Parte 9. Attacco

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Non riuscì nemmeno a finire la frase che i mostri attaccarono, tre contro di lei, due contro Vy e i restanti verso Sole, cercando di circondarle con tentacoli fatti di un nero denso e oleoso, che scattavano verso di loro a velocità sovrumana. Luna strillò, quando una di quelle lance di buio le sfiorò una spalla, lasciandole dietro un bruciore insopportabile. Nonostante il dolore continuò a difendersi e contrattaccare, lanciando sfere d'acqua per rallentare i nemici e stringendo i denti ad ogni ferita inflitta. Schivava con agilità i colpi, mentre pensava a un modo per sconfiggere quelle creature senz'anima. Forse non potevano ucciderle, ma sarebbero sicuramente riuscite a catturarle. Provò a utilizzare lunghe corde d'acqua, ma non appena i mostri le sfiorarono, queste si ruppero. Guardò le sorelle. Sole era circondata dal fuoco, che dirigeva con furia inaudita contro quegli esseri, che però cominciavano a sopraffarla. Vy era perfettamente immobile, le mani che si muovevano come una direttrice d'orchestra, creando una barriera traslucida intorno a lei. Entrambe sembravano sfinite, le fronti imperlate di sudore. Luna sentì le forze mancare, non avrebbe retto per molto, la ferita le doleva terribilmente, ma con le ultime energie rimaste fece l'unica cosa che le era venuta in mente. Sprigionò un'enorme quantitativo di buio dalle sue mani che, simile a petrolio, andò a circondare tutte e otto le creature. Non erano morte, no, ma intrappolate in una prigione da cui era impossibile uscire: il nulla. Lentamente la macchia si dissipò, ma la ragazza sapeva dove erano finiti quei mostri. Erano dentro di lei ora, tenuti a freno solo dal suo autocontrollo, appena avesse abbassato la guardia sarebbero fuoriusciti per attaccarle nuovamente. Era sicura che avrebbe trovato un rimedio, ma intanto sentiva come un grosso macigno gravargli sull'anima. Ansimando, si girò verso la gemella, sperando di vedere un'espressione di sollievo sul suo volto.
-Luna...cosa diavolo è successo ai tuoi capelli?!-
La ragazza avrebbe tanto voluto rispondere, ma non ne aveva la forza, si sentiva così esausta, dei puntini neri le offuscavano la vista, le palpebre non volevano saperne di rimanere aperte, la ferita alla spalla pulsava... Poi tutto divenne buio.

Ancora una volta sognò quegli occhi azzurro ghiaccio, profondi e inespressivi allo stesso tempo, pieni di odio e di tristezza.

-Ma quanto ci mette a svegliarsi?-
-Dai Luna svegliati-
-Lasciatela riposare, sarà esausta-
La ragazza riprese i sensi lentamente. Strane macchie le baluginavano davanti agli occhi, ma dopo poco sparirono e riuscì a mettere a fuoco il capannello che le si era formato intorno. Sbatté le palpebre un paio di volte e si mise sui gomiti. Era distesa sulla sabbia, che le era ormai entrata in scarpe, vestiti e capelli, infastidendola non poco. Appena mosse la spalla ferita il dolore prese il possesso del suo corpo e la testa cominciò a girare. Si distese di nuovo.
-Quando tempo ho dormito? -
-Meno di qualche ora -rispose la sorella.
Con cautela si mise a sedere, lasciandosi sfuggire una smorfia quando urtó involontariamente il braccio.
-Ti fa tanto male?-chiese Vy preoccupata.
-Non molto, non preoccuparti - non ci credeva nemmeno lei mentre lo diceva. Si guardò intorno il sole stava appena sorgendo, tingendo il cielo di rosso, arancione e giallo e facendo brillare la sabbia come milioni di pepite d'oro. Le sue sorelle non erano messe molto meglio, gli occhi cerchiati di nero e graffi dappertutto, anche grazie a Starly sarebbero guarite di lì a poche ore. Con più calma e attenzione di prima si mise a sedere. I ricordi della recente battaglia le facevano girare la testa, ma si sforzó di rimanere lucida. Improvvisamente le vennero in mente le ultime parole della gemella prima di svenire: cosa era successo di tanto strano ai suoi capelli? Con una punta di paura e curiosità, creò un piccolo specchio d'acqua. Il suo riflesso le restituiva lo sguardo atterrito. A contornare il bel viso a forma di cuore c'erano due lunghe ciocche di capelli bianchi, e la pelle abbronzata era ora molto più pallida, bianco latte, come una bambola di porcellana.
-Che mi è successo?- la voce le tremava leggermente.
-Hai utilizzato una quantità incalcolabile di magia del buio, ne sei quasi stata risucchiata. Ma i capelli hanno quel colore perché, diciamo, adesso sei a tutti gli effetti una figlia della Luna.-
-Wow- non sapeva che altro dire, erano successe troppe cose in così poco tempo, e doveva ancora metabolizzare il tutto al meglio.
-E la spalla, quando guarirà - chiese Sole - non abbiamo tempo da perdere -
-La ferita guarirà, lentamente perché è infetta dal veleno delle creature, ma passerà -
-A proposito, come facevano quei mostri a sapere che fossimo qui e perché ci hanno attaccate?- domandò Luna.
-I mostri, come li hai chiamati tu, sono Ombre, e sono sicuro che siano stati inviati da Lux.- rispose Pantu.
-E questo significa che sa dove siamo e cosa stiamo facendo!- esclamò la ragazza preoccupata. Dovevano andarsene, subito, o la missione sarebbe stata compromessa, e non avrebbero potuto salvare il mondo dalla distruzione e...
-Luna calmati, non è detto che sappia dove siamo, è solo una supposizione, è più facile che abbia truppe sparse in luoghi più facilmente sospettabili e non che sappia della nostra esistenza.-
Si era accorta solo in quel momento di avere il fiato corto e il cuore che le batteva all'impazzata. Doveva stare calma, anche se l'unica cosa che avrebbe voluto fare in quel momento era nascondersi sotto le coperte e fingere che non stesse accadendo niente. Fece un respiro profondo e guardò il resto del gruppo.
-Va bene, forse Lux non sa che siamo qui, forse non sa neanche che esistiamo, ma dovremmo comunque muoverci, prima che faccia troppo caldo e ci sia impossibile camminare sotto il sole.-
-Non ci hai chiesto una cosa molto importante - le disse Vy.
-Cosa?-
-Non ci hai chiesto dove sono adesso le Ombre - rispose con un sorrisetto sulle labbra, come se la divertisse l'idea di avere appena combattuto con mostri centinaia di volte più forti di loro. Poi tirò fuori un vasetto di vetro, nascosto dietro la sua schiena fino a quel momento. Al suo interno si avviluppavano vortici di sabbia nera dai bagliori rossastri, che talvolta si contorcevano andando a formare le figure più spaventose dei suoi peggiori incubi. Quel barattolo e l'idea di ciò che conteneva la inquietavano terribilmente.
-Mettilo via Vy, non è sicuro-
La bambina scrolló le spalle, come a voler sottolineare la sua indifferenza nei confronti della minaccia che teneva in mano, e ripose il barattolo nello zaino di Sole.
-Tanto lì dentro sono innocui-
Poi partirono sotto il sole cocente, tra dune immacolate, per raggiungere la piramide di Cheope e tutti i misteri che nascondeva.

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