Prologue - Brighton November 1798

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Brighton November 1798,

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Brighton November 1798,

Gremorne Hall

<<Te lo dico io com'è andata, è andata che la padrona aveva deciso di fare una passeggiata nel pomeriggio agli Steine Gardens anche se il dottore le aveva consigliato di restarsene a letto e adesso guarda che bel guaio! I bambini sono doni del signore ma come il signore li manda, così li toglie. >>

Per sottolineare il suo discorso, secondo lei pieno di verità profonde, Lisette Trempor, che all'epoca dei fatti aveva solo diciassette anni, una lingua lunga e nessuna esperienza diretta in quanto a gravidanze se non quella che aveva maturato con le sue due sorelle più grandi, decise di prodursi in una smorfia d'effetto e fece una pausa carica di promesse. Il capannello di donne composto da Milly Travis, Audine Bells e dalla cuoca Betty Harper pendeva dalle sue labbra. Sul piccolo tavolo tondo di legno scuro della cucina un grosso pennuto, già completamente spogliato delle penne, aspettava solo di essere riempito. Ma avrebbe aspettato invano, in casa c'era un gran fervore. Il padrone non si trovava da nessuna parte e non era stato possibile rintracciarlo, né tantomeno avvertirlo della spiacevole situazione che si era verificata quella  mattina.

<<Sono dell'idea che si dovrebbe essere in grado di governare i propri impeti. Il dottore le aveva chiaramente detto che doveva rimanersene a letto, l'ho sentito io con queste orecchie, ma lei no, sbuffava, insisteva che le mancava l'aria, faceva i capricci dicendo che i giardini, era sicura, le avrebbero giovato.>>

Fu allora che Betty Harper si produsse in un gesto stizzoso, sistemò il suo grembiulino, fece anche un sonoro schiocco con le labbra che stava ad indicare come reputasse quelle chiacchiere sciocchezze.

<<Bah io ho perso due figli nello stesso modo, sono scivolati via dalla pancia come se non ci fossero mai stati, certe volte dipende da qualcosa che non possiamo controllare, ho visto donne incinte passare le loro giornate a letto e perderli lo stesso e altre fare le cose che hanno sempre fatto e quelli rimangono lì, come se ce li avessero attaccati col mastice. Forse il corpo delle signore è meno avvezzo del nostro a covarli, non sono abituate, non sopportano la fatica, basta uno sforzo di troppo e trac, ma non è neppure detto, certe volte quando questo genere di cose accade non resta che starsene a guardare.>>

<<Si mormora che la padrona fosse una normale cameriera come noi, quindi non penso proprio che il problema sia il suo corpo troppo fragile.>>

Insistette Lisette Trempor con un'espressione indignata, ovviamente nessuno le credette. Queste cose accadevano solo nelle favole e la padrona, Lady Lisa, non era certo come loro, si capiva benissimo. Quindi le parole di Lisette risuonarono a vuoto tra le facce allibite e scandalizzate del resto della servitù.

<<Bastava evitare di fare una cosa tanto stupida.>>

Continuò Lisette arricciando il delicato nasino. Lei al contrario delle altre era assolutamente convinta che con un po' di impegno, una discreta dose di bellezza e un minimo di intraprendenza era assolutamente possibile elevare il proprio stato, qualunque esso fosse.

LA DUCHESSA DI RAVENDove le storie prendono vita. Scoprilo ora