.39. Among the Pointy Stones

1.9K 111 10
                                    

Era difficile definire con esattezza cosa si agitasse nell'animo della duchessa di Raven, era come se la forza l'avesse all'improvviso abbandonata non appena, subito dopo aver scambiato due parole con la duchessa di Seillac, si era girata e nel be...

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Era difficile definire con esattezza cosa si agitasse nell'animo della duchessa di Raven, era come se la forza l'avesse all'improvviso abbandonata non appena, subito dopo aver scambiato due parole con la duchessa di Seillac, si era girata e nel bel mezzo dell'opulenza barocca del salone del Visconte di Martignac, aveva subito individuato la contessa di Winthorpe. Suo marito le sussurrò all'orecchio che l'avrebbe raggiunta per salutarla brevemente, era fondamentale per la sua ammissione al White, il club escluso più conservatore di Londra, aggiunse con una complicità nuova che colpì la duchessa di Raven. Mentre ascoltava il marito, aveva intravisto che la duchessa di Seillac, gonfia e sformata dalla nuova gravidanza, si accarezzava il ventre e continuava a fissarla con un'aria di sfida mal celata da un sorriso tirato.

La sua vita sarebbe stata per sempre così? Sarebbe passata da un ballo all'altro, da un ricevimento all'altro fino a sfiorirsi come stava accadendo all'altra donna? Il duca di Seillac invece, era concentrato su di lei con interesse rinnovato, ma la duchessa sapeva bene che tutti si domandavano solo quando sarebbe rimasta incinta, che l'additavano accusandola di essere sterile, che la vedevano come una donna guasta o peggio, che in fondo pensavano fosse colpa sua, una specie di ostinato e imperdonabile rifiuto ai doveri femminili che le altre accettavano con rassegnazione. Ogni tanto scorgeva qualche coppia, il conte di Maris sembrò anche lui prestarle particolare attenzione per una frazione di secondo, poi si girò e non ebbe occhi che per la dama che le era accanto.

Si fissò le mani per distrarsi, le strinse l'una all'altra, le fece sparire dentro le tasche nascoste della veste, come una ladra che dovesse vergognarsi di qualcosa. Il marito invece era esente da tutto questo, nessuno lo giudicava come facevano con lei, nessuno l'accusava.

Le candele sfavillavano riflettendosi sul finto oro, sugli intarsi arricciati degli specchi, sulle enormi rappresentazioni delle famiglie reali che affollavano il salone rendendolo troppo pieno, colmo di cose, di oggetti, di antenati morti, di nuove facce amichevoli e di insopportabili sussurri. Non c'era un posto in cui nascondersi.

Si sarebbe presto sposato.

Avrebbe sussurrato le frasi indecenti che scriveva a lei, che diceva a lei a un'altra donna, avrebbe baciato un'altra e lei sarebbe tornata alla sua vita vuota, ed era un pensiero insopportabile in quell'ambiente colmo di tutto, sfacciato.
Il violino le sembrò troppo acuto e quando rimase a tu per tu solo con la duchessa di Seillac si sentì fortunata di potersi allontanare, dopo che la donna si fu scusata e velocemente ebbe raggiunto il conte de Maris. Diede un'occhiata distratta alla contessa di Winthorpe, elegante, leggera e perfettamente a suo agio tra il marito e gli altri uomini, come sempre accadeva e come sempre sarebbe accaduto. Erano amiche? Era lei tutto quello che le rimaneva?

Si lasciò cadere sulla prima poltrona che vide. Si forzò di non chiedersi se Magnus fosse presente, se la contessa l'avesse portato con lei. Provò a non cercare la sua faccia dolorosamente familiare in mezzo a tante espressioni anonime. Riuscì a resistere, ma una tale, ferrea opposizione al suo istinto le risucchiò tutta l'energia. Le mani accarezzarono il velluto, il visconte di Martignac fece un inchino a una donna accanto a lui, vide la scarpa leggermente appuntita dell'uomo e pensò di poter sentire lo schiocco secco dei suoi muscoli contratti.

LA DUCHESSA DI RAVENDove le storie prendono vita. Scoprilo ora