Alissa
Ieri sera non ero dell'umore giusto per stare con Dominic, quindi l'ho mandato a casa e sono rimasta sola con Aurora.
Mi ha coccolato più del solito, abbiamo chiacchierato, guardato un film e mangiato la pizza sul divano, facendo uno strappo alla regola per una volta. È stata una bella serata, nonostante l'inizio un po' travagliato, perché Aurora sarà sempre e comunque la cura più efficace per il mio malumore. Soltanto averla accanto, vederla sorridere e farmi abbracciare da lei spazza via ogni singolo problema nella mia vita e mi fa sperare di nuovo nella felicità. Per questo oggi, mentre preparo la colazione per entrambe e lei mi sta appiccicata, come a volersi assicurare che io non sia più triste, inizio a credere che potrebbe trattarsi di un "giorno sì".
"Buongiorno, stelline. Come state?" chiede Dominic sorridente quando passa a prendere Aurora per portarla a scuola.
"Pronta per l'asilo!" esclama mia figlia.
"Pronta per il lavoro" dico imitandola e Dom sorride leggermente, anche se non del tutto convinto.
"Ti va se più tardi quando porto a casa la piccola peste parliamo un po'?" propone speranzoso ed io annuisco, perché anche se non muoio dalla voglia di farlo, io gli devo una spiegazione, dopo che l'ho lasciato andare via in quel modo brusco ieri sera.
"A dopo, allora" dice mentre afferra lo zainetto di Aurora e lei mi saluta.
"Promettimi che non sarai triste, mamma" sussurra quando la abbraccio stringendola forte al mio petto. Io sorrido e le lascio un bacio tra i capelli.
"Promesso. Tu invece promettimi che farai la brava a scuola" dico per poi lasciarla e abbottonarle le la giacca.
"Va bene, a dopo! Ti voglio bene" sorride lasciandomi un bacino sulla guancia.
"Anch'io, amore mio" ricambio il gesto baciandole la fronte per poi vederla uscire mano nella mano con Dominic, serena e felice, ed io mi ritrovo a tirare un sospiro di sollievo, perché a quanto pare non ha capito che il mio malumore è connesso all'incontro con Zayn e il mio segreto è ancora salvo. L'ultima cosa che voglio è che mia figlia scopra chi è suo padre in quel modo e, soprattutto, a causa mia.
Dopo aver preso un caffè al volo, mi vesto anch'io e mi dirigo in libreria per il mio turno.
Fortunatamente oggi non c'è molto lavoro, anche perché non credo che avrei la concentrazione per fare qualcosa di leggermente più complicato della media senza sbagliare, visto tutti i pensieri che mi occupano la mente. Passo la mattinata a fare l'ordine di qualche libro richiesto dai clienti e riordinare i vari scaffali cercando di cancellare il ricordo dell'incontro con Zayn, che non fa altro che ripetersi come un disco rotto nella mia mente.
Rivedo i suoi occhi ambrati così tormentati, risento la sua voce così diversa, ma che ha sempre lo stesso potere di una volta di farmi venire la pelle d'oca e ripenso alle ultime parole che ci ha rivolto prima di andarsene. Così fredde, così cariche di risentimento.
Perché mi sento in colpa per essermi fatta trovare con Dominic, quando lui non si è fatto problemi a farsi fotografare con decine di donne diverse in questi anni?
Continuo a farmi questa domanda da tutto il giorno e a darmi della stupida, ma comunque non serve a cambiare la situazione.
Sono così distratta da questa storia che non mi rendo nemmeno conto che ho sistemato i libri sullo scaffale più in alto in un equilibrio piuttosto precario e, quando il primo cade, anche tutti gli altri crollano. Per fortuna Annie, la mia titolare, è nei paraggi e mi sposta dalla traiettoria della pila di libri, che altrimenti mi sarebbe caduta addosso.
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The Greatest Victory
ChickLitAlissa Fare la mamma è dannatamente difficile. Io lo so bene, dato che sto crescendo mia figlia da sola da quattro anni. O almeno ci sto provando. L'unica cosa che mi importa è la sua felicità, per questo motivo, dopo cinque anni, mi ritrovo a far...