.7. Behind The Glass

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Billy lo guardò malissimo, era preoccupato per come avrebbe reagito la duchessa di Raven

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Billy lo guardò malissimo, era preoccupato per come avrebbe reagito la duchessa di Raven. Si era distratto perché aveva visto Magnus Leroy guardare attraverso il finestrino. Era una cosa assolutamente sbagliata, Billy lo sapeva bene. Era come guardare le file di panche dietro di sé durante una funzione religiosa o come ficcanasare nelle case degli altri quando ci passava vicino con la carrozza e arrivava perfettamente all'altezza delle loro finestre. Solo perché poteva farlo non significava che fosse giusto. Questo però non influenzava il fatto che fosse curioso, lo era. Si, la tentazione di spiare le vite degli altri ce l'aveva eccome, Billy Round. Ma non si sarebbe mai permesso, era semplicemente sbagliato. Il suo universo era così semplice, ordinato e rispettoso che proprio ignorava cosa potesse passare nella mente di un personaggio come quello che aveva accanto.

Aveva visto Magnus gocciolare come un maiale scannato quella stessa mattina, e per mano di una donna, oltretutto. A Billy Round era bastato molto meno per avere paura di lei, erano stati sufficienti i suoi modi, e quegli occhi azzurri in cui ovviamente mancava l'anima. Magnus era stato placido per tutto il viaggio. Poi qualcosa era cambiato, distrattamente Billy Round lo aveva visto osservare la guglia luminosa di St. Paul e voltarsi verso il finestrino dov'era seduta la duchessa di Raven. Sapeva che la duchessa non sopportava il sobbalzare della carrozza e faceva la massima attenzione per non tirare troppo le briglie, per fare in modo che la vettura avesse un andamento regolare, per quanto possibile su quel tipo di terreno irregolare. Eppure aveva fatto l'errore di farsi distrarre da quello che Magnus stava facendo. Aveva frenato, invero troppo bruscamente. I cavalli avevano nitrito e allora visto che non aveva molta scelta si era subito voltato verso il finestrino, pronto a piegarsi alla furia della donna. Ma quando gli si era parata davanti quella scena inverosimile, di Magnus che teneva il viso incollato al vetro, vicinissimo a quello della duchessa dall'altra parte, aveva deciso che era più saggio riprendere le redini della carrozza. Billy diede una tirata leggera a Molly, sperando che avesse  conservato, almeno lei, un po' di creanza in quel nuovo assetto disordinato di azioni insensate in cui si era involontariamente trovato coinvolto.

La duchessa era come ipnotizzata da un incantesimo, i suoi occhi erano di nuovo fissi in quelli di Magnus, più luminosi del sole. Non si accorse del cambiamento atmosferico, dell'aria improvvisamente umida e della condensa, non sentì nemmeno il fetore che si stava alzando dalle strade portando in superficie quello che di solito era nascosto. Tutto intorno a loro stava velocemente cambiando, e il cielo, subito dopo la cattedrale di St. Paul aveva iniziato a prendere le tinte della sua mantella, era color tortora.

<<Togliti immediatamente.>>

<<No.>>

Vide la bocca di Magnus muoversi piano.

<<No.>>

Aveva ripetuto spostando gli occhi più in basso, sulle sue labbra. E lei seppe come sapeva che avrebbe dato una bella strigliata a Billy Round per tutto questo, che non si stava riferendo solo al togliersi da lì davanti. Le loro bocche erano così vicine che avevano lasciato una condensa sul vetro a causa dell'umidità atmosferica che stava salendo, e i contorni dei loro visi erano così sfocati, che sembrava di trovarsi in un sogno. Ma il senso di quel no non aveva niente di onirico. Era forte e potente, estremamente chiaro.

No, era quello che stava dicendo a lei. No, alla sua violenza.
No, non mi farai più del male. No, non ti permetterò più una cosa del genere. No, no, no.

Non aveva parlato, ma la contessa immaginò con sufficiente perizia quella voce bassa, elegante e fastidiosa. Poteva sentirla risuonare nel suo cervello. L'arrivo della pioggia la colse impreparata, nonostante vi fossero nell'aria tutti i segnali che sarebbe successo di lì a poco. Osservò i riccioli scuri di Magnus bagnarsi, l'acqua leggera che iniziava a grondare sulla fronte e quelle piccole gocce che si allungavano sulla mascella squadrata e scendevano sul collo dove sparivano dalla sua vista. Poi arrivò il caldo, ebbe la sensazione di sentire fin troppo la consistenza della stoffa che portava addosso, che gli si era incollata al corpo e che la faceva sentire in trappola. Doveva fare qualcosa, spezzare l'assurdità e l' inaccettabile ribellione insita in tutto questo. E lo fece nell'unica maniera che conosceva, come aveva fatto da sempre e come immaginò avrebbe fatto per tutta la vita, avrebbe spazzato via le cose che non voleva avere attorno, lo avrebbe fatto con la violenza.
Allora continuò a colpire il vetro come aveva fatto dall'inizio di questa assurda situazione, lo colpì attraverso il finestrino come se lo avesse fatto direttamente a lui, come aveva già fatto quella mattina. Lo odiava. Era così presa che non si accorse di essere arrivata davanti a casa della contessa di Winthorpe. Magnus si tolse finalmente da lì davanti e lei si sedette sul sedile, esausta. Come era normale che accadesse, Magnus bussò con le nocche per sapere se poteva aprire la portiera della vettura. Ma la duchessa di Raven non rispose, nemmeno alla quarta volta. L'etichetta in questi casi ritiene che non ci si dovrebbe  permettere di insistere e che si dovrebbe  ritentare dopo qualche minuto per permettere ai signori all'interno della carrozza di rendersi presentabili. Ma Magnus non seguiva le regole e non aspettò che la duchessa fosse pronta. Non lo sarebbe mai stata.

<<My Lady.>>

Le porse il braccio, servile, come se si fosse trattato di un'altra persona, come se quello che lei aveva visto accadere non fosse mai successo se non nella sua testa. Tanto che rimase interdetta e attingendo ad un patrimonio infinito di gesti sempre identici, appoggiò la mano guantata sul suo braccio coperto.
Ma si riscosse presto.

<<Non ti caccerò via, so che è quello che vuoi. So che mi detesti. Ma rimarrai qui, finché io lo vorrò, perché qui sono io che comando, anche se pensi di valere più di quello che vali.>>

I suoi occhi azzurri, cristallini e già stranamente familiari stavano guardando quelli di Magnus, tentavano di ordinare quel caos, di governare quel nuovo assetto disordinato di gesti e parole.

<<My lady non vorrei essere in nessun altro luogo, se voi non ci siete.>>

Rispose sfacciatamente. Era ormai zuppo e presto, senza che se ne fosse accorta, lo sarebbe stata anche la duchessa di Raven, e la contessa di Winthorpe ne avrebbe approfittato subito, felice di avere un argomento che l'avrebbe tenuta occupata almeno per tutta la Stagione Londinese.

LA DUCHESSA DI RAVENDove le storie prendono vita. Scoprilo ora