Alissa
"Alis"
La voce roca e ancora assonnata di mio marito mi fa svegliare con il sorriso sulle labbra.
Affondo il viso nell'incavo del suo collo, respiro a pieni polmoni il suo profumo familiare e mi godo la sensazione delle sue dita che corrono lungo la mia schiena mentre cerco di fare il pieno dei pochi momenti di calma che ci restano prima che i nostri figli ci vengano a disturbare.
"Dobbiamo alzarci" ridacchia quando capisce che non ho alcuna voglia di aprire gli occhi. "Oggi è un giorno speciale, o te ne sei scordata?"
Sorrido.
Come potrei essermi dimenticata del nostro quindicesimo anniversario di matrimonio?
"Certo che no, amore mio" sussurro stringendo le braccia attorno al suo torso per poi lasciargli un leggero bacio sul collo.
La combinazione tra le mie azioni e le mie parole deve averlo soddisfatto, perché apro gli occhi giusto in tempo per vederlo sorridere in quel modo così dolce che dopo una vita intera ancora riesce a farmi sciogliere il cuore come neve al sole.
"Brava la mia ragazza" dice furbo per poi alzarsi senza nemmeno darmi il bacio del buongiorno che mi spetta ogni mattina da sedici anni. Un po' indispettita lo guardo indossare una vecchia maglietta scolorita dei Bears e il primo paio di pantaloncini che trova sulla cassapanca ai piedi del letto. Il tutto senza rivolgermi neanche una parola.
Sto giusto per chiedergli se non sia lui ad essersi per caso dimenticato di che giorno è oggi, ma Elijah fa irruzione in camera nostra come un bulldozer prima che ci riesca.
Il mio bambino — ormai un adolescente a tutti gli effetti — è già vestito con tanto di cappellino e borsone della sua squadra di football sulla spalla e ci guarda con quei suoi occhioni color cioccolato traboccanti di disappunto.
"Che cosa ci fate ancora così?! La partita è tra due ore!"
Oh.
Cazzo.
Si stava talmente bene stamattina tra le braccia di suo padre che mi sono dimenticata per fino della sua prima vera partita.
"È quello che stavo cercando di far capire alla mamma" ridacchia Zayn voltandomi le spalle per raggiungere il nostro secondogenito e accarezzargli un braccio. "Come ti senti, campione? Sei carico?"
"Ho un po' paura, a dire il vero" ammette abbassando lo sguardo. "Non voglio deluderti"
Zayn sgrana gli occhi inizialmente scioccato dalla confessione di suo figlio, ma poi si riscuote e posa due dita sotto il suo mento per fare in modo che tornino entrambi a guardarsi. "Ehi... Tu non mi deluderai mai, chiaro? Sei mio figlio ed io sarò fiero di te qualunque cosa accada su quel campo, ricordatelo sempre"
Elijah annuisce, anche se non del tutto convinto, ed io non sono l'unica che se ne accorge. È chiaro anche a Zayn che il nostro ragazzo ha ancora una marea di pensieri negativi che gli occupano la mente ed è per questo che lo ferma prima che possa uscire dalla nostra stanza.
"Vuoi davvero rendermi fiero, Eli?"
La voce di suo padre lo fa bloccare appena davanti alla porta. Zayn aspetta soltanto che si volti verso di noi con un'espressione titubante, prima di ricominciare a parlare e convincerlo a lasciare da parte inutili paranoie che potrebbero rovinargli la bella giornata che lo aspetta. "Allora dà tutto te stesso su quel campo e divertiti insieme ai tuoi compagni"
"D'accordo, papà"
"Va svegliare tua sorella e tuo fratello, noi arriviamo subito"
Elijah annuisce e quando esce dalla nostra stanza, la paura e la preoccupazione sembrano ormai sparite grazie alle parole di suo padre.
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The Greatest Victory
ChickLitAlissa Fare la mamma è dannatamente difficile. Io lo so bene, dato che sto crescendo mia figlia da sola da quattro anni. O almeno ci sto provando. L'unica cosa che mi importa è la sua felicità, per questo motivo, dopo cinque anni, mi ritrovo a far...