Capitolo Venticinque

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Zayn

È il giorno della partenza per Miami e io ancora non ho detto nulla a Rory e Alissa.

Lo so, sono un coglione, ma non ci sono riuscito.

Da quando due giorni fa Aurora ha avuto quell'incubo con me come protagonista è tesissima e ogni volta che ho provato a tirare fuori l'argomento football si irrigidiva, quindi alla fine ho lasciato perdere.

Sono consapevole di aver soltanto peggiorato le cose, perché ora non ho più né scelta né tempo: devo dire tutto e devo anche muovermi a farlo, o perderò il mio aereo per Miami.

Finisco di fare la valigia in tutta fretta, la lascio alla portineria dell'albergo così che il mio autista possa venire a recuperarla e poi mi dirigo verso casa di Alissa come se stessi andando al patibolo, perché nemmeno per me è semplice andarmene da qui, l'unica città che pensavo non avrei mai più voluto vedere nemmeno da lontano e dai cui ora non vorrei mai più scappare.

Ora tutto ciò che vorrei sarebbe esserci per lei e per Rory e dimostrare ad entrambe che sono un uomo di cui ci si può fidare, ma non posso e mai come oggi ho odiato il mio lavoro, che mi separerà dalle uniche due persone da cui non vorrei più allontanarmi nemmeno per un secondo.

Prima di suonare al citofono prendo un respiro profondo e cerco di far pace con l'idea che sicuramente entrambe saranno molto ferite e arrabbiate a causa della notizia che devo dargli. Purtroppo però ormai il casino l'ho fatto, non posso più rimandare. Suono il campanello e, con il cuore che trema, aspetto di andare incontro al mio destino.

Avevo preparato un discorso che — almeno nella mia testa — suonava bene e mi poteva dare la minima possibilità di non uscire da questa casa sconfitto, ma quando Alissa mi apre la porta tutte le belle parole che avevo in serbo per lei mi muoiono in gola e la mia attenzione viene catalizzata interamente da ciò che mi si para davanti. Indossa un mini abito che le aderisce addosso come una seconda pelle e incornicia ogni sua singola curva alla perfezione. La scollatura è profonda, ma comunque elegante e raffinata, non mostra né troppo né troppo poco, il giusto per far impazzire qualsiasi uomo poggi gli occhi su di lei al solo pensiero di cosa possa nascondersi sotto quell'inutile strato di stoffa.

"Zayn... Che sorpresa, non ti aspettavamo" sussurra presa alla sprovvista.

Se non altro siamo in due ad essere rimasti senza parole.

Ho passato anni a tentare di dimenticare la bellezza di questa donna e a cercare quella che io ho ribattezzato bellezza "superficiale e indolore". Era questa l'unica pretesa che avevo per le donne che mi portavo a letto, che non mi fottessero il cervello con uno sguardo né il cuore con un sorriso. E fino ad ora ha sempre funzionato perfettamente, nessuna è più stata in grado di farmi sentire tanto coinvolto da perderci di nuovo la testa e rimanerne schiacciato. Ecco perché l'aggettivo indolore.

Alissa, però, è tutta un'altra storia, perché non è una modella qualunque, lei è l'amore della mia vita e anche l'unica che, con tutte le sue perfette imperfezioni, è in grado di mettermi a tappeto. È così che mi sento, effettivamente, mentre lei mi guarda con quegli occhi da cerbiatta truccati alla perfezione, in attesa di una spiegazione per la mia improvvisata. Un solo sguardo, tutt'altro che indolore, ed io sono già a tappeto. KO. Annientato dalla sua bellezza incantatrice.

"A-Alissa, sei stupenda" sussurro non riuscendo a smettere di far correre gli occhi su e giù per quelle gambe ornate da un paio di sandali alla schiava che si arrampicano fino al ginocchio, facendomi immaginare fin troppi scenari che finiscono tutti con lei contro il muro e le sue gambe allacciate attorno alla mia vita, sandali compresi.

Cazzo.

Lo schema di gioco di domani, devo pensare allo schema di gioco di domani.

"Grazie" sussurra arrossendo, in imbarazzo sotto al mio sguardo. "Vuoi entrare? Rory sta cenando"

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