Fu quando il maggiordomo ripeté per la seconda volta che potevano iniziare ad accomodarsi che anche gli ospiti più distratti presero posto a tavola.
Lady Sanders tuttavia era ancora impegnata a parlare con sir Charles e come padrona di casa fece il torto agli ultimi commensali di non accoglierli, in piedi, accanto al posto che avrebbe occupato a capotavola come l'etichetta richiedeva.
Ma gli eventi recenti avevano fatto in modo che le regole rimanessero sospese, che più urgenti questioni venissero risolte.In quel momento il suo cuore era gonfio di tristezza e la sua vita aveva assunto, secondo lei, in quella preciso momento, alla vigilia di natale e poco prima che il nuovo anno la trascinasse ancora più lontano, una consistenza incerta e sfocata come il legno che osservava in quel momento scricchiolare nell'enorme camino di pietra bianca.
L'aria era mossa, tremolava, il legno appariva distorto per via del calore.
Charles stava perorando la causa di quella puttana accerchiata di pretendenti. Le stavano intorno come pesci squali che abbiano fiutato l'odore del sangue.
Era circondata da quell'attrazione che rendeva tutto distorto come faceva il calore delle fiamme nel camino, aveva visto cambiare la consistenza granitica della realtà che conosceva, ora era meno densa, assomigliava all'aria intorno fuoco, era un ammasso informe e nebuloso di possibilità contraddittorie.
Charles le stava dicendo che non credeva ad una sola parola, che Ginevra non era un'assassina, che seppure il suo carattere era aspro e a tratti violento questo non significava niente. Le stava dicendo che secondo lui la colpevole era un'altra, qualcuna che aveva degli ottimi motivi per farla apparire colpevole, qualcuna che aveva molto da perdere.
Lady Sanders lo ascoltava fingendo la solita benevolenza e la solita disponibilità all'ascolto che l'aveva resa tanto ammirata, che l'aveva fatta ben volere dal suo sesso e, come Charles stava dimostrando coi suoi discorsi, anche dal sesso opposto.
O forse no, perché a ben vedere i tratti femminei di Charles erano piuttosto evidenti con le sue ciglia lunghe, le belle labbra turgide e gli occhi da felino, allungati.
Persino il modo in cui muoveva le mani, in cui accavallava le gambe, ricordavano i movimenti femminili di donne consce della loro sessualità.
Si stupì di questo pensiero licenzioso.
Charles le parlava di qualcuno che avesse molto da perdere.
Gli sorrise, sciocco, ingenuo giovane Charles che pensava ancora che la giustizia esistesse nel loro mondo, anche la sua anima era femminile in maniera innegabile allora.
Lady Sanders stava zitta mentre lui parlava, continuando ad osservare incantata l'effetto del fuoco sul legno. La consumazione, la penetrazione delle fiamme che lo lambivano come se volessero sedurlo prima di disintegrarlo. Una violazione affascinante.
Ma lei non era stata mai né legno, né fuoco e ancora una volta, in maniera insopportabilmente sterile, si trovò a fare da spettatrice, di nuovo poteva solo immaginare i sentimenti delle persone che vivevano vite più entusiasmanti della sua.
STAI LEGGENDO
LA DUCHESSA DI RAVEN
Ficción históricaMagnus Leroy ama aggiustare le cose, é affascinante, sicuro di sé, ostinato e segue una regola: non vedere la stessa donna per più di due volte, mai. La duchessa di Raven è in grado di distruggere tutto quello che gli capiti a tiro, se disturba...