I giorni trascorsero lenti.
Magnus, ispirato, si dedicò alle sue invenzioni, tentando di incanalare lì parte della smania e della preoccupazione che sentiva all'idea di trascorrere tanto tempo da solo con la duchessa di Raven. Spesso spegneva i pensieri come aveva sempre fatto, un po' di birra alla taverna più vicina e gli pareva di vedere le cose in maniera molto più lucida. Accadeva sempre meno di rado che molto ubriaco, si ritrovasse tra le braccia di qualche prostituta o di qualche donna disperata quanto lui. Donne perdute che bilanciavano quel tormento che si sentiva dentro. Era stato così sgradevole con lei, i suoi occhi azzurri lo avevano visto toccare Lisette e lui non si era mai sentito tanto eccitato in vita sua, gli bastava il pensiero di quegli occhi a farlo indurire subito, quella donna lo faceva sentire un animale indisciplinato, lo faceva sentire perso come quelle donne che seduceva in un confuso susseguirsi di gemiti, morsi, urla. Le prendeva furiosamente, non si lasciava toccare, le usava, e poi tutto iniziava da capo.Le donne furono più di quante erano mai state in quel mese che lo separava dalla data concordata, un girotondo di facce, sorrisi più o meno belli, capelli biondi, bruni, ricci, lisci, vagine strette o meno, madri o giovani ragazze, seni abbondanti o piatti. Un'unica costante in questo marasma, gli occhi azzurri, freddi e delusi di Ginevra, la stoffa del suo vestito di seta rosso strangolato tra le sue mani, le unghie della duchessa sui suoi glutei e quei deliziosi palmi arrossati che lo facevano impazzire immediatamente.
Era disperato, questa era la verità, eppure Magnus Leroy era troppo orgoglioso per accettarlo. E non aveva voluto fare lo sforzo di capire cosa lo rendesse tanto languido da appoggiarsi al corpo di Lisette o a quello della moglie, in un rinnovato ardore. Tanto che persino Lisa l'aveva lasciato stare.
Magnus si era persuaso che tutto quello che l'aveva accumunato in un giorno di sole alla duchessa, fosse ormai perduto, scolorito come le cicatrici, pallide e ormai invisibili che la furia di quella donna gli aveva lasciato addosso. Ogni tanto si riscopriva a cercarle, a rammaricarsi che stessero scomparendo.
Intanto iniziò il freddo e la prima neve. Brighton era bianca, pallida e spettrale. Una purezza accecante era calata sulle cose intorno, mentre un'ombra più nera che mai si allargava dentro di lui.
I suoi pensieri lo tormentavano come non avevano mai fatto.
Lisa Leroy si compiacque del cambiamento del marito, almeno una volta a settimana, durante quel mese, se lo era trovato nel letto, non l'aveva mai voluta, né cercata tanto. Non ne capiva la ragione eppure si sentiva felice, non ne parlavano dopo, si limitava a prenderla ad occhi chiusi, spesso le mordeva l'interno dei palmi. Non l'aveva mai fatto prima, ora, sempre con le palpebre ben serrate, addentava quel punto morbido. Ma durava poco questa sua nuova mania, con un grugnito frustrato allontanava la sua mano e la prendeva in maniera classica. Lisa non aveva molti paragoni ma sapeva che Magnus era un amante a modo suo appassionato, anche se soffriva un po' del fatto che in quei momenti non la baciasse e serrasse in quel modo gli occhi. Ma dopo sei anni ci aveva fatto l'abitudine e ora si accontentava di quello che lui era disposto a darle, stava semplicemente lì, in attesa che tornasse da lei.
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LA DUCHESSA DI RAVEN
Fiksi SejarahMagnus Leroy ama aggiustare le cose, é affascinante, sicuro di sé, ostinato e segue una regola: non vedere la stessa donna per più di due volte, mai. La duchessa di Raven è in grado di distruggere tutto quello che gli capiti a tiro, se disturba...