Capitolo Otto

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Alissa

È arrivato il tanto atteso giorno della partita.

Da Aurora, sia chiaro, non di certo da me.

L'idea di avere il mio ex a diversi stati di distanza mi ha sempre dato un certo senso di pace e sapere che, invece, oggi è a poco meno di due ore da casa mia mi fa venire voglia di spaccare qualcosa. Possibilmente la sua faccia.

Aurora si è svegliata ancora prima che la sveglia suonasse perché non sta più nella pelle e, di conseguenza, mi ha costretta ad alzarmi dal letto, nonostante sperassi di dormire ancora un po' in una delle mie poche mattine libere.

Ho provato ad oppormi, ma ha insistito così tanto che quei maledetti occhi ambrati sono riusciti a convincermi per fino a disegnarle con la matita per gli occhi il numero diciannove sulle guance.

Quello della maglia di Zayn.

Sorridere a mia figlia, mentre fingevo di essere felice che lei andasse a vedere con i suoi stessi occhi la ragione per la quale io e suo padre ci siamo lasciati, è stata una delle cose più difficili che abbia fatto negli ultimi anni.

E gli ultimi anni non sono di certo stati una passeggiata...

Ma ce l'ho fatta ed ora Aurora è pronta, con due lunghe trecce alla francese che le ricadono morbide sulle spalle, il numero di suo padre in bella mostra sulle guance e il cartellone sottobraccio. È bellissima ed io mi odio da morire perché, nonostante tutto, in questo momento non riesco a non pensare a quanto sarebbe bello se Zayn fosse qui accanto a me a guardarla emozionato e fiero della sua fan numero uno.

Lui, però, non c'è.

E non ci sarà mai, perché ha scelto quel maledetto sport al posto della sua famiglia ed io dovrei smetterla di desiderare accanto una persona che non vuole avere niente a che fare con noi.

"Facciamo una foto prima che arrivi lo zio Dom?" propone Aurora strappandomi dai miei brutti pensieri.

"Certo, mettiti in posa" sorrido leggermente, recuperando il cellulare e aspettando che si metta come meglio crede.

Aurora apre il cartellone e lo mostra alla telecamera, poi sfoggia il più bel sorriso che le abbia mai visto fare.

"Sei bellissima, scricciolo" dico scattando la foto, felice che lei sia felice.

"Anche tu, mamma" sorride iniziando a correre verso di me per avvolgermi tra le sue esili braccia.

"Tu di più!"

L'attenzione di Aurora viene catalizzata dal campanello che inizia a suonare, segno che Dominic è passato a prenderla, e presto mi ritrovo orfana del suo abbraccio, perché nemmeno aspettare la mia autorizzazione, raggiunge la porta e la apre.

"Ehi, ma guardati! Sei la tifosa più bella che io abbia mai visto!" dice Dom non appena i suoi occhi cadono su Aurora.

"Grazie, DomDom!" sorride arrossendo leggermente a quel complimento. "Andiamo?"

"Non avere fretta, la partita inizia tra più di due ore! Facciamo colazione con la mamma, che dici?" propone lui, così Aurora annuisce e si dirige svogliatamente in cucina.

"Ehi... Come stai?" mi chiede il mio migliore amico di sfuggita.

"Potrei stare meglio, se solo lui fosse a distanza di sicurezza"

"Sta tranquilla, quando torneremo a casa non solo mi impegnerò a farti dimenticare che si trova in questo stato, ma anche della sua esistenza"

Dopo avermi lasciata sola con tutte quelle promesse e quei sottintesi non troppo velati, Dom se ne va in cucina ridacchiando soddisfatto del modo in cui mi ha fatta arrossire.

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