Alissa
Se dovessi utilizzare una sola parola per descrivere questo momento, sarebbe sicuramente complicato.
Sì, perché non c'è nulla di più complicato che dover gestire una chiamata in cui nessuno dei tre sembra essere dell'umore giusto per parlare. Aurora non spiaccica nemmeno per sbaglio una parola e continua a fissarsi nervosa le mani mentre giocherella con un filo della sua felpa, Zayn è talmente demoralizzato che non sa più che dire per cercare di attirare la sua attenzione ed io... beh, io sono tremendamente a disagio dopo aver sentito quella piccola confessione a cuore aperto che mi ha fatto mentre mi stavo addormentando qualche giorno fa e che non avrei nemmeno dovuto sentire. Peccato, però, che io l'abbia fatto e che da quel momento continui a risentire quelle dannate parole in loop nella mia mente, come un disco rotto. E ogni volta fa sempre più male. Per lui, per me... per noi.
Non so più come comportarmi con lui e non so più cosa sia giusto dire o fare quando siamo insieme per non cercare di ferirlo ancora di più di quanto già non abbia fatto. Forse fino ad ora sarò anche stata troppo concentrata su me stessa e sulle mie paure da non riuscire a vedere quanto stessi facendo male a Zayn, ma adesso non ho più intenzione di far finta di non vederlo. La verità è che io sono ancora tremendamente confusa e lui non merita di essere messo in mezzo al caos che ho in testa. Solo che, per non rischiare di ferirlo ingiustamente, adesso ogni parola mi sembra inadatta e ogni gesto fraintendibile e sono ancora più in paranoia di quando se ne è andato. Ed è per questo che le nostre chiamate sono diventati dei lunghi silenzi in cui ognuno di noi vorrebbe gridare ciò che sente, ma non può farlo.
Va avanti così da più di una settimana ormai e sta diventando uno strazio. Se non ho ancora smesso di chiamare Zayn è soltanto perché mi manca da morire, nonostante abbia deciso di fare un passo indietro nel nostro rapporto, ma soprattutto perché non riesco a sopportare di vedere lui e nostra figlia continuare a sprecare inutilmente tempo che dovrebbero usare per recuperare gli anni perduti soffrendo.
"Posso andare a guardare un cartone?"
La prima a spezzare quel silenzio assordante è Rory, con gli occhi stracolmi di lacrime che si sta sforzando a non versare nel tentativo di nascondere quanto soffra la lontananza da Zayn.
"Aspetta, Rory..." la ferma suo padre. "Possiamo parlare un altro po'? Mi manca tanto stare con te, sai?"
"Ah sì? E allora perché non sei qui? Perché non torni?" chiede, il suo tono di voce disperato è una coltellata dritta al cuore.
"Perché qui a Chicago lavoro, lo sai. Prima di scoprire la verità ti eri abituata alla cosa, no? Non è cambiato nulla adesso: io sono sempre io e tornerò da te ogni volta che potrò"
Sono giorni che Zayn tenta di farglielo capire in tutti i modi, ma a quanto pare nostra figlia non sembra volerselo mettere in testa e lui sta diventando sempre più frustrato. Lo capisco dal tono di voce esasperato e lo sguardo sempre più triste.
"No che non mi ero abituata! Mi faceva paura non vederti e adesso lo fa ancora di più!" sbotta e, insieme a quelle parole, iniziano a scorrere sul suo viso anche le lacrime che ha trattenuto con tanta maestria fino ad ora. "Ma a te non importa, perché te ne sei andato comunque! Perché il football verrà sempre prima di me!"
"Rory..." intervengo dispiaciuta per tutte le accuse che gli sta gettando addosso senza ragione, ma Zayn scuote la testa e mi fa fermare per ricominciare a parlare al posto mio.
"Ti sbagli, perché tu per me verrai sempre prima di ogni altra cosa, scricciolo. Ed io passerò il resto della mia vita a dimostrartelo, se me lo permetterai" dice più serio che mai, tanto che per un attimo mi pare di scorgere negli occhi di Rory un piccolo cedimento.
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The Greatest Victory
ChickLitAlissa Fare la mamma è dannatamente difficile. Io lo so bene, dato che sto crescendo mia figlia da sola da quattro anni. O almeno ci sto provando. L'unica cosa che mi importa è la sua felicità, per questo motivo, dopo cinque anni, mi ritrovo a far...