.30.Bright Green

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Magnus la vide uscire e calpestare la rena con le sue scarpette a punta, ma non era da sola, c'era il duca con lei

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Magnus la vide uscire e calpestare la rena con le sue scarpette a punta, ma non era da sola, c'era il duca con lei. Per la rabbia diede uno strattone alla povera bestia che aveva accanto. Tyrell gli fece un cenno di saluto col capo subito dopo che i due furono usciti. La duchessa sembrava nervosa, notò Magnus, guardava in basso e tormentava i guanti beige che aveva tra le mani.

<<Magnus,>> esordì il duca senza l'indugio della moglie, <<devo considerarvi uno stalliere o un gentiluomo oggi?>>

Alla duchessa non sfuggì il tono denigratorio che stava usando, lo aveva visto così spesso negli ultimi tempi, che anche senza guardare il marito, immaginava perfettamente la smorfia che gli stava scoprendo i due incisivi un po' accavallati.

<<Sono sempre stato solamente uno stalliere e forse nemmeno quello.>>

La sua voce le diede un immediato e sconcertante fremito. Chiuse gli occhi per tentare di immagazzinarla bene, era profonda e terribile con quelle consonanti dure come la pietra e torbide come quella giornata.

<<Oh, spero che lo siate, altrimenti chi salverà la duchessa dall'insidiosa radura?>>

<<Farò tutto il possibile per evitare che possa accaderle qualcosa.>> Rispose prontamente Magnus, dopodiché li lasciò proseguire fino allo spiazzo in cui Roland aveva legato Molly, nel frattempo teneva le briglie di un cavallo grigio scuro che continuava a sbuffare e a tentare di trascinare Roland con sé. Magnus manteneva qualche passo di distanza dai due come richiedeva l'etichetta, da dove si trovava poté osservare il duca di Raven piegarsi verso la contessa e sussurrare qualcosa. La duchessa indossava un vestito verde accesso, sembrava che tutta la primavera si fosse concentrata nella sua figura, che si fosse appropriata del colore degli alberi, dell'erba e l'avesse concentrata avida nelle stoffe che ora la ricoprivano così bene, era lei l'unica cosa splendente quel pomeriggio.

<<Il tempo non è dei migliori.>> Constatò la duchessa come se potesse leggere nei pensieri di Magnus, ancora non aveva mai, neppure una volta, fissato i suoi occhi.

<<Volete tornare indietro mia cara? Fa anche freddino.>>

Disse immediatamente il duca rabbrividendo.

<<No, mi piace cavalcare con questo tempo, l'aria è così frizzante da essere assolutamente piacevole dopo l'umidità degli ultimi giorni, finalmente si riesce a respirare bene.>>

<<É stato merito delle piogge, è la loro intensità a fare la differenza, se sono leggere aumenta l'umidità, ma se sono copiose come quelle di stanotte raffreddano l'aria.>>

<<Oh, cielo. Né stalliere, né gentiluomo, siete un botanico! Devo proprio dire alla contessa di darvi un po' di tregua, quella donna non conosce mezze misure, potrebbe esplodervi il cervello se continuerà a volerci ficcare tutte queste nozioni!>>

Senza aspettare la risposta di Magnus si rivolse immediatamente a sua moglie.

<<Ad ogni modo, siete voi l'esperta mia cara, io preferisco decisamente una mano di poker a questi svaghi campestri.>>

Roland fece un inchino ai due e poi salutò Magnus accomiatandosi. Quando il duca gli aveva rivolto la parola, a Magnus era sembrato che Roland non riuscisse a mascherare un certo fastidio, gli aveva passato la briglia con un gesto secco e il suo saluto era stato forzato, veloce. Eppure Magnus se lo ricordava fin troppo paziente, aveva medicato le sue ferite nella stalla con grande gentilezza e non l'aveva giudicato troppo duramente. Cosa era accaduto nel frattempo? La duchessa attese pazientemente che lui l'aiutasse a salire, le braccia di Magnus la strinsero con forza per issarla su Molly, lei si aggrappò alla criniera della cavalla e vi affondò le dita non potendo farlo nella carne di Magnus. Sentì il suo odore.

<<Perché è venuto con voi? Quello che volevo mostrarvi non credo rientri nei suoi gusti, my Lady.>>

Le parlò vicino all'orecchio, non appena fu sicuro che il duca fosse di spalle, impegnato a salire a sua volta in groppa.

La duchessa non rispose, rimase imbambolata, con la bocca lievemente aperta. Girò gli occhi non appena lui ebbe formulato queste parole e incontrò il suo sguardo. Nonostante l'intento seduttivo di quella frase, tutto in lui era terribilmente minaccioso. Si sentiva imbarazzata, impaziente e soprattutto frustrata di non poter passare un po' di tempo con lui, di dover recitare, era infinitamente stanca, le sembrava di non aver fatto altro fino a quel momento.

<<Non mi rispondete? Volete che vi dica di nuovo quanto vi ho pensata? Avete letto bene le mie parole?>>

<<Si.>>

Per dire di sì, si girò velocemente verso di lui e le loro labbra, che erano così vicine, si sfiorarono velocemente e in maniera inopportuna.

<<No, non torturatemi oltre.>>

Stavolta non le diede il tempo per rispondergli. Si allontanò verso il suo cavallo bianco con qualche macchia nera, e salì in sella con gesti nervosi. La duchessa osservò i suoi fianchi e il movimento che impresse, quei colpi di reni con cui si dava lo slancio, le fecero stringere ancora una volta, con troppa forza,la criniera della povera Molly. Suo marito si avvicinò a lei tentando di mantenere un'andatura lenta e costante. Magnus era dietro di loro, li seguiva adattando il trotto del suo cavallo a quella degli altri due.

Stava osservando la duchessa, era furioso. Quando pensava di non poterla odiare oltre capiva che il limite poteva ancora essere spostato, che la misura del suo odio poteva essere davvero infinita. Doveva ammettere però che la duchessa con quel vestito era notevole e che il suo desiderio, seppure era alimentato dalla vendetta, era ormai caratterizzato anche da una certa, concreta smania. Era infastidito perché aveva pregustato questo momento da giorni, lo era perché schiacciare quella donna vestita di verde, che si sentiva come un'eroina romantica contesa tra due uomini, era l'unica cosa che pensava di volere davvero. Giurò a sé stesso che non gli sarebbe piaciuto fotterla, che avrebbe mantenuto un certo necessario distacco, quando il momento sarebbe infine giunto. Come aveva sempre fatto del resto, anche senza smanie di vendetta. Cosa lo preoccupava tanto? In fondo le cose finora erano sempre andate così e non c'era nessuna ragione che cambiassero di punto in bianco. No, sapeva esattamente cosa sarebbe successo, avrebbe fatto in modo che tutto andasse esattamente come doveva andare.

Ma non si aspettava certo di vedere quello che vide. La duchessa ad un certo punto spronò Molly che iniziò a correre come una forsennata, quella cavalla non era ancora stata domata a dovere, era una testa calda, pensò Magnus preoccupato, correndole dietro. La duchessa si stava dirigendo nel punto più pericoloso della radura, quello periferico, l'unico in cui gli alberi erano fitti e il terreno troppo scosceso e irto di ostacoli per essere sicuro.

<<Corri, valle dietro, che aspetti?>>

Gridò il duca agitando il frustino per aria ma fermandosi quasi. Lo disse con una vocetta isterica, niente faceva pensare che fosse minimamente preoccupato. Tirò fuori un fazzoletto e si asciugò la fronte imperlata di un sudore immaginario. Magnus sbattè le redini più forte che poté seguendo quel verde acceso che si faceva sempre più lontano. Quella donna era pazza! Si sarebbe rotta l'osso del collo in questa maniera. Un pensiero lo colpì, non era quello che si augurava? Non avrebbe dovuto lasciarla andare? Magnus era tante cose e soprattutto negli ultimi tempi non sapeva più bene chi fosse. Ma di una cosa era certo: non era un assassino.

Per questo, dopo l'iniziale tentazione di andare dalla parte opposta e lasciarla al suo destino, un destino che forse meritava anche, continuò ad inseguire quel verde brillante con la stessa ostinazione con cui un toro avrebbe puntato il rosso. Vedeva solo quello col cuore che gli martellava nel petto e il sangue che scorreva veloce nelle vene, vedeva solo quel verde assoluto, luminoso, in quel mondo opaco.

LA DUCHESSA DI RAVENDove le storie prendono vita. Scoprilo ora