Parte 5. Imbroglio

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Come sempre in occasioni del genere, Luna prese il controllo della situazione.
-Per cominciare pensiamo a qualcosa che potrebbe farci stare lontano da casa per un po' di tempo-disse. Avrebbero potuto andare a trovare un lontano parente o passare una vacanza con delle amiche, ma in entrambi i casi i loro genitori avrebbero chiesto spesso loro notizie. Luna era sicura che ci fossero un mondo di soluzioni, ma nonostante gli sforzi non gliene veniva in mente nessuna.
-Ci sono!- esclamò Sole -Potremmo iscriverci a un campo estivo!-
L'idea le sembrava un po' stupida, perché sarebbero state facilmente rintracciabili, ma un'idea sciocca era sempre meglio di niente, così annuì, prese per mano Vy e si diressero verso casa, scortate da Starly e Pantu.
Una volta raggiunta la camera, si sedettero sul letto di Sole e accesero il computer. Dopo aver smanettato un po', Luna esultò.
-Trovato!-
-Sembra perfetto - disse la gemella - qui dice che il campo si trova in una zona dove il WiFi non arriva, per cui nessuno potrà chiamarci o disturbarci.-
-E se non volessero lasciarci andare?- chiese Vy.
-Siamo autonome e indipendenti, per forza ce lo permettono -
-In tutti i casi non mi piace l'idea di mentire a Mamma e Papà.- si lamentò la piccolina.
-Non preoccuparti,- la rassicurò Luna -quando tutta questa situazione  assurda sarà terminata gli spiegheremo tutto e vedrai che capiranno e ci perdoneranno per la nostra piccola bugia-
-E va bene- acconsentì allora la sorellina.
-Ottimo! Ora dobbiamo trovare il momento più opportuno in cui comunicar loro la nostra decisione.-
-A cena, Papà è sempre di buon umore con un bel piatto di pasta sotto agli occhi- rispose Sole.
Proprio in quel momento vennero chiamate a cenare, e mentre il padre divorava un piatto di spaghetti al pomodoro Sole iniziò a parlare.
-Mà, Pa', io e le mie sorelle vorremmo tanto poter passare qualche settimana in un campo estivo. Questo ci sarebbe piaciuto molto - e le mostrò i fogli del sito del campo che aveva stampato. A parte l'assenza della possibilità di comunicazione con le figlie, c'erano un sacco di attività interessanti ed educative e l' idea di passare un po' di giorni senza bambini rumorosi a scorrazzare per la casa era molto accattivante, così i genitori acconsentirono. Luna subito si sentì sollevata, perché almeno uno dei tanti problemi era stato risolto, ma poi si sentì attanagliare dal senso di colpa. Non le era mai piaciuto mentire, menchemeno ai suoi genitori, ma non doveva assolutamente darlo a vedere o Vy le avrebbe fatte scoprire, poiché non era mai riuscita a fingere di accettare qualcosa che non le piaceva. Ma non avendo altra scelta la ragazza, seppur con dolore, cercò di dare poca importanza alla cosa, ripetendosi ciò che pochi minuti prima aveva detto alla sorellina. "Capiranno la situazione e ci perdoneranno," pensò "devono farlo".
Finito di mangiare le ragazze, esauste e con i cuori pesanti, si infilarono sotto le coperte e in poco tempo si addormentarono. Poco prima di chiudere gli occhi, Luna sentì che Starly le accarezzava la guancia, con una delicatezza inaudita. Poi venne trascinata nel mondo dei sogni, dove due occhi azzurri e freddi come il ghiaccio la fissavano.

La mattina tutte e tre erano vispe ed energiche, e non vedevano l'ora di proseguire le loro lezioni.  Dopo una colazione veloce, prepararono gli zaini e si diressero a passo spedito verso la loro magica scuola. Starly e Pantu erano nello zainetto di Vy, che a ogni passo si lamentava del peso sulle spalle nonostante dovessero percorrere poco più che qualche centinaia di metri. Una volta dentro il vano la bambina prese la chiave della sua collana e la fece girare nella serratura. La porta si aprì, e andarono subito a sedersi ai loro posti, tranne Vy, che adagiò sulla cattedra Pantu e tirò fuori Starly, che cominciò a saltellare tra le mensole della piccola libreria sfiorando i libri disposti ordinatamente, che al suo tocco leggero iniziavano a svolazzare nella stanza, come goffi pappagalli. Questa volta non ci fu alcuna parte teorica, ma incominciarono subito a fare piccoli incantesimi. Luna si accorse subito della differenza rispetto al giorno prima. Oggi poteva ricorrere all'acqua e al buio con una semplicità innaturale, come se gli elementi fossero diventati parte di lei. Riuscì a evocare grosse sfere liquide nonostante non ci fossero sorgenti nelle vicinanze, a modellarle secondo le forme che più preferiva da semplici fiori  a cigni, ed a eliminare tutta la luce nella stanza riuscendo comunque a vedere ciò che la circondava in bianco e nero. Anche le sorelle raggiunsero simili risultati. Sole usò il fuoco con maestria ma senza esagerare, ancora imbarazzata dal recente errore, e con la magia della luce creò semplici immagini che sparivano quando le si toccava. Vy invece animava ombrelli e faceva ballare cucchiaini da caffè, divertendosi un mondo. Al pomeriggio Luna provò la telecinesi e Sole la telepatia, con risultati abbastanza soddisfacenti, salvo qualche bicchiere rotto e la forte emicrania che Sole si trascinò dietro fino al giorno dopo.
Per tutta la settimana andarono avanti a svolgere esercitazioni con i propri poteri. Al quarto giorno uscirono dalla quercia e raggiunsero il piccolo boschetto dietro casa. Lì sotto le rigogliose fronde degli alberi, che schermavano la verdastra luce estiva e illuminavano a chiazze il sottobosco, Luna inspiró l'aria fresca. Mentre camminavano, scavalcando tronchi ricoperti di muschio e grosse radici, arrivarono a una piccola radura illuminata dal sole. Era divisa a metà da un piccolo torrente dai riflessi azzurri, con l'acqua che scrosciava fra i ciottoli levigati. Lì stesero una coperta a scacchi e vi si sedettero mentre Pantu, che sembrava così piccolo e indifeso lì fuori si accoccoló vicino a Vy. Dopotutto, era pur sempre un cucciolone. La stellina invece sembrava proprio entusiasta del nuovo campo di giochi. Era incredibile come un così grande potere potesse essere contenuto in un oggetto così ingenuo, innocente, ma soprattutto minuscolo. Dopo un po' di relax incominciarono di nuovo ad allenarsi. Luna cambiò il corso del fiumiciattolo, mentre la gemella faceva bruciare un fuocherello tutto intorno ad esso. Alla fine dell'esibizione l'acqua si sollevò letteralmente dal suolo, formano una specie di ponte, mentre cerchi infuocati vi passavano sopra e sotto. Poi tutto finì e le ragazze si fermarono per riprendere fiato. Vy, Starly e Pantu intanto battevano le mani, eccitati.
-Ora, è il momento di provare l'ultima arma a vostra disposizione - disse Pantu -i vostri animali magici!-
Che meraviglia! Luna era davvero entusiasta ed ormai erano successe talmente tante cose che le sembrava quasi scontato il fatto di possedere un animale magico a cui fare affidamento. Stavolta nessuno spiegò loro cosa dovessero fare, e dovettero arrangiarsi. Fu molto più difficile, ma dopo vari tentativi ottennero qualche risultato. Luna chiuse gli occhi. Si concentrò, senza sapere cosa dovesse cercare, ma nei recessi della sua mente trovò un barlume, la forma vagamente simile a quella di un lupo. Lentamente il barlume andò a definirsi, e un grosso lupo avanzò dall'oscurità. Era bellissimo, la folta pelliccia che riluceva come il cielo stellato, di un grigio tendente al blu, due grossi occhi blu notte dall'espressione tranquilla ma severa, e sulla fronte diamanti dal viola all'azzurro formavano un complicato disegno geometrico. Luna allungò la mano, e il lupo vi appoggiò docilmente il musone. La ragazza si sentì subito in contatto con l'animale, riusciva a percepirne pensieri ed emozioni e subito provò affetto e simpatia per lui. Quando riaprì gli occhi, la meravigliosa bestia era davvero lì, non più un'immagine nella sua mente ma una creatura in carne ed ossa, che la fissava a sua volta. Anche Sole era riuscita nell'impresa, ma lei stava giocando vivacemente con un'enorme leone, la criniera che finiva con fiamme vere e proprie e anche lui con un complesso sole di pietre giallo e arancione sulla fronte.
-Ora siete ufficialmente pronte per completare la missione con successo!- disse loro il topino.

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