Capitolo Quattordici

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Alissa

Da circa una settimana Zayn e Aurora continuano a vedersi ogni giorno, in una piccola routine tutta loro che si sono creati: giocano a football, chiacchierano e soprattutto si abbracciano.

Aurora cerca costantemente il contatto fisico con lui: gli si butta addosso quando giocano, lo accarezza distrattamente mentre parlano e, dopo che Zayn l'ha presa in braccio una volta durante il tragitto dal parco verso casa, non ha più voluto saperne di camminare da sola.

Come adesso, mentre si stringe a lui come fosse un koala.

Credo che stia iniziando a fidarsi di lui, nonostante sia una cosa che non fa mai con nessuno così in fretta a causa di tutte le paure che l'assenza di suo padre ha portato con sé. E se da una parte questo mi spaventa, dall'altra mi rende anche molto felice per entrambi, perché se lo meritano.

"Resti con noi a cena?" propone accarezzandogli le spalle. Quando lo fa, Zayn sembra improvvisamente smettere di respirare come ogni volta che lo tocca senza preavviso e a me scappa un sorriso. Forse inizialmente avevo qualche dubbio su di lui, ma più lo vedo insieme a Rory e più capisco che ci tiene davvero a recuperare il loro rapporto. Lo vedo nel modo delicato che ha di trattarla e nei sorrisi innamorati che le regala, ma soprattutto nel modo in cui reagisce ogni volta che lei gli dimostra anche solo un briciolo del suo affetto e lui lo accoglie come se fosse la più grande vittoria di sempre. E so che per lui tutto questo è un territorio inesplorato, che ha paura di fare altri errori con sua figlia, ma se la sta cavando davvero bene ed io non posso fare a meno che essere felice di aver fatto questa scelta — anche se titubante — e avergli permesso di cominciare a creare un legame così dolce e profondo. Perché da quando Zayn è diventato una presenza fissa nella sua vita, Aurora è molto più serena di quanto l'abbia mai vista: ha smesso di farmi continuamente domande su suo padre e sembra aver cominciato ad apprezzare la sua vita così com'è. E se c'è una cosa di cui devo essere grata a Zayn, è senz'altro poter finalmente vedere la mia bambina felice e in pace con se stessa.

"Non credo che... Insomma, non voglio disturbare la tua mamma" sussurra a disagio, passandomi la palla in modo che possa essere io a scegliere.

"Resta, se non hai niente da fare. Dovrà essere triste mangiare da solo in hotel, no?" dico e forse non lo faccio soltanto perché Aurora mi sta supplicando con quegli occhi da cucciolo, ma perché — anche se non vorrei — anch'io mi sto riabituando alla sua presenza nella nostra vita. Forse troppo, aggiunge la fastidiosa vocina nella mia mente. Ed io la metto a tacere, nonostante sappia perfettamente che non sarà sempre tutto rose e fiori, perché quando se ne andrà per tornare ad allenarsi le cose si complicheranno sicuramente. Ma ora non voglio pensarci, ora voglio godermi la piccola tregua che la vita mi ha concesso.

"Beh, in effetti sì... Allora resto" sorride ringraziandomi silenziosamente ed io annuisco per poi aprirgli la porta e lasciarlo entrare nel mio mondo.

"Accomodati pure, io mi metto a cucinare. Vanno bene bistecche di pollo e purè di patate?" chiedo mentre mi tolgo la giacca, ma Zayn non risponde. È completamente gelato davanti alla parete di fianco alla scala che ho riempito di foto di Aurora dal primo giorno di vita fino ad oggi. Deve essere difficile per lui trovarsi davanti alla testimonianza tangibile di tutto ciò che si è perso, ma per fortuna ci pensa Aurora a risollevargli il morale.

"Ehi, Zayn! Sei sordo? La mamma ti ha fatto una domanda!" lo richiama alleggerendo la tensione che si stava improvvisamente creando tra noi.

"S-Scusate. Sì, andranno benissimo"

"Perché non mostri a Zayn un po' delle nostre foto dell'album dei ricordi? Sono sicura che anche lui voglia sapere di più su di te dopo averti raccontato tutto di lui" propongo con il solo intento di fargli in qualche modo recuperare ciò che si è perso e vederlo tornare a sorridere.

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