Capitolo Quarantuno

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Alissa

Se credevo che fosse difficile separami da Zayn la prima volta che è tornato a Chicago, questa volta è impossibile.

Sia per me che per Rory.

Lei non fa altro che parlare di lui ed io non faccio altro che cercare di nascondere le paure che mi assalgono ogni volta che Zayn non è con me.

Sono passati tre giorni.

Tre giorni da quando ho potuto abbracciarlo e sentirmi forte e sicura tra le sue braccia. Tre giorni in cui non abbiamo fatto altro che assillarlo di chiamate per sentire meno la sua mancanza. Tre giorni in cui ho ricominciato ad avere incubi su incubi, alimentati dalla paura che possa stancarsi di aspettarmi o che possa trovare una donna che non ha tutti i problemi di fiducia che ho io, magari una modella di Chicago.

I primi due giorni li ho passati riempiendomi di lavoro per cercare di tenere alla larga questi brutti pensieri che so perfettamente che Zayn non vorrebbe che avessi più. Il terzo giorno — stamattina — Victoria mi ha chiamata per dirmi che aveva qualcosa da dirmi e che voleva che uscissimo, non solo per lei ma anche per me. A quanto pare è chiaro anche a lei che mi sto lasciando trascinare di nuovo dalle mie insicurezze, spero solo di essere stata più brava a nasconderlo a Zayn perché non voglio che si senta in colpa di essere dovuto tornare a lavoro a causa mia.

Dopo aver passato il pomeriggio insieme a lei, Victoria mi ha fatto portare Aurora dai miei genitori e poi mi ha trascinata fuori per andare a cenare in un nuovo ristorante di Charleston insieme ai nostri amici. Compreso Domic, che non sento né vedo da quando ha rischiato di mandare all'aria il mio rapporto già complicato con Zayn con quella storia del trasferimento a Seattle.

Quando i nostri sguardi si incontrano entrambi siamo abbastanza imbarazzati. Sono io a prendere iniziativa e fare ciò che ho fatto anche con tutti gli altri. Mi avvicino a lui e lo abbraccio, lasciando da parte ciò che è successo.

Dopotutto chi meglio di me può capirlo? Sono la prima ad aver sofferto per anni a causa di un amore che credevo non essere più corrisposto. So perfettamente come si sta e non vorrei mai che Dominic dovesse provare quel dolore devastante per colpa mia.

"Ciao, Dom" sussurro respirando il suo profumo che, ad essere sincera, un po' mi era mancato.

"Alissa"

La freddezza con cui pronuncia il mio nome intero mi colpisce dritto al cuore e mi fa sentire una vera e propria stronza, perché se adesso il nostro rapporto è così difficile è soltanto colpa mia. Vorrei fare qualcosa per poterlo sistemare e riportare a com'era una volta, per essere di nuovo amici, rivedere il suo sorriso e sentirmi chiamare ancora con quel dolce soprannome che usava sia con me che con mia figlia, ma credo che non tocchi a me. È lui a dover decidere quanto tempo gli servirà per superare questa cosa e voltare pagina. Ed io sono disposta a restare qui ad aspettarlo, perché non voglio perdere un'amicizia importante come la nostra. Non dopo tutto quello che abbiamo vissuto insieme.

"Allora, entriamo? Sto morendo di fame!" esclama Maddox rompendo il silenzio imbarazzante che si è creato attorno a noi mentre ci salutavamo.

"Giusto, andiamo" annuisce Victoria prendendomi sottobraccio per poi trascinarmi dentro e regalarmi un sorriso di incoraggiamento. "Andrà tutto bene, sta tranquilla"

Le sorrido anch'io di rimando, anche se non molto convinta, e prendo posto a sedere accanto a lei. Non sono così sicura che sarà una serata semplice da gestire, vista l'accoglienza glaciale di Dominic, ma voglio cercare di non pensarci e di credere alla mia migliore amica. Dopotutto è per questo che sono uscita con loro, per smettere di farmi mille paranoie e rilassarmi.

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