.21. Hidden Aims

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<<Fermatevi

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<<Fermatevi.>>

Sussurrò la duchessa tentando di farlo smettere, nonostante stesse, senza dubbio, ricambiando il bacio.

<<Fermatevi ho detto!>>

Magnus allontanò il viso ma continuò a fissare le sue mani e poi i suoi occhi così azzurri. Doveva controllarsi, doveva smettere. Lo stupì non poco che in fondo la sua recita fosse risultata meno faticosa di quanto si aspettasse. Per un momento si era persino dimenticato dei suoi intenti, per colpa di quelle maledette mani di donna.

Quei palmi arrossati contro il vetro erano stati l'unico pensiero che gli aveva consentito di non impazzire, considerata la situazione in cui si trovava. Era anche per quel motivo che era sempre più persuaso a prendersi la sua vendetta. La colpa di tutto quello che gli era successo nelle ultime due settimane terribili, era di quella maledetta donna che stava baciando in quel momento, avrebbe voluto ucciderla. Lo aveva davvero preso in considerazione, prima che il suo corpo lo tradisse, eccitandosi. Oh, se lo aveva pensato, era quello che insieme alle sue mani arrossate aveva desiderato più ardentemente. Per questo aveva convinto la contessa di Winthorpe ad invitarla ai giardini. Fino al loro ultimo incontro, era stato sicuro che la violenza umiliante a cui lo aveva sottoposto la duchessa di Raven fosse quanto di peggiore avesse mai sperimentato nella vita; si sbagliava.

Ora era tutto diverso, persino lui, che si vantava spesso con sé stesso di essere una persona granitica, si era fatto schiacciare dagli eventi e ne era uscito masticato, e ora la sua anima gli sembrava avesse la stessa consistenza del pudding. Era così che si sentiva, che si svegliava la mattina e andava a dormire la sera...o la notte. Quando ci riusciva a dormire. Spesso rimaneva sveglio, con un braccio sotto la testa a guardare il fuoco della candela che consumava la cera, a rimpiangere le nottate in cui l'unico motivo delle sue veglie, era la curiosità di capire come funzionassero i mulini.

Per questo la duchessa di Raven l'avrebbe pagata, sarebbe stato spietato. Era tutta colpa sua. Se solo non lo avesse ceduto, se solo avesse mostrato un po' di cervello o anche solo un po' di pietà, sotto quei ricci scioccamente acconciati, adesso non si sarebbero trovati in quella spiacevole situazione.

<<Non riesco a smettere.>>

Continuò Magnus, finalmente fedele ai piani. Mentiva, aveva ritrovato tutto il suo sangue freddo, era bastato ripensare agli eventi delle ultime settimane per allontanare la tentazione di quel corpo, che in fondo era come tutti gli altri corpi di donna.

<<Lo dici a tutte.>>

Insistette la duchessa di Raven rossa in viso e scarmigliata. Magnus non aveva ancora lasciato libere le sue mani, le teneva ferme contro il dorso rugoso del tronco. Pensò che avrebbe voluto spingere di più, vedere se sanguinava anche un essere come lei. E poi la sua attenzione fu di nuovo sulle sue gote, non le si addiceva quel rossore da educanda su quel viso crudele, stonava con gli occhi.

<<Lo dico solo a voi, my Lady, penso solo a voi.>>

<<Sciocchezze! Sei un bugiardo, lo hai fatto anche con la contessa di Winthorpe!>>

Magnus tentò di nascondere il fastidio di quell'accusa sotto il solito sorriso strafottente, in realtà stava ribollendo di rabbia, batté le sue mani contro il tronco come avrebbe voluto fare dall'inizio, come voleva fare anche con quella sua stupida testa. Sperava che il legno le avrebbe lacerato la carne, voleva farla gridare.

Ma non poteva, e il loro tempo stava per scadere. La contessa sarebbe presto venuta a cercarlo, l'avrebbe richiamato come faceva coi suoi barboncini. Respirò tentando di ritrovare una parvenza di controllo, era indispensabile convincerla a vederlo ancora. L'avrebbe rovinata, avrebbe fatto a pezzi la reputazione della duchessa di Raven, sapeva quanto potesse essere delicata quella delle donne nella sua posizione. Bastava un passo falso, e lui, per essere sicuro, ne avrebbe compiuti molti di più.

<<Vi desidero da impazzire.>>

Continuò baciandola ancora.

<<Dobbiamo trovare un modo, un pretesto, una scusa. Devo avervi, vi prego.>>

La duchessa di Raven lo guardò con la bocca più rossa per via dei suoi baci e leggermente aperta quando si allontanò, lasciandole finalmente libere le mani. Le aveva fatto male quando gliele aveva sbattute contro l'albero, se le toccò per ritrovare un po' di sensibilità, era calde e intorpidite. Avrebbe dovuto mettere i guanti, ma era un indumento che detestava, soprattutto d'estate e se non ci era obbligata, non li indossava mai.

<<Non possiamo, tu e io non possiamo fare una cosa del genere.>>

Disse la duchessa ripensando all'orrore di quello che era successo col marito. Solo l'idea la fece rabbrividire, non si fidava del suo istinto, anche se l'istinto voleva che Magnus la baciasse ancora, ancora e ancora.

<<Dobbiamo tornare.>>

Annunciò Magnus indispettito.

<<Vi prego di riflettere sulla cosa. Mi basta restare un po' da solo con voi, magari potrei accompagnarvi come stalliere un giorno che volete cavalcare Molly, potreste chiedere alla contessa di farvi un piacere.>>

Magnus sperò che tutto questo suonasse casuale, in realtà ci aveva pensato a lungo e gli era sembrata la soluzione migliore. In genere la duchessa portava Billy con sé, che differenza avrebbe fatto?

Bhé, ovviamente a parte che dubitava che il balbettante Billy avesse le sue stesse intenzioni. Sapeva che l'unico reale problema era avere il consenso della contessa di Winthorpe. Quello poteva rivelarsi un ostacolo non indifferente al raggiungimento dei suoi scopi.

<<Ci penserete?>>

Continuò Magnus.

<<È una pessima idea. Non possiamo.>>

Ripeté stavolta più sicura la duchessa di Raven guardandosi intorno.

<<Magnus? Magnus, dove vi siete cacciati?>>

Vide la contessa trafelata corrergli incontro in maniera goffa per via del vestito che teneva con entrambe le mani. Si erano spostati dall'albero ma la duchessa era ancora irreparabilmente rossa in viso. La contessa li guardò come se volesse incenerirli. Il suo sguardo letale era destinato a lui.

<<Perché eravate qui? È pericoloso per una donna come voi.>>

Si rivolse alla duchessa di Raven alludendo ai pettegolezzi e alla sua reputazione e tentando invano di addolcire la voce troppo acuta.

<<Stavamo solo chiarendo la situazione relativa al nostro primo incontro.>>

Rispose Magnus sicuro per entrambi.

<<È stata una decisione sensata, non mi piace ci siamo dissidi tra i miei amici.>>

Ma l'affermazione della contessa suonò forzata e di nuovo troppo acuta in quella notte calda. L'orchestra del padiglione riprese a suonare. Aveva mai smesso? Si chiese la duchessa di Raven non riuscendo assolutamente a ricordare, nelle orecchie le pareva ancora di avere solo la voce bassa di Magnus che le diceva che la voleva. Invece Magnus adesso non diceva più nulla.
<<Venite, continuiamo a passeggiare. Il duca di Seillac si unirà a noi.>>

LA DUCHESSA DI RAVENDove le storie prendono vita. Scoprilo ora