspavano, e lei sentiva un disperato bisogno di respirare. Le emozioni occludevano le sue vie aeree. Cercò di non crollare davanti alla sorella, ma da sola sembrava impossibile, non ce l'avrebbe mai fatta. Il suono della porta che si spalancava le giunse ovattato. Sole alzò la testa, incrociando lo sguardo atterrito di Jason. Il ragazzo si guardò intorno, cercando di capire cosa fosse accaduto. Doveva averla sentita urlare. Avrebbe voluto spiegarli ogni cosa, ma aveva le corde vocali strette in una morsa. Lui si avvicinò cauto, come se avesse paura che se avesse fatto un passo falso sarebbe andata in pezzi. Le accarezzó il viso, osservandola preoccupato.
-Sole- disse con voce ferma -devi spiegarmi cosa è successo-
Lei provò ad alzarsi in piedi, ma Vy non voleva saperne di staccarsi da lei. Così si risedette, cercando le parole giuste. Ma non c'era nessun nome, verbo, o aggettivo che avrebbe fatto capire a Jason cosa le stesse accadendo, quanto male facesse la ferita che si era aperta nel suo cuore alla vista del pugnale di Luna. Le uscì un singhiozzo soffocato. La sua gemella l'aveva...non lo sapeva. L'aveva appena tradita, cercando di assassinare Vy aveva ucciso lei, e ora Sole si sentiva incredibilmente sola e vulnerabile, come se metà della sua anima se ne fosse andata. C'era sempre stato un legame speciale tra loro due, un sentimento che le univa in maniera indissolubile. Tra loro non c'erano mai stati segreti, verità messe a tacere, si conoscevano troppo bene per nascondere qualcosa all'altra. Come aveva potuto farle questo? Ma forse si sbagliava. Forse lei e Luna non erano poi tanto unite come pensava. Forse i segreti fra loro erano molti più di quanto sembravano. Forse erano troppo diverse, troppo incompatibili per essere sorelle. I respiri le uscivano strozzati, ma Sole riuscì comunque a mettere insieme qualche mozzicone di parola.
-Vy, vai a bere qualcosa di caldo con Pantu, vedrai che poi riuscirai a dormire- ordinò alla sorella. Non avrebbe dovuto assistere a quella conversazione. La piccola annuì, lasciandosi sfuggire un singhiozzo. Poi uscì dalla stanza, il topolino rannicchiato sulla sua spalla. 

Sole aspettò di sentire il tonfo della porta che si chiudeva dietro di loro prima di abbandonarsi tra le braccia di Jason. Lui la strinse tra le braccia, facendola sentire al sicuro come non mai. Solo dopo qualche minuto, durante i quali rimasero immobili uno stretto all'altra, la ragazza si decise a parlare, anche se ogni parola sembrava raschiarle la gola, e la voce le uscì roca e incrinata.
-Oh, Jason, è successa un cosa terribile...- cominciò, cercando di trattenere le lacrime. Come poteva anche solo provare a raccontare ciò che era accaduto, quando anche il solo pensarci sembrava farla a pezzi? Il ragazzo la allontanò da sé, quanto bastava per prenderle il viso tra le mani e incastrare il suo sguardo dolce e determinato a quello di lei.
-Non c'è nulla che non si possa aggiustare, Sole, anche il peggiore dei problemi ha una soluzione. Però ora devi spiegarmi ciò che è accaduto stanotte, o io non sarò in grado di aiutarti- le sussurró. E la sua voce fu come un balsamo per il suo cuore. Sole si decise a sviscerare ogni cosa.
-Luna ha cercato di uccidere Vy- disse con voce rotta. Avrebbe voluto cancellare dalla sua memoria quegli ultimi momenti, ma non c'erano gomme in grado di eliminare i suoi ricordi, e il suo cuore continuò a sanguinare. A quelle parole il ragazzo si irrigidì, un velo oscuro di terrore adombrò il suo viso.
-Sei...sicura di ciò che hai visto?-
Sole annuì, mordendosi il labbro. La verità era troppo, troppo, troppo.
-Non è che per caso le stava semplicemente rimboccando le coperte o qualcosa del genere?- le chiese ancora Jason.
La ragazza scosse la testa.
-So quello che ho visto-
Il ragazzo si prese la testa tra le mani, come se non riuscisse a credere alle sue parole. Sole avrebbe tanto voluto sapere che si era sbagliata, che era stato tutto un malinteso, ma in fondo sapeva che non era così. Il dolore era troppo reale perché quello fosse soltanto un'incubo.
-Ma che motivo avrebbe di fare una cosa del genere?- Jason sembrava terribilmente confuso e preoccupato.
-Non ne ho idea...- la voce di Sole era sempre più flebile.
-Si comportava in modo strano rispetto al solito?-
-No, solo che...-
-Cosa?- la incoraggiò a continuare.
-Beh, dopo che Altair se ne è andato, non era proprio al culmine della felicità, ma non capisco cosa questo possa centrare con...-
-Non è stata lei- la interruppe Jason.
-Che cosa?- Sole lo guardò stupida.
-Non può essere stata lei- ripeté il ragazzo.
-Qui c'è sotto qualcosa, perché nessuno farebbe una cosa del genere alla propria sorella, non senza motivo...-
-Cosa intendi dire?-
Lui le rivolse uno sguardo risoluto.
-Luna deve essere stata costretta a farlo-
-E da chi?-
-Chi è che ha bisogno di togliersi di mezzo Vy per diventare invincibile?-
Sole sbiancò.
-Stai dicendo che Alabaster ha costretto Luna a...-
-Forse. O forse non c'è stato bisogno di costringerla-
La ragazza si sentì mancare. Ma Jason aveva ragione. Magari Alabaster aveva preso il controllo della sorella. Magari no. Doveva essere...una serie di singhiozzi soffocati interruppe i suoi pensieri. Sole si voltò. Luna era rannicchiata contro la parete, le ginocchia strette al petto, il corpo percorso da tremiti violenti. La ragazza si alzò, avvicinandosi a lei, seguita da Jason. La gemella aveva la fronte  imperlata di sudore, il viso terreo, e le labbra si muovevano per cercare di formare le parole...
-Mi...mi dispiace...io non... Alabaster...- balbettò Luna prima di perdere conoscenza. A poca distanza da lei una piccola pozzanghera indicava il punto in cui il pugnale si era sciolto. Sole rabbrividì al solo pensiero di cosa fosse stata quella pozza d'acqua fino a qualche istante prima.
-Forse Luna è stata obbligata a fare tutto questo, ma di certo non possiamo fidarci di lei- decretò con voce tremante, e sentirsi dire quelle parole fu come ricevere un milione di pugnalate nel petto.
Jason annuì, circondandole la vita con un braccio. La ragazza si aggrappò a quel tocco delicato con tutte le sue forze, perché senza era sicura che sarebbe crollata.

 La ragazza si aggrappò a quel tocco delicato con tutte le sue forze, perché senza era sicura che sarebbe crollata

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