Alissa
"È stato un disastro" ammetto davanti a Victoria, che non fa altro che giocherellare con il suo pranzo da quando siamo arrivate al ristornate e guardarlo come se potesse vomitare da un momento all'altro. "Non ti piace?"
"N-No, tranquilla" sorride ritornando a fare attenzione al discorso principale. "Ma perché dici così? Dom non è stato abbastanza bravo?"
"Lui è stato fantastico, sono stata io ad aver rovinato tutto"
"Hai avuto qualche flashback come con gli altri con cui sei stata?" chiede dispiaciuta, perché non è la prima volta che mi succede e Victoria lo sa.
Sono uscita con qualche ragazzo nel corso degli anni per cercare di voltare pagina, ma ogni volta che mi sono ritrovata davanti un uomo che il mio cuore non riusciva a riconoscere sono andata in panico, esattamente come ieri sera, e sono scappata via senza farmi più risentire.
Ad offrirmi una spalla su cui piangere e farmi tornare il sorriso dopo quei momenti mortificanti c'era sempre soltanto una persona, la donna che in questo momento siede di fronte a me e che non mi ha mai abbandonata.
Annuisco. "Lui è stato molto comprensivo, si è fermato e mi ha tranquillizzata, ma... Dio, è stato così pietoso"
"Ehi... Lui non ti giudicherebbe mai, lo sai no?"
"Sì, ma... Forse questa cosa non fa per me, forse è meglio se rimaniamo amici" rifletto ad alta voce.
"Se sei stata bene con lui, perché non provi a dargli un'altra occasione? Non puoi darla vinta per sempre a quello stronzo e lasciare che ti controlli anche a chilometri di distanza!" dice più seria e ha ragione. Ha perfettamente ragione e vorrei fosse così semplice anche per me pensarla in quel modo, ma non lo è affatto.
"Ci penserò. Ma sei sicura di stare bene? Non hai mangiato nulla" dico cambiando discorso, perché non ho più voglia di parlare della figura di merda fatta la sera prima con Dom.
"È solo un po' di nausea. Adesso torno a casa, prendo qualcosa e sicuramente passerà" sorride. "Tu invece devi tornare a lavoro?"
"Purtroppo sì, anche se sto morendo di sonno" sbuffo seccata. "Ieri notte non ho chiuso occhio"
"Mi dispiace, tesoro. Vuoi che vada a prendere io Rory e te la tenga per riposarti un po'?"
"Non voglio disturbarti, anche tu hai bisogno di riposarti"
"Okay, ma una sera di queste mi prometti che te la tieni libera per uscire? Solo noi ragazze, come tempo fa?" mi chiede speranzosa.
"Tempo fa non ero una madre single, ma ci proverò" le sorrido gentilmente.
"Come va con Aurora? Alla fine hai deciso di mandarla alla partita?" chiede curiosa.
"Sì, anche se sono un po' preoccupata all'idea che lei e Zayn saranno nello stesso posto allo stesso momento"
"Non preoccuparti, ci sarà così tanta gente che non la potrebbe mai notare"
"Lo so, ma ho paura comunque" sospiro. "Sai, ogni tanto mi capita di pensare a come sarebbe se lui riapparisse nelle nostre vite"
"E come sarebbe?"
"Sicuramente Aurora sarebbe molto meno triste" dico dispiaciuta.
"Tu sei una brava mamma, okay? Smettila di dubitarne, tua figlia ti adora e nessuno come te è in grado di renderla felice. Lui non vi serve" sussurra più seria accarezzandomi la mano ed io non posso fare a meno che sorridere.
"Grazie, ogni tanto fa bene sentirselo dire" ridacchio. "Anche se penso che Aurora non sia proprio d'accordo sull'ultima parte"
"E tu, invece? Sei convinta sul fatto che non vi serva più o lo vorresti qui con te?"
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The Greatest Victory
ChickLitAlissa Fare la mamma è dannatamente difficile. Io lo so bene, dato che sto crescendo mia figlia da sola da quattro anni. O almeno ci sto provando. L'unica cosa che mi importa è la sua felicità, per questo motivo, dopo cinque anni, mi ritrovo a far...