.35. Prearranged Signal

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La duchessa di Raven implose semplicemente in sé stessa

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La duchessa di Raven implose semplicemente in sé stessa. Era possibile? La domanda le balenò per la mente torbida, oscura come lo era stata quando per un breve tempo la tormenta l'aveva resa incosciente e leggera, proprio come si sentiva ora. Eppure non era una stella, sorrise tristemente di quel pensiero, sentì le mani che finivano sulla propria gonna, la artigliavano come se le sue vesti potessero essere un appiglio in quell'esistenza in cui niente aveva fatto presa e fallivano, il gelo della neve lo avvertì quasi con stupore.

No, non era una stella e senza di lui, senza Magnus Leroy, non era neppure una donna.

La voce di suo marito, l'odiosa preoccupata voce di suo marito la trapassò, assomigliava ad uno strattone violento, aveva l'intento di riportarla a quella sofferenza?

<<Si sente male?>>

Poi quella di Charles.

<<È svenuta?>>

<<È colpa della preoccupazione a cui è stata sottoposta.>> Lady Sanders parlò con supponente sicurezza.

Eppure in vita sua non aveva mai assistito a nulla del genere, aveva sentito l'aria fermarsi mentre Magnus e Ginevra, uno di fronte all'altro si fissavano in un modo che non avrebbe saputo definire. Oltre la vita, aveva pensato, l'amore che li univa li avrebbe superati di un balzo e li avrebbe prima o poi stanati di nuovo, la forza che li aveva attraversati aveva ammutolito i presenti. Era la cifra di quello che si era persa? Era quella potente sensazione che le era stata negata? Nessuno dei mille spettacoli a cui aveva assistito, sebbene millantasse di mostrare l'amore per quello che era, l'aveva resa partecipe di quella misteriosa, strana e selvaggia corrente che pareva in grado di fare di due corpi uno solo.

Non si aspettava certo che le sue manovre avrebbero causato davvero tutto quel marasma, o meglio, era ovvio che immaginava che ci sarebbero state delle conseguenze, ma quello su cui si era davvero concentrata era stata la certezza che per qualche giorno avrebbe avuto il privilegio di essere finalmente in prima linea. Quegli omicidi avevano reso la sua vita d'un colpo avventurosa, era molto meglio delle sue giornate spese tra chiacchiere di donne e infiniti tè, ma no, non aveva immaginato che le sue azioni o le sue minacce, o la sua lettera persino, spedita in tutta fretta all'attenzione della sicurezza reale, si sarebbe risolta davvero in maniera tanto barbara.

D'altronde non era quello che l'aveva spinta a parlare, a dire di essere stata, forse, un tantino precipitosa. Era stata la dignità della sua amica, di quella donna che aveva invidiato per anni, che aveva osservato da vicino, di cui aveva, in fondo, ammirato l'eleganza inscalfibile. La duchessa era di fatto stata una delle donne più chiacchierate e esiliate dalla società londinese che l'aveva tacciata prima come adultera e poi aveva stabilito che la sua sterilità era stato solo un pretesto per continuare a praticare in libertà i suoi passatempi abietti. Aveva ascoltato cose terribili, alcune era stata persino lady Sanders a metterle in circolo, anche negli anni in cui si erano frequentate, in cui aveva fatto finta di essere per la sua amica un porto sicuro, di essere al di sopra di quei gretti e meschini pettegolezzi, Lady Sanders aveva invece continuato ad alimentare quelle stesse cattiverie.

LA DUCHESSA DI RAVENDove le storie prendono vita. Scoprilo ora