Capitolo Ventisei

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Zayn

Due giorni.

Sono passati soltanto due giorni dall'ultima volta che le ho viste, quarantotto ore. Eppure mi sembra come se fossero passati anni.

Alissa non ha risposto a nessuna chiamata, né ai messaggi che le ho inviato ed io non so più che fare per cercare di recuperare alla cazzata che ho fatto proprio nel momento in cui le cose sembravano starsi sistemando.

Mi mancano da impazzire, mi mancano così tanto che a volte mi sembra difficile per fino respirare. Ho bisogno di sentirle, di sapere che stanno bene, che possono e soprattutto vogliono perdonarmi, anche se gli servirà tempo.

Non faccio altro che pensare alle ultime parole di Alissa e al modo in cui mi ha guardato mia figlia prima che me ne andassi. Ho cercato di concentrarmi su altro, sulla squadra, sulla partita ma ho fatto un casino anche qui e ora anche i miei compagni sono tutti incazzati con me.

Per me scendere in campo è sempre stato terapeutico, solitamente giocare mi aiuta a mettere in pausa tutti i pensieri che occupano la mia mente trasformando le preoccupazioni in energia per vincere.

Ieri non è successo nulla di tutto ciò.

Non sono riuscito a tenere fuori dal campo i miei problemi personali, sono stato distratto, approssimativo e ho reso inutile tutto l'impegno che ci hanno messo i miei compagni facendoli perdere.

"Non è stata una delle migliori performance di Malik quella di ieri" il sottofondo della televisione del mio soggiorno a Chicago attira la mia attenzione. Decido di farmi del male e di alzare il volume lasciando perdere la discussione che stavo affrontando con Matt e Liam. "Il capitano dei Bears sembrava non essere sul campo con la squadra, chissà cosa avrà di più importante di una partita che lo poteva portare diretto al Super Bowl in mente? Magari una donna? O forse un'altra squadra? Le voci dicono che si stia guardando attorno da qualche tempo"

In preda al nervoso lancio il telecomando contro la libreria e così facendo si disintegra in mille pezzi. Una perfetta rappresentazione dello stato del mio cuore in questo momento, se me lo chiedete.

"Fanculo!"

"Calmati, Zayn! Hai già fatto abbastanza danni, non credi?" borbotta Matt.

"Mi dispiace, okay? Alla prossima partita sarò il migliore di tutti i giocatori in campo"

"Me lo auguro" ridacchia. "Ma non era questo a cui mi riferivo"

"A che cosa, allora?"

"A tua figlia e ad Alissa. Le hai ferite, ma puoi ancora rimediare, anzi... Devi rimediare, altrimenti il tuo gioco continuerà a fare schifo"

"Lo so, ma non mi rispondono e non so che altro fare"

"Quando mai il nostro capitano si è arreso davanti ad un piccolo ostacolo?" domanda Liam facendomi sorridere leggermente. "Insisti, prima o poi dovrà per forza rispondere, anche solo per mandarti a fanculo, e tu ne approfitterai per chiedere scusa in un modo che non lasci alternativa, se non quella di perdonarti"

"Stai suggerendo di compiere un reato per stalking?" chiedo ridendo leggermente.

"Sto suggerendo di toglierti in un modo o nell'altro quella faccia da culo perché non ti sopportiamo più e soprattutto perché abbiamo bisogno del nostro capitano in campo, non della sua brutta copia" mi corregge lanciandomi un cuscino.

"Va bene, va bene!"

Raccolgo il telefono dal divano e decido di smettere con l'idea iniziale di dare tempo e spazio ad Alissa, anche perché credo che dimostri soltanto che hanno ragione loro e che me le sono già lasciate alle spalle, quando in realtà non c'è nulla di più lontano dalla realtà.

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