Zayn
Il mio ritorno a Charleston non sta andando come avevo previsto.
È da tutto il giorno che Aurora mi tiene il muso, non è servito nemmeno portarla al supermercato e averle dato il permesso di svaligiare l'intero reparto giocattoli — comprese le Barbie super costose che di solito sua madre le permette di avere solo per ricorrenze speciali — per farle ritornare il sorriso.
In queste settimane mi ero illuso che il nostro rapporto stesse migliorando e che ora dovessi preoccuparmi soltanto di Alissa, invece, oggi mi pare di essere tornato a punto e a capo anche con lei.
È ormai tardo pomeriggio quando sono arrivato all'ultima spiaggia e mi dirigo verso la pasticceria di Tillie con l'obiettivo di tirarle su il morale. Se non funzioneranno nemmeno i dolci della mia ex tata allora sarò davvero pronto a sbandierare bandiera bianca e dichiarare la sconfitta.
Una volta seduti ad uno dei tavolini liberi, provo a proporle di comprare quelle ciambelle colorate per cui va pazza ma lei non mi degna nemmeno di uno sguardo mentre alza le spalle come a dirmi di fare ciò che voglio.
Prima di rischiare di impazzire a causa delle mie supposizioni, decido di spezzare il silenzio religioso dentro il quale si è chiusa e affrontare una volta per tutte il discorso.
"Mi vuoi dire che c'è, Rory?"
Aurora scuote la testa in segno di negazione e poi abbassa lo sguardo giocherellando nervosa con il menù della pasticceria. Confuso dalla sua reazione, mi ritrovo a valutare lo scenario peggiore, l'unico per cui potrebbe aver ricominciato a respingermi in questo modo.
"Sono ricominciati gli incubi?" domando preoccupato.
Quando alza lo sguardo e si affretta a scuotere di nuovo la testa, finalmente regalandomi un sorriso che sembra volermi tranquillizzare, il mio cuore sembra diventare all'improvviso più leggero. Eppure, ora che so che tra noi va ancora tutto bene, sono ancora più confuso, perché non ho davvero la più pallida idea di cosa possa frullare nella testolina di mia figlia in questo momento. E, se non lo capisco, non posso nemmeno aiutarla a trovare una soluzione a quel broncio che odio vedere sul suo viso.
"Allora dimmi che c'è che non va, ti prego... Voglio aiutarti" sussurro stringendo delicatamente le sue manine sul tavolo, ma prima che possa parlare Tillie ci interrompe per prendere il nostro ordine.
Alla fine Rory sembra cedere ai miei metodi di corruzione e ordina una ciambella e una cioccolata in tazza, mentre io invece chiedo un caffè. Quando Tillie sparisce dietro il bancone e ci lascia di nuovo soli per andare a preparare la nostra merenda, sono già pronto ad approfittare di quel piccolo segno di resa di mia figlia e tornare all'attacco, ma questa volta è lei a battermi sul tempo rivolgendomi l'ultima domanda che mi sarei aspettato.
"La mamma non ti piace più?"
"C-Cosa? Certo che mi piace, scricciolo..."
"E allora perché continui a starle lontano? Lei ti piace e tu le piaci e... e poi siete i miei genitori, no? Dovreste stare insieme come tutte le altre coppie di mamme e papà"
"Non è così semplice, Rory" sospiro abbattuto. "Vedi, la mamma non è ancora convinta di noi tanto quanto lo sono io e ha bisogno di ancora un po' di tempo per capire meglio cosa prova"
"Anch'io non ero convinta di te all'inizio, ma adesso va meglio... Piano piano le cose si stanno sistemando, no?"
Davanti a quelle sue parole così dolci non posso fare a meno che annuire e sorridere. "Piano piano, giusto"
"E comunque secondo me ti sbagli"
"Ah sì?"
"Sì, perché la mamma è sempre triste quando non ci sei e poi tu torni e lei è di nuovo felice, ma tu non stai mai con lei e... e lei ci rimane male" sussurra dispiaciuta. "Non vuole farlo vedere, ma io me ne accorgo, sai? Tu le manchi tanto e devi fare qualcosa, perché non mi piace vederla triste"
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The Greatest Victory
Genç Kız EdebiyatıAlissa Fare la mamma è dannatamente difficile. Io lo so bene, dato che sto crescendo mia figlia da sola da quattro anni. O almeno ci sto provando. L'unica cosa che mi importa è la sua felicità, per questo motivo, dopo cinque anni, mi ritrovo a far...