La mattina seguente la duchessa aprì gli occhi rinfrancata dalla splendida qualità del suo sonno, la sua pelle era sensibile e la temperatura piacevole. Il tè era perfettamente aromatizzato al limone, senza essere per questo, aspro. Pauline era meno supponente e francese del solito, i ricci che le aveva acconciato, infine, erano meno piccoli e ridicoli di quanto non fossero mai stati. Suo marito la tediò con la sua presenza durante la colazione riuscendo, almeno inizialmente, ad intaccare solo di poco il suo buon'umore, le parlò di politica e la duchessa si soprese non poco, erano argomenti che in genere non condivideva con lei. Poi le disse che la contessa gli era sembrata in splendida forma e ringiovanita dalla presenza dello stalliere di cui non ricordava il nome.
<<Magnus >>.
Suggerì a quel punto la moglie, facendo finta di averlo pescato casualmente nella sua mente, come stava facendo col biscotto al burro nel piccolo cestino di fronte a lei. Lo studiò con attenzione, quello si sbriciolò appena, tra le sue dita.
<<Magnus >>.
Ripeté, come se la prima volta non fosse stata sufficiente.
<<Magnus, è vero. Un giovanotto curiosamente fuori dagli schemi, non è così? Compito, educato. Eppure le sue mani tradivano la sua condizione, purtroppo. La voce no, è vero e neppure i modi, il che è sorprendente, la contessa sta facendo un ottimo lavoro con lui >>.
<<È la sua natura, era così anche prima.>>
La voce era bassa e a malapena udibile, il duca pensò di aver sentito male.
<<E per quale curiosa coincidenza, mia moglie, dovrebbe aver ragione sulla vera natura di uno stalliere ?>>
La duchessa non guardò suo marito ma assaporò il biscotto, ignorando il tono velenoso di quella domanda scomoda e concentrandosi sul forte sapore di burro e di miele. Sembrava che il burro fosse l'ingrediente principale, e invece il miele restava in agguato, pronto ad esplodere in bocca solo ad un secondo assaggio.
<<È delizioso, ne volete uno?>>
Tentò porgendo un biscotto a suo marito. Il duca le fermò la mano e diede un morso direttamente da lì, i suoi denti vennero a contatto con la pelle morbida e indifesa della duchessa che si svelò tra il pollice e l'indice.
<<Non tentate di sfuggirmi e rispondete alla domanda. Non vorrei essere stato troppo assente in questi anni con voi, o avervi trascurata così tanto da farvi pensare, erroneamente, di disporre della stessa libertà di una vedova. Vostro marito è dinanzi a voi, in carne e ossa, e vi ha da sempre messo a disposizione la sua fiducia. Visto che ieri abbiamo parlato con franchezza della virtù di una donna, forse ora è bene che vi parli dell'onore di un uomo, perché io per primo mi rendo conto che troppo spesso, l'innocenza e l'ignoranza, possono condurre a incedere nell'errore. Non siamo simili, io e voi. E questo lo sapete bene, ci troviamo agli antipodi nella medesima società, anche se possediamo lo stesso titolo, non condividiamo gli stessi privilegi. Il mio onore si basa sulla vostra virtù, una virtù che ho sempre lasciato intatta per rispetto, e lo confesso, anche un po' perché mi piaceva pensare che foste incorrotta. Mi piaceva l'idea che voi rimaneste così >>.
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LA DUCHESSA DI RAVEN
Fiksi SejarahMagnus Leroy ama aggiustare le cose, é affascinante, sicuro di sé, ostinato e segue una regola: non vedere la stessa donna per più di due volte, mai. La duchessa di Raven è in grado di distruggere tutto quello che gli capiti a tiro, se disturba...