Capitolo Ventuno

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Alissa

Zayn non si è più fatto vedere dopo avermi beccata insieme a Dominic.

Inizialmente credevo fosse meglio così, perché entrambi avevamo bisogno di una pausa per fare i conti con noi stessi e i nostri sentimenti, ma ora questo silenzio mi sta dilaniando. E non solo me, ma anche Aurora, che continua a chiedermi di Zayn almeno dieci volte al giorno, sperando che possa materializzarsi sul divano di casa nostra.

Cerca di non farmelo pesare, perché ha capito che c'è qualcosa che non va tra me e lui ultimamente, ma so che è triste ed è soltanto colpa mia. A dire il vero, la capisco e vorrei che fosse il contrario, ma anche a me manca averlo attorno. Mi sembra di essere tornata indietro di cinque anni e rivivere la nostra rottura da capo. La sofferenza, la nostalgia, la voglia di chiamarlo per supplicarlo di tornare perché ci manca.

La differenza rispetto a cinque anni fa, però, è che questa volta non mi sono arresa, ho provato a chiamarlo o a scrivergli un'infinità di volte, ma lui ha risposto puntualmente inventando scuse su scuse pur di non vedermi. Sono passati ormai quattro giorni, Aurora sta iniziando a tenere il muso anche a me perché probabilmente ormai avrà capito che è colpa mia se Zayn non viene più da noi ed io non so più che fare. La dottoressa Brown — da cui ho iniziato a fare terapia — mi ha consigliato di andare da lui e costringerlo ad ascoltarmi, ma soprattutto ad essere sincera con lui, su tutto.

La verità? Non so pronta e non credo che lo sarò tanto presto, quindi non ho ascoltato il suo consiglio e, ogni volta che mi veniva voglia di farlo, sono rimasta a casa a fissare il mazzo di tulipani ormai appassiti, come promemoria di tutto il dolore inutile che ho dato a Zayn e del fatto che non ne serve altro né a lui né a me. Siamo entrambi distrutti e riversare l'una sull'altro il proprio dolore o le proprie paure non risolverebbe nulla, anzi, peggiorerebbe tutto quanto.

"Posso chiamare Zayn?" chiede tra un singhiozzo e l'altro tremando e stringendosi forte al mio petto, come se stesse cercando in me un modo per trovare pace.

"È tardi, amore" sospiro per poi accarezzarle i capelli. "Zayn starà dormendo"

"Proviamo lo stesso, per favore. I-Io... Io ho solo bisogno di sapere che non è sparito anche lui come papà, che mi vuole ancora bene" mi supplica con quegli occhioni ambrati stracolmi di lacrime ed io non posso fare a meno che dargliela vinta alla fine, perché l'ultima cosa che voglio è che il suo rapporto con Zayn ne risenta per colpa mia. Non proprio ora che le cose vanno così bene tra loro e siamo sempre più vicini a dirle la verità.

Lancio una veloce occhiata all'orologio e mi rendo conto che non è poi così tardi. È l'una e mezza e forse Zayn potrebbe essere ancora sveglio, quindi prendo il telefono e provo a chiamarlo sperando che possa aiutarmi con Rory, anche se immagino che aiutare me sia l'ultima cosa che voglia fare in questo periodo.

Zayn

Questi ultimi giorni possono essere riassunti con una parola soltanto: inferno.

Non ho fatto altro che immaginare, nella mia mente masochista, Alissa insieme al suo stramaledetto compagno, alternando momenti di rabbia in cui avrei voluto spaccare qualsiasi cosa davanti a me a momenti di tristezza in cui mi sarei voluto mettere a piangere come una ragazzina con il cuore spezzato.

Ho provato ad evitare di rispondere alle sue chiamate, ad inventare scuse per non vederla e a non ripensare al suo sguardo disperato che mi implorava di perdonarla e non lasciarla un'altra volta pur di non cedere perché avevo bisogno di un po' di tempo per me, di una pausa da tutto quel dolore e quelle difficoltà che una volta nel nostro rapporto non esistevano. Eppure mi manca. Mi manca lei e mi manca Aurora e dopo cinque anni lontano da loro sono arrivato al limite. Quattro giorni lontani sono già troppi per i miei gusti, per questo mentre mi metto a letto arrivo alla conclusione che la prossima volta che mi chiamerà accetterò di vederle.

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