.16. Divine Retribution

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<<Magnus?>>

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<<Magnus?>>

Magnus faticava ad aprire gli occhi e sentiva dolore in tutto il corpo, per di più quella voce gli era del tutto estranea, no, non era la voce di sua madre.

<<Magnus?>>

Mise a fuoco la faccia pallida e contratta della piccola Lisa con la sua cuffietta bianca sulla testa nera.

<<È tardi, la contessa ti sta aspettando.>>

A quelle parole scattò immediatamente in piedi. Doveva assolutamente darsi una ripulita, la sua igiene era una cosa a cui teneva in particolar modo. Da sempre. Odiava sentirsi sporco. Andò ai bagni destinati alla servitù e si sciacquò il viso e i capelli nell'acqua che Lisa aveva scaldato , poi diede un'occhiata alle ferite. Maledizione, erano infette. Avrebbe dovuto fare qualcosa al più presto, sicuramente suo padre era in grado aiutarlo, era un bravo medico, ma gli avrebbe fatto troppe domande.

Ripensò a quando aveva aperto il prezioso pendolo di Henry Leroy per capirne il funzionamento e lui l'aveva trascinato nel retro della piccola casa riempiendolo di botte. Da allora odiava chiunque si avvicinasse troppo. Odiava la violenza, era sempre stato così, credeva che tutto potesse essere sistemato con le parole. Era un'idealista Magnus Leroy, ecco cosa.

Lisa aveva lasciato sul suo letto degli abiti puliti e gli aveva persino sistemato le coperte. Era davvero una cara ragazza. Passando per la cucina sentì l'odore dell'impasto di un dolce. Aveva una fame terribile ma era in ritardo. Così ignorò i suoi istinti e si precipitò dal maggiordomo. L'uomo gli disse che la contessa di Winthorpe lo aspettava in salotto e lo accompagnò visto che Magnus non conosceva la strada. Di nuovo quella casa, senza alcun motivo, gli fece venire in mente un bordello orientale che immaginava dovesse essere proprio fatto così. Era stato in uno di Londra, una volta, aveva da sempre una strana fissazione per le prostitute. Adorava comandarle, adorava imporre dei limiti tra sé le le donne. Tutto a casa della contessa era ridondante, troppo oro, troppo blu, troppo di tutto. Un tripudio di eccessi. La vide seduta al tavolo con la faccia imbronciata e di nuovo il contrasto tra i capelli tanto chiari e gli occhi così scuri lo colpì come un pugno.

La contessa si alzò non appena lo vide, aveva un aspetto leggermente tormentato e un rimprovero malcelato da quei lineamenti contraddittori.

<<Ieri sera non eravate qui.>>

Disse subito un po' agitata.

<<Sono andato alla taverna del Diavolo. Non avevo capito che voi desideravate che rimanessi qui tutto il tempo.>>

<<È proprio quello che desidero.>>

Rispose immediatamente la contessa senza alcun filtro.

<<Avete mangiato?>>

Magnus si guardò intorno con stupore. I modi della contessa di Winthorpe era esattamente opposti a quelli della duchessa di Raven. Guardò il suo vestito scuro, viola, pesante e tagliato sotto il seno minuscolo, simile a quello bianco di mussola della duchessa di Raven, bianco finché il suo sangue non aveva impregnato la stoffa.

LA DUCHESSA DI RAVENDove le storie prendono vita. Scoprilo ora